Platone e l´immagine della città Stampa E-mail

Milena Bontempi – Giuseppe Duso

Platone e l´immagine della città
La filosofia politica platonica tra giustizia e governo
Corso di Filosofia politica
a.a. 2007-2008


Cleup, pagg.90, € 6,50

 

bontempi platone  IL LIBRO – Nello stesso momento in cui si pone a tema qualcosa come "la filosofia politica di Platone" ci si ritrova coinvolti in un problema inevitabile. Un primo risvolto di tale problema si esprime nella domanda sulla natura della filosofia politica, e ciò riguardo sia all'autore considerato, sia a chi compie l'analisi dei suoi testi. Un secondo risvolto risiede nella questione di come sia possibile il rapporto tra noi, che viviamo e pensiamo nella nostra epoca, e le fonti che consideriamo: come è possibile qualcosa come la storia della filosofia politica, su quali basi, con quali rischi.
  Allora il tema della filosofia politica di Platone comporta la necessità di riflettere su "Platone e la filosofia politica", cioè su come sia possibile il nostro rapporto con Platone, cosa sia in questo rapporto la filosofia, quale sia il modo in cui un autore antico ci parla ed è significativo per il nostro pensare, per la nostra pratica della filosofia politica. In questa ottica vanno intese le lezioni raccolte in questa pubblicazione: esse cioè non tendono a una presunta lettura "neutrale ed oggettiva" degli autori classici che non si faccia carico della dimensione teoretica di questo rapporto e che non metta in questione la nostra stessa pratica della filosofia politica. Se non si assume questa problematizzazione, si corre il rischio di non cogliere il senso filosofico del testo che abbiamo di fronte e la sua rilevanza nei nostri confronti. A maggior ragione questo problema può sembrare evidente quando l'autore su cui si riflette si colloca in una realtà che appare storicamente assai lontana da noi e dal modo in cui si presenta oggi nella sua specificità il problema politico, fagocitato come è dal concetto centrale di potere, in modo tale che la politica sembra ruotare attorno alla fondazione, alla legittimazione, all'uso, ai limiti di quest'ultimo, inteso come la più alta istanza di coazione e di comando sugli uomini nella società.

  DAL TESTO – "Platone dice che il problema consiste nella felicità della città e non dei governanti (o filosofi) e i governanti fanno bene la propria parte in quanto governano e dunque agiscono in relazione ai governati e nell'ottica del bene comune. Come parte della città essi non sono da considerare fuori da questa relazione. Il governo non riduce ad una passiva ubbidienza le parti governate, ma al contrario le rende più attive e le aiuta ad agire al loro meglio. Il governo della parte razionale nell'anima non comporta una situazione di mortificazione e inattività della parte appetitiva e di quella passionale. Se il loghistikón semplicemente si impone, comanda e coarta le altre parti in base alla pretesa della propria natura di estendersi al tutto, non fa il proprio bene, ma il proprio male e il male dell'intero; viene meno alla propria natura e al proprio compito di governo. Egualmente le altre parti dell'anima, se tendono al piacere senza limiti o esprimono senza limiti la passione, non si esprimono al meglio, ma, assolutizzando se stesse, producono il male dell'intero fino a portarlo alla morte e dunque anche il male e la morte di esse stesse come parti.
  "È dunque la natura plurale e composita dell'intero (sia esso l'anima, sia la città) a richiedere che ci sia un compito di coordinamento e guida delle parti, che ci sia appunto governo. Se è infatti vero che l'essere parti di un intero, comporta per le parti un compito di comunicazione e di concordia, è anche vero che la loro diversità può comportare la discordia e la scissione dell'intero. Allora è proprio l'idea di giustizia, la quale richiede che ogni parte faccia il proprio meglio, a richiedere che ci sia una istanza che operi per tenere unite le parti e renderle armoniche tra loro per il buon funzionamento dell'intero. Tutto ciò non è potere, non è semplice rapporto di comando e ubbidienza, coazione della volontà. Ci troviamo invece all'interno di un modo di concepire la politica in cui la koinonia è la dimensione principale, ma proprio per questo tale dimensione è impensabile senza l'azione di coordinamento e di guida che si esprime nel governo."

  GLI AUTORI – Giuseppe Duso insegna Storia della Filosofia politica al Dipartimento di Filosofia dell'Università di Padova.
  Milena Bontempi svolge attività di ricerca al Dipartimento di Filosofia dell'Università di Padova.

  INDICE DELL'OPERA – Platone e la filosofia politica, di Giuseppe Duso (1. Platone e noi - 2. La storia della filosofia politica come problema - 3. La natura filosofica della filosofia politica - 4. L'episteme e l'immagine della città - 5. Problema del governo e questione della giustizia) - Filosofia e icona della città, di Giuseppe Duso (1. L'icona, ovvero la buona immagine - 2. Rappresentazione e idea: il disegno della polis) - La legge nel disegno della città platonica, di Milena Bontempi (1. Il pensiero politico greco: un'introduzione - 2. La legge) - Confutazione e contraddizione in Platone, di Giuseppe Duso