Digiuno, autofagia e longevità Stampa E-mail

Ulisse Franciosi

Digiuno, autofagia e longevità
Come rinnovare le cellule per vivere più a lungo in salute


Erga Edizioni, pagg.128, € 15,00

 

franciosi autofagia  IL LIBRO – Ritardare l'invecchiamento e mantenersi sani è il sogno non solo di nutrizionisti, medici e altri esperti della salute, ma anche della maggior parte delle persone comuni. La scienza ha scoperto e decifrato un meccanismo biologico fondamentale – l'autofagia cellulare – in grado di porre rimedio ai danni indotti alle nostre cellule (e quindi al nostro organismo) dallo stress ossidativo, il nemico subdolo alla base praticamente di tutte le patologie che ci colpiscono e direttamente responsabile del nostro invecchiamento.
  Le ricerche più recenti hanno individuato nel digiuno (accoppiato alla somministrazione contemporanea di un farmaco antilipolitico) il meccanismo più semplice per attivare intensamente, nel nostro organismo, tale fenomeno autofagico. La macroautofagia e la sua proteolisi permettono infatti la "demolizione" e il "riciclo" delle molecole e delle componenti cellulari danneggiate dal logorio (legato al tempo) operato dai radicali liberi. Esse operano quindi una sorta di "ringiovanimento" delle cellule stesse, mantenendone la salute ed aumentando la loro durata di vita (e di quella dell'intero organismo). La Scienza quindi rivaluta e migliora tecnicamente (rendendole attuali) antiche pratiche salutistiche provenienti dal passato della nostra (e di altre) civiltà.
  Nel libro, il primo capitolo affronta e descrive prevalentemente la relazione tra le cause di invecchiamento, i meccanismi d'azione di quest'ultimo e l'effetto preventivo, sull'invecchiamento stesso, da parte della restrizione calorica. Il secondo, più complesso, descrive in dettaglio l'autofagia cellulare e i suoi meccanismi di regolazione biologica. Il terzo affronta, storicamente e scientificamente, il tema del digiuno (dalle antiche tradizioni fino ai tempi attuali) e il quarto (l'ultimo) si propone di indicare operativamente alcune strategie efficaci, da mettere in pratica nella nostra vita quotidiana, per stimolare l'autofagia, contrastare la progressione dell'invecchiamento, disintossicare l'organismo e favorire una vita più lunga e più sana.

  DAL TESTO – "Sebbene l'autofagia esibisca, in molti casi di "stress cellulare", un ruolo di protezione e salvaguardia della cellula, in alcune situazioni di autofagia eccessiva ed incontrollata (come nel caso della "sovraespressione" dei geni autofagici, ottenuta in laboratorio su cellule di mammifero e di insetto), tale autofagia può portare infine alla morte della cellula. La morte giunge sia attraverso l'attivazione dell'apoptosi (una forma di "morte cellulare programmata"), sia come risultato dell'incapacità delle cellule stesse di sopravvivere alla degradazione lisosomiale di un ampio ammontare del loro contenuto citoplasmatico. In quest'ultimo caso si ritiene che la "morte autofagica" costituisca un'ultima "via di scelta", quando alternative migliori per la cellula non sono più disponibili. La morte cellulare programmata di tipo autofagico è stata inizialmente descritta nei tessuti in attivo sviluppo e proliferazione (come quelli di tipo embrionale). Alcuni "segnali" chimici in grado di indurre l'apoptosi sono anche in grado di stimolare la "morte autofagica", e viceversa segnali in grado di inibire la prima frenano anche la seconda. Comunque le interazioni tra queste due modalità di "auto-eliminazione" cellulare risultano molto complesse e ancora in gran parte da scoprire, facendo intuire che la loro regolazione coordinata sia alla base di molti aspetti dello sviluppo e dell'equilibrio dei tessuti (oltre che della patogenesi di molte malattie). La nostra conoscenza sui meccanismi di regolazione dell'autofagia (in particolare sul "gioco" complesso dei suoi fattori "inibitori" e "stimolatori") risulta purtroppo ancora relativamente limitata, come sono ancora ridotte le conoscenze circa la relazione tra l'entità dell'autofagia ("in deficit" o "in eccesso") e la manifestazione di ogni singolo tipo di patologia. Questi traguardi si rendono indispensabili per chiarire, caso per caso, se ai fini della salute sia maggiormente benefica la stimolazione (o viceversa l'inibizione) del processo autofagico, attraverso interventi farmacologici mirati."

  L'AUTORE – Ulisse Franciosi, nato nel 1969, laureato in Scienze Biologiche, ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Biologia e Patologia dell'Invecchiamento presso l'università di Genova. Attualmente si occupa di insegnamento e divulgazione di fisiologia e biologia cellulare.

  INDICE DELL'OPERA – Presentazione, del Prof. Ettore Bergamini - Prefazione - Capitolo primo. Salute, longevità e restrizione calorica - Capitolo secondo. L'autofagia cellulare: la chiave della salute e della longevità - Capitolo terzo. Il digiuno: tradizioni, effetti e terapia - Capitolo quarto. La prevenzione e la cura dell'invecchiamento - Note bibliografiche