Diario dell'anno della peste |
Daniel Defoe
IL LIBRO – Per secoli, il sangue degli inglesi si è raggelato al ricordo del grido "Portate fuori i vostri morti!", il macabro annuncio propagato lungo le vie di Londra dai raccoglitori di cadaveri che attraversavano la città ammucchiando corpi su una carretta. La Grande Peste colpì la capitale del regno tra il 1664 e il 1666, uccidendo oltre 100.000 tra uomini, donne e bambini, un quinto dell'intera popolazione. Il racconto di quella che fu l'ultima grande epidemia di peste bubbonica in territorio britannico fu redatto nel 1722 da Daniel Defoe che, all'epoca dei fatti, era ancora un bambino. Basandosi sui propri ricordi e su un'assoluta fedeltà a elementi storici e documentali, Defoe fece confluire nel Diario i suoi due grandi talenti di giornalista e romanziere. Attraverso gli occhi e i controversi sentimenti del protagonista ricostruì le sconcertanti tappe del contagio, i primi annunci di vittime, gli stratagemmi per sfuggire al focolaio, il panico e infine l'incendio che devastò gran parte della città ponendo fine alla diffusione del morbo. DAL TESTO – "Un male spalanca sempre la porta a un altro male: queste paure e apprensioni indussero il popolo a infinite debolezze, idiozie e perversità, e non c'era bisogno, per questo, che fossero persone davvero inclini al peccato, ma tutti correvano in ogni luogo da chiromanti, indovini e astrologhi per conoscere il proprio destino, o - come si dice volgarmente - per farsi predire la sorte, o leggere l'oroscopo, e via dicendo. Questa insensatezza fece presto pullulare la città di una perfida schiera di presunti esperti in magia nera, come la definivano, e in non so cos'altro, che si dichiaravano capaci di commerci con il demonio più di quanto non ne fossero in realtà colpevoli; tale attività venne praticata così diffusamente e alla luce del sole che divenne una cosa consueta mettere insegne sopra la porta di casa con scritto "Chiromante", "Astrologo" oppure "Qui si leggono gli oroscopi", e cose simili, e si vedeva in ogni strada la testa in ottone di Ruggero Bacone, che era un simbolo comune nelle case di queste persone, oppure il segno di Madre Shipton o della testa di Merlino, e via dicendo. Davvero non ho idea di quali ridicole, irragionevoli e insensate assurdità venissero impiegate da questi profeti demoniaci per soddisfare e accontentare il popolino, ma di sicuro numerosissimi avventori si accalcavano ogni giorno alle loro porte; e se capitava di intravedere per strada un tipo dall'aria serissima, con la giacca di velluto, il collare e un mantello nero - che era la divisa indossata di solito da questi sedicenti indovini - la gente prendeva a seguirlo a frotte, e gli correva dietro tempestandolo di domande. L'AUTORE – Daniel Defoe nacque a Londra nel 1660. Considerato il padre del romanzo moderno inglese e l'inventore del giornalismo da tabloid, Defoe si dedicò alla letteratura solo in età avanzata, durante un periodo di reclusione che scontò per aver diffamato la Chiesa d'Inghilterra. In precedenza si era occupato delle più svariate attività: mercante, proprietario di una fabbrica di mattoni, consulente per il governo, saggista. Il suo romanzo più celebre, "Robinson Crusoe", apparve nel 1719. Morì a Moorfields nel 1731. INDICE DELL'OPERA – Introduzione, di Goffredo Fofi - Diario dell'anno della peste - Note dell'autore |