I porti del Mediterraneo in età medievale |
Pinuccia F. Simbula IL LIBRO – A partire dall'XI secolo, a seguito della crescita urbana e dello sviluppo del commercio, i porti del Mediterraneo diventano i nodi vitali dell'economia dell'Occidente. Semplici approdi e scali attrezzati si strutturano progressivamente in un complesso sistema che raccorda aree di produzione e di mercato, concentrando in sé affari, capitali, attività e investimenti. Il volume si sofferma in particolare sulla significativa relazione tra porto e città, illustrando le dinamiche economiche e politiche, militari, sociali e culturali dei centri urbani marittimi. L'interazione tra l'analisi critica e una ricca selezione di fonti - dalle opere dei geografi arabi agli atti normativi, dai portolani e dalle carte nautiche ai documenti contabili privati e pubblici, dalle polizze assicurative agli atti processuali - restituisce come in un grande affresco il dinamico mondo portuale mediterraneo del Basso Medioevo, all'interno del quale si muovono le navi, le merci e gli uomini protagonisti dell'espansione europea. DAL TESTO – "In epoca medievale, la restaurazione della dinastia imperiale sul trono, seguita alla parentesi dell'impero latino che dal 1204 al 1261 aveva mantenuto buona parte di Bisanzio sotto il controllo dell'Occidente, cambiò l'assetto delle colonie mercantili straniere. Genova, dopo conflittuali convivenze con pisani, veneziani e catalani dentro le mura della capitale, appoggia la restaurazione della dinastia imperiale e tra i molti privilegi ottiene la concessione di un quartiere di fronte al Corno d'Oro. Nel 1267, ai piedi della collina di Galata, che darà il nome all'intera area e allo stesso nuovo insediamento di Pera, i coloni ne avviano l'organizzazione. È il primo nucleo di una città nuova, con proprie leggi e magistrature, che si sviluppa in funzione dei traffici mercantili e del controllo delle rotte per il mar Nero. Munita di mura, torri e fossati, con chiese, fondaci e botteghe è una città autonoma, incuneata nella capitale dell'impero con la quale condivide il porto e la stessa catena che si stende a chiudere il passaggio sul Bosforo da Galata alla torre del Kentenarion sul lato di Costantinopoli. Centinaia di navi di diversa stazza, secondo il racconto dei visitatori, potevano gettare l'ancora nelle acque profonde dell'ampio specchio di mare, al riparo dai venti nel porto naturale tra le due città, strettoia del controllo dei traffici. Le attrezzature portuali sono ridotte: la muraglia di protezione con le sue torri è la struttura difensiva della città e del porto, speculare a quella della città imperiale. Le navi si ormeggiano legando le cime agli anelli sistemati in prossimità delle diverse porte di accesso, sorvegliate da torri, all'occasione anche depositi di armi e viveri." L'AUTRICE – Pinuccia F. Simbula insegna Storia medievale presso l'Università degli Studi di Sassari. I suoi principali interessi di ricerca riguardano gli scambi commerciali mediterranei nel Basso Medioevo e gli aspetti economici, tecnici, culturali e materiali connessi alla navigazione. Su queste tematiche ha pubblicato numerosi saggi, oltre ai volumi "Corsari e pirati nei mari di Sardegna" (AM&D, Cagliari, 1995) e "Gli Statuti del porto di Cagliari (secc. XIV-XVI)" (AM&D, Cagliari, 2000). INDICE DELL'OPERA – Premessa - 1. La parola agli storici (1.1. Il Mediterraneo dei porti - 1.2. Città portuali e città con porto - 1.3. Porti senza città - 1.4. Figli di rotte, di re e d'intraprendenza - 1.5. L'età dell'espansione - 1.6. Porti, merci e rotte - 1.7. Navi, infrastrutture e uomini - 1.8. Le linee del dibattito storiografico) - 2. La parola alle fonti (2.1. I porti dal mare: una nuova geografia - 2.2. Raccontare i porti dal mare - 2.3. I porti su una carta: dal racconto alla rappresentazione - 2.4. Porti e strutture portuali nelle grandi città marittime - 2.5. La complessa macchina "porto": gestione e amministrazione - 2.6. Mercanti nei porti - 2.7. Genti di mare e di terra) - 3. Misfatti - 4. Lessico |