Il colpo di Stato. Media e diritto internazionale Stampa E-mail

Gian Luigi Cecchini – Giuseppe Liani

Il colpo di Stato
Media e diritto internazionale


Amon Edizioni, pagg.463, € 36,00

cecchini-liani colpo  IL LIBRO – Il volume analizza il ruolo dell'informazione e della comunicazione nella preparazione di un colpo di stato valutandone tutti gli aspetti internazionalistici.
  Partendo dalla congiura di Catilina, con alcuni raffronti con il golpe cileno del 1973, per dimostrare come la tecnica mediatica utilizzata sia sempre la stessa, si passa poi all'analisi delle varie Rivoluzioni colorate e delle recenti Primavere arabe. L'ambizione è quella di sottolineare gli aspetti comuni di eventi che poco hanno di popolare e spontaneo. In questi casi risulta evidente l'opera di disinformazione e la conseguente manipolazione dell'opinione pubblica. Infine si analizza il ruolo delle agenzie di rating che con i loro giudizi sono vere e proprie azioni eversive che condizionano pesantemente la vita di milioni di persone.
  La seconda parte è dedicata ai riflessi del colpo di stato specie nel diritto internazionale, settore in cui il tema vede annodarsi questioni strategiche, scelte politiche e diritti umani. Gli autori intendono mettere in evidenza come il colpo di stato sia una tecnica, non sempre cruenta, della lotta politica che merita d'essere analizzata evitando pregiudizi. Il punto di partenza deve essere sempre quello di individuare la posta in gioco, gli interessi concreti, materiali che i golpisti intendono difendere e tutelare a scapito della collettività. Insomma, il colpo di stato non è un incidente di percorso, ma risponde a precise logiche di potere e il ferreo controllo dei mezzi di comunicazione è la prima condizione per il successo di questa tecnica di fatto politica.

  DAL TESTO – "Ognuno di noi se non fa i conti con il proprio passato - individuale e collettivo – è condannato ad osservare il divenire degli accadimenti attraverso vere e proprie lenti deformate e deformanti: ideologiche, politiche, culturali. Se i presupposti non sono stabili l'intero percorso sarà condizionato. Questo vale soprattutto per quanto accade in realtà culturalmente e storicamente lontane dalla nostra esperienza quotidiana. Per comprenderle dovremmo essere degli specialisti cosa che, nella grande maggioranza dei casi, non siamo. Ci dobbiamo accontentare di venire informati dai media, senza la possibilità di sapere se quello che leggiamo, ascoltiamo e vediamo rappresenti la vera posta in gioco.
  "È il caso - come sottolineato all'inizio di questa seconda parte - delle cosiddette Rivoluzioni colorate e, più di recente, dalle varie Primavere arabe.
  "Una sorta di anteprima di Rivoluzione colorata si può individuare nella protesta degli studenti in piazza Tienanmen a Pechino tra l'aprile ed il giugno del 1989. Protesta che arrivò nelle nostre case grazie alla televisione. L'immagine simbolo di quegli avvenimenti fu quella di un giovane, con due sacchetti di plastica in mano, che da solo si pose davanti ad una colonna di carri armati, impedendole di proseguire. Ovvio che l'istintiva simpatia vada tutt'oggi al moderno DAVIDE che affronta e sfida un altrettanto moderno GOLIA. E in breve la simpatia si trasforma in pieno appoggio alle ragioni che hanno portato i manifestanti ad occupare la piazza pechinese. Già, ma quali ragioni?
  "Per giorni quotidiani e televisioni ci spiegarono che la posta in gioco era semplice: la lotta tra la libertà, rappresentata dagli studenti, e la repressione, incarnata dal Partito comunista cinese. Il risultato era scontato: dopo giorni di tensione e di spaccature al vertice del potere tra il segretario generale del Partito Zhao ZIYANG, favorevole ad ascoltare i contestatori, ed il primo ministro Li PENG, sostenitore della linea dura, prevalse quest'ultima. Determinante fu la svolta impressa al dibattito tra le due anime del Partito dal vero uomo forte della Cina: Deng XIAOPING."

  GLI AUTORI – Giuseppe Liani è giornalista della sede RAI del Friuli-Venezia Giulia. Laureato in Filosofia e Scienze politiche ha tenuto seminari sulla formazione dello Stato moderno e corsi sulla Tecnica e teoria delle comunicazioni di massa. Ha organizzato ed è stato relatore in conferenze sul rapporto tra guerra ed informazione.
  Gian Luigi Cecchini è professore associato di diritto internazionale e dell'Unione europea nell'Università degli Studi di Trieste e nella Scuola Superiore di Mediazione Linguistica (CIELS-Padova). È stato relatore a Conferenze nazionali e internazionali (Novi Sad, Banja Luka), ha svolto attività internazionale di docenza presso ECPD – Università della pace ONU (Kosovo). È autore di vari articoli, monografie e saggi, alcuni dei quali dedicati al tema della tolleranza, della natura del diritto internazionale, del terrorismo.

  INDICE DELL'OPERA – Presentazione - Introduzione - Prima parte. Informazione, disinformazione, comunicazione e manipolazione, di Giuseppe Liani - Capitolo I. Il colpo di Stato ovvero come difendere gli interessi minacciati (1. Il colpo di Stato - 2. Pianificare le mosse - 3. Una strana congiura - 4. Demonizzare l'avversario - 5. Ostacolare l'avversario - 6. Creare la paura - 7. Buoni e cattivi - 8. Il doppio gioco - 9. Post mortem) - Capitolo II. Le rivoluzioni colorate ovvero come dipingere i colpi di Stato (1. La banalità del colore - 2. Potere e comunicazione - 3. Intrecci pericolosi - 4. Iconocrazia e democrazia - 5. Stereotipi a volontà - 6. Come creare il dissenso - 7. Rivoluzioni spontanee - 8. Disarmati ma non impotenti) – Capitolo III. Le relazioni pericolose ovvero il migliore dei mondi possibili (1. I grandi ed i cattivi giornali - 2. La morte delle ideologie - 3. Agenzie di rating - 4. Quis custodiet ipsos custodes? - 5. Da Roma a Lisbona) – Seconda parte. Colpo di Stato, stato di emergenza politica e rivoluzione: un nuovo paradigma per la lettura del fondamento del diritto (internazionale), di Gian Luigi Cecchini – Capitolo IV. Sui concetti di «potere» e di «valore»: verso una teoria dei «valori tirannici» o della «tirannia dei valori»? (1. Alcune considerazioni sul potere. I motivi che inducono a legittimare il discorso politico e giuridico sulla c.d. "tirannia dei valori" - 2. Può la democrazia essere un valore in sé? - 3. "Valore" e "tirannia" ovvero il valore della tirannia? I valori sono distrutti dalla loro realizzazione) – Capitolo V. Lo stato di emergenza politica nell'ordinamento interno e internazionale (1. Prolegomeni a temi da sempre controversi nello studio del diritto internazionale - 2. Le emergenze politiche globali e i problemi di governance e di security - 3. Il diritto internazionale e lo stato di eccezione: l'identificazione dell'eccezione come regola, ovvero il senso di un paradosso. Sovrano è colui che decide sullo stato di eccezione, ovvero Carl Schmitt e lo stato di eccezione 4. Lo stato di eccezione tra etica e utilità, ovvero lo stato di eccezione come regola o come eccezione? – 5. I punti salienti della teoria dello stato di eccezione: diritto e stato di eccezione – 6. Regola ed eccezione – 7. Perché lo stato di eccezione è di interesse per lo studioso di diritto internazionale – 8. Il carattere giuridico dello stato di eccezione nel diritto internazionale e nel diritto interno) – Capitolo VI. Dovere di obbedienza al diritto o alla legge? La natura giuridica del colpo di Stato (1. Brevi considerazioni preliminari di metodo - 2. Dovere prudenziale e dovere normativo - 3. Un catalogo di possibili valori: il costituzionalismo dei diritti - 4. Conflitti normativi - 5. Alcune discussioni immaginarie (ma non troppo) - 6. Diritto di eccezione - 7. Dissoluzione dell'unità - 8. Limiti immanenti al diritto di eccezione. Tra pessimismo e ottimismo - 9. L'eccezione come regola: paradosso di una identificazione - 10. L'articolata riflessione giuridica sullo stato di eccezione. La sacralità della violenza - 11. Sovranità e stato di eccezione) – Capitolo VII. Rivoluzione e diritto (1. Prolegomeni - 2. Sulla definizione del concetto di rivoluzione - 3. Rivoluzione francese e diritto - 4. Rivoluzione e ordinamento giuridico: un'analisi della relazione tra l'evento "rivoluzione", il fattore "tempo" e il "diritto" - 5. Ordinamento giuridico e rivoluzione - 6. Rivoluzione e ordinamento giuridico internazionale) - Bibliografia selezionata