Il fascismo e gli ebrei |
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Angelo Ventura
DAL TESTO – "[...] l'antisemitismo era nella logica stessa della scelta razzista, e ne costituiva un requisito essenziale di valore fondante, come appare chiaramente sin dal documento ufficiale che segna la svolta razzista del regime: Il fascismo e i problemi della razza, pubblicato il 14 luglio 1938, poi comunemente noto come «Manifesto degli scienziati razzisti», redatto da un giovane assistente universitario di Antropologia, Guido Landra, sulla base delle direttive dettate personalmente da Mussolini, rivisto poi e approvato dallo stesso duce, che si vantava di averlo «praticamente dettato», e «quasi completamente redatto». Nel tentativo di conferire un fondamento ideologico alla svolta politica razzista, Mussolini attingeva alle teorie e ai miti razziali e antisemiti circolanti nella cultura germamca ed europea della destra radicale, alla quale si era abbeverato, piuttosto che al marxismo, nella sua abborracciata e superficiale formazione intellettuale. Diciamolo chiaramente. Occorre dissipare l'equivoco generato dal ruolo assunto da Mussolini negli anni tra la guerra di Libia e la vigilia della Grande Guerra, quale esponente e figura carismatica del socialismo rivoluzionario: un equivoco che spesso è d'impaccio, nella storiografia, alla comprensione della sua personalità, quando non si consideri con il dovuto rigore la sua formazione ideologica nell'ambito delle confuse irrequietezze attivistiche e irrazionalistiche che pervadono il movimento socialista europeo di quegli anni, specie per il tramite di Sorel e del sindacalismo rivoluzionario. Già Filippo Turati, nel giugno 1913, aveva colto nitidamente negli scritti mussoliniani lo stile che ne riconnetteva il pensiero «alla ispirazione stirneriana o nietzschiana, alla suggestione, oggi in voga, del volontansmo neoidealista, neospiritualista, neocarlyliano, o bergsoniano, o neomistico». Vantandosi di avere praticamente dettato il citato documento sulla razza Mussolini diceva la pura verità. Ne troviamo riscontro non solo nel successivo discorso al Consiglio nazionale del Partito nazionale fascista del 25 ottobre 1938 - che potrebbe passare per una semplice chiosa del citato manifesto - ma, come vedremo, in numerosi passi di scritti e discorsi assai anteriori." L'AUTORE – Angelo Ventura è professore emerito di Storia contemporanea presso l'Università di Padova. La sua ricchissima produzione storiografica riguarda il Risorgimento e le rivoluzioni del 1848; la storia sociale e politica della Repubblica di Venezia nel Quattro e Cinquecento; le finanze della Repubblica di Venezia nel Settecento; il movimento socialista; il fascismo, le leggi razziali, l'antifascismo e la Resistenza; la crisi degli anni sessanta-settanta e la lunga stagione del terrorismo. INDICE DELL'OPERA – Introduzione, di Sergio Luzzatto – Avvertenza - La svolta antiebraica nella storia del fascismo italiano - Renzo De Felice: il fascismo e gli ebrei - La persecuzione fascista contro gli ebrei nell'università italiana - Tullio Terni e l'Università di Padova - Indice dei nomi |