La nascita dell'impero americano Stampa E-mail

Gianfranco Peroncini

La nascita dell'impero americano
1934-1936: la Commissione Nye e l'intreccio industriale, militare e politico che ha governato il mondo

Mursia, pagg.704, € 25,00

 

peroncini_imperoamericano  IL LIBRO – Sulla scorta dei documenti e delle testimonianze prodotte dalla Commissione d'inchiesta Nye, promossa dal Senato degli Stati Uniti tra il 1934 e il 1936, l'opinione pubblica venne informata del fatto che banchieri, finanzieri e produttori avevano stretto un accordo – illecito sulla base della neutralità che era la politica ufficiale dell'amministrazione Wilson – in forza del quale tra il 1915 e il 1917 – al momento cioè dell'entrata del Paese nel conflitto – gli istituti di credito degli Stati Uniti avevano raggiunto un'esposizione nei confronti della Gran Bretagna e dei suoi alleati pari alla vertiginosa somma di 2,3 miliardi di dollari. La vittoria della Gran Bretagna diventava quindi un must per tutelare il valore patrimoniale del rischio assunto. La guerra fu così un formidabile affare per quello che decenni dopo il presidente Eisenhower nel suo discorso di commiato dalla Casa Bianca definì il military-industrial complex.
  Attraverso gli atti della Commissione Nye, con uno stile scorrevole e avvincente, Gianfranco Peroncini analizza le dinamiche profonde della politica estera americana e le origini lontane del blocco di potere che l'ha determinata e la condiziona ancora oggi.

  DAL TESTO – “L'onnipervadente influenza sull'economia e sulla politica del capitalismo finanziario e dei merchant bankers che lo inventarono si basava su un assunto fondamentale accettato e condiviso, bon gré mal gré, dalle imprese e dai governi. Vale a dire che i politici fossero troppo deboli e troppo istituzionalmente soggetti a subire le pressioni dell'opinione pubblica per affidare nelle loro mani il controllo del sistema monetario. Da questo assioma, che come ricordato fu accettato e condiviso dai personaggi in commedia, discendono altre conseguenze dirette.
  “Il potere delle banche d'investimento sulla politica si basa su un fattore basilare, cioè la necessità dei governi di emettere e collocare buoni del tesoro a breve termine e titoli di Stato a lungo termine. Come gli imprenditori privati devono recarsi presso le banche commerciali per ottenere anticipazioni sui capitali allo scopo di ovviare alle difficoltà causate dalle differenze tra le loro entrate, irregolari e intermittenti, e le uscite periodiche e persistenti sotto forma di affitti mensili, pagamenti di mutui annuali, stipendi e salari, allo stesso modo i governi devono recarsi dalle banche d'investimento, o dagli istituti controllati, per turare le falle prodotte dalla riscossione irregolare delle tasse. «Quali supremi esperti in titoli governativi, i banchieri internazionali non si limitavano a fornire gli anticipi necessari ma fornivano anche consigli e suggenmenti ai funzionari governativi e, in molti casi, piazzavano i loro uomini in posizioni ufficiali per periodi di tempo diversi al fine di risolvere speciali problemi. Tale pratica è tanto comunemente accettata anche oggi che nel 1961 un banchiere d’affari repubblicano divenne ministro del Tesoro in un'amministrazione democratica senza alcun commento da parte di chicchessia.»
  “Il potere degli international bankers, nella ricostruzione storica del professore della Georgetown University che si ferma al 1964, raggiunse il suo apice nell'ultima decade della loro supremazia, il periodo che va dal 1919 al 1931 , quando la J.P. Morgan e Montagu Norman, il governatore della Bank of England, dominavano non solo il mondo finanziario ma anche le relazioni internazionali e molto altro ancora. Non a caso, infatti, il «Wall Street Journal» nel 1927 definì Norman il «dittatore monetario dell'Europa» e poco prima che il capitalismo finanziario internazionale (o la porzione meno accorta di esso) procedesse a tutta forza verso le rocce che lo avrebbe trascinato a fondo, Norman avrebbe dichiarato: «Detengo le chiavi dell'egemonia mondiale». Anche per questo circolava in Gran Bretagna una battuta a proposito della «Second Norman conquest of England» che non si rifaceva alla vittoria delle forze normanne di Guglielmo il Conquistare contro Aroldo II, ultimo re anglosassone, nella battaglia di Hastings del 1066 bensì alla nomina del fratello del governatore della Bank of England alla testa della BBC...”

  L’AUTORE – Gianfranco Peroncini, nato a Milano nel 1955, è giornalista professionista e fotografo. Inviato speciale ai quattro angoli del mondo, è autore di saggi storici, guide geografiche e volumi illustrati. Con Mursia ha pubblicato Il sillogismo imperfetto. La guerra d'Algeria e il «piano Pouget», un'alternativa dimenticata (2007).

   INDICE DELL’OPERA – Introduzione. Le «nebbie della guerra» e le origini del complesso militare-industriale - La nascita dell'impero americano - Capitolo Primo. Prologo post factum - Capitolo Secondo. Le donne e gli elefanti non dimenticano... - Capitolo Terzo. U.S. Senate Resolution 206, genesi di un'indagine politically uncorrect - Capitolo Quarto. La formazione del Nye Committee - Capitolo Quinto. Alla ricerca della tesi perduta: i merchants of death - Capitolo Sesto. Patriottismo e dividendi azionari. La saga dei Du Pont - Capitolo Settimo. Portaerei, incrociatori e collusioni d'asta - Capitolo Ottavo. Pescecani e profitti di guerra - Capitolo Nono. La lunga marcia del Neutrality Act - Capitolo Decimo. 23, Wall Street: «La guerra è stata vinta dentro queste mura» - Capitolo Undicesimo. La House of Morgan e i prestiti alleati - Capitolo Dodicesimo. Il doppio standard della neutralità del presidente Wilson - Capitolo Tredicesimo. Il complesso intreccio fra interessi economici e strategie geopolitiche - Capitolo Quattordicesimo. La «Guerra di successione britannica» e i consiglieri del presidente Wilson - Capitolo Quindicesimo. Il Nye Committee e la damnatio memoriae storiografica – Appendice - Appendice I. Keynes, Versailles e Le conseguenze economiche della pace - Appendice II. John Pierpont Morgan e l'affondamento del Titanic. La «maledizione» della White Star Line - Note - Bibliografia - Indice dei nomi