Les poèmes de Fresnes |
Robert Brasillach Les poèmes de Fresnes Giuliano Ladolfi Editore, pagg.122, € 12,00
IL LIBRO – Di fronte allo specchio il giovane Brasillach scopre alla fine di essere come tutti solo al mondo: solo di fronte alla vita, solo di fronte alla morte e che non ci sono purezza o bellezza o sogni di grandezza da perseguire; che sempre la vita è quella che hai già vissuto perché è su quella che si fanno i conti, e la memoria è la cosa più preziosa con tutto quello che gelosamente conserva e nello stesso tempo la parte più crudele e difficile da regolare e gestire. E che non c'è intelligenza o fede che tenga di fronte alla disperazione della solitudine e della morte, di fronte al potere che affonda le sue ragioni unicamente nella forza per sopraffarti come è l'unica logica che traspare da vicende come questa e che sotto traccia regola la vita non di tutti, cosa banale e generica, ma di tutti coloro che si trovano dall'altra parte della barricata che sempre divide la vite dei più deboli dagli altri. DAL TESTO – “L'abbiamo visto che attraversava la porta, L’AUTORE – Robert Brasillach,scrittore e critico francese, nasce a Perpignan il 31 marzo 1909 e muore fucilato, in seguito alla condanna a morte per collaborazionismo e "intelligenza con il nemico", al forte di Montrouge il 6 febbraio 1945. Dopo l'École Normale Supérieure collabora, dal 1930, con l'Action française di Charles Maurras. Scrive anche sulle riviste "Candide" e "La Revue française". Nel 1936, dopo l'incontro con Degrelle, Brasillach manifesta più chiaramente le proprie inclinazioni antisemite e comincia a collaborare col foglio filofascista "Je suis partout". Autore di romanzi, poesie e saggi, tra le sue opere si ricordano: Histoire du cinema del 1934 (scritta in collaborazione con Maurice Bardèche, col quale firmerà anche Histoire de la guerre d'Espagne, pubblicata da Plon nel 1939); del 1939 è il romanzo Les sept couleurs. Nel 1940, mentre è prigioniero di guerra in Germania a seguito della sconfitta francese, pubblica Notre avant-guerre e Bérénice ou la Reine de Césarée. Di ritorno in Francia nel 1941, si dimette da commissario del cinema e riprende il ruolo di caporedattore a "Je suis partout". Nel 1943 inizia a collaborare con "Révolution nationale" e nel 1944 pubblica Six heures à perdre e Quatre Jeudis. Poco dopo si consegna prigioniero e viene rinchiuso a Fresnes dove avrà modo di comporre Poèmes de Fresnes e Anthologie de la poésie grecque. Fino a poco prima dell'esecuzione della pena capitale lavora a Chénier che uscirà postumo nel 1947. IL CURATORE - Raffaele Fragola ha studiato Lingue e Letterature Straniere a Pisa e Scienze Sociali all'École des hautes études di Parigi. A lungo docente nelle Scuole Medie Superiori ha svolto insieme attività di consulente per diverse case editrici e tradotto o curato opere di Jules Vallès, Auguste Blanqui, J. W van de Wetering, W H. Auden. Dal 1984 al 1991, con Ugo Leonzio, ha fondato e diretto la Compagnia DOPPIO TEATRO (mettendo in scena testi di F. Kafka, A. Strindberg, H. James, Thomas Bernard, S. I. Witkiewicz). Per i tipi della casa editrice Ignazio Maria Gallino di Milano ha pubblicato le raccolte di versi: Non più di un giorno (2002) e Infanzie-Punto-Baci (2006). INDICE DELL’OPERA – Pallottole e sillabe, di Raffaele Fragola - Epistola in forma di dedica su un Ritmo di Boileau - Canto per Andrea Chénier - Non so che pensare – Fresnes - Venga la notte - Paesaggio e prigione - I nomi sui muri - Salmo I - Salmo II - Il camerata - Salmo III - Salmo IV - Il mio paese mi fa male - Salmo V - Natale in cella - I giudici a giudizio - Il testamento di un condannato – Chanson – Gioielli - L'Onore bambino - Salmo VI - Salmo VII – Getsemani – Lazzaro - Ai morti di Febbraio - La morte in faccia - Notizie biobibliografiche del traduttore
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