Contro il giorno della memoria Stampa E-mail

Elena Loewenthal

Contro il giorno della memoria

Add Editore, pagg.93, € 10,00

 

loewenthal_controgdm  IL LIBRO – Da qualche anno il 27 gennaio è la data universalmente nota come Giornata della memoria, un giorno in cui si ricorda la tragedia della Shoah. Da anni si organizzano eventi, momenti di dialogo e di riflessioni, soprattutto dedicati ai più giovani, con la speranza che il mondo ricordi ciò che l’uomo ha compiuto. Ma che cosa sta diventando questa celebrazione? Una giornata da “dedicare” agli ebrei, rendere loro omaggio, diffondere informazione? Questo significa “traslare” la memoria: da se stessi ad altro, scaricarla.
  Per un verso, si è creato un modo di essere ebrei banalizzante che avvita l’identità intorno alla persecuzione. Si è ebrei solo in quanto figli di chi ha subìto la Shoah. L’altro pericolo, che ne è specularmente il rischio, è sentirsi rinfacciare l’industria della Shoah: gli ebrei alimentano questa industria della memoria per ottenere pietà dal mondo contemporaneo.
  Non è più il tempo di queste commemorazioni, ma il lavoro sulla memoria deve essere altro, deve essere quello di riportarla nei confini giusti, cioè invitando l’Europa, la società civile a riappropriarsene, a far guidare la commemorazione dalla consapevolezza che è memoria propria, non degli ebrei e delle loro famiglie che sono state perseguitate.
  Contro il giorno della memoria
è un pamphlet che molto farà discutere e che sarà in grado, grazie anche all’autorevolezza dell’autrice, di far nascere un interessante dibattito su temi importanti come la memoria collettiva, il ricordo, il senso della Storia.

  DAL TESTO – “[…] il GdM è ormai diventato un terreno friabile, dove non di rado si trova spazio per la polemica, la divagazione politica, il paragone improprio. Dove non di rado si esprime un certo fastidio, dove c’è un disagio più o meno consapevole. Dove, soprattutto, vengono affrontati argomenti fuori luogo. Inoltre, il GdM è spesso chiamato in causa, magari a una certa distanza dalla ricorrenza vera e propria. Più che la ricorrenza, la memoria in essa rievocata è spesso chiamata in causa in modo improprio, a volte insultante – per la memoria stessa e per chi è venuto dopo. Un vero e proprio abuso, per scopi più o meno demagogici.
  “Se il GdM è sentito come un atto di fedeltà e rispetto di una memoria altrui – quella degli ebrei – risulta infatti facile accusare i destinatari di tale omaggio quando sembra che a quella memoria non siano fedeli, quando la «tradiscono», mentre gli «altri» le rendono omaggio anche se non è memoria «loro». Ma come, noi ci inchiniamo alla vostra memoria e voi ne abusate?! La domanda ha un che di indignato, ed è ovviamente retorica. È, cioè, il presupposto di una serie di considerazioni critiche rivolte a chi non rispetterebbe quella memoria, anche se è sua. E per questo sarebbe colpevole due volte.
  “Questa è la ragione per cui, usciti dall’obbligo di celebrare la memoria – altrui – della Shoah, ci si sente più autorizzati di prima ad accusare gli ebrei di aver creato la cosiddetta «industria della Shoah», in parole povere di sfruttare quel precedente storico per far leva sul resto del mondo con i sensi di colpa, avanzando la pretesa di un risarcimento che può essere morale, monetario o politico. Potrà sembrare paradossale che proprio sulla scorta di questa celebrazione sentita come un omaggio al popolo sterminato venga invece a fondarsi il risentimento verso quel popolo. Ma tutto ha una sua logica interna, per quanto fondata sull’equivoco originario di considerare quella memoria come ebraica, e non dell’Europa. Altrui invece che propria.”

  L’AUTRICE – Elena Loewenthal è narratrice e studiosa di ebraistica. Nel corso degli anni ha tradotto e curato molti testi della tradizione ebraica e d’Israele. Tra i suoi numerosi saggi: Un’aringa in Paradiso. Enciclopedia della risata ebraica, L’ebraismo spiegato ai miei figli e Scrivere di sé. Ha inoltre pubblicato i romanzi Lo strappo nell’anima (Frassinelli, 2002), Attese (Bompiani, 2004), Dimenticami (Bompiani, 2006), Conta le stelle, se puoi (Einaudi, 2008, finalista al premio Campiello), Una giornata al Monte dei Pegni (Einaudi, 2010, vincitore del premio Chiara), La vita è una prova d’orchestra (2011), la raccolta di ricette Il mio piatto forte. La cucina ai tempi di facebook (Einaudi, 2012) e La lenta nevicata dei giorni (Einaudi, 2013). Insegna Cultura ebraica alla Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e scrive sulla «Stampa».

   INDICE DELL’OPERA – Qualche parola in prima persona - Lo specchio di Auschwitz - La celebrazione della memoria - La dismissione della memoria - Ma l’Europa è un cimitero - Il diritto di dimenticare