Conferenze di Tokyo |
Fabrice Midal Conferenze di Tokyo O barra O Edizioni, pagg.177, € 15,00
IL LIBRO – In queste conferenze tenute a Tokyo nel 2010, Midal si interroga circa la necessità dell'incontro tra pensiero occidentale e orientale, in particolare tra la filosofia e il pensiero buddista. Un pensiero che è una delle espressioni più sorprendenti di un'alterità che non è solo geografica, ma si dispiega nel cuore stesso del nostro mondo divenuto globale. DAL TESTO – “Heidegger, con il suo sforzo di leggere i testi fondativi della storia dell'Occidente, è il filosofo "meno greco" della storia occidentale, contrariamente a quanto afferma l'ignoranza dominante. Ma sapendo leggere i Greci come nessuno prima di lui, e questo tanto più avendo un rapporto libero con loro, egli apre la possibilità di un dialogo reale con l'Oriente. Ci insegna a staccarci dalle abitudini di pensiero che abbiamo adottato da secoli... e ci rende così aperti ad altri modi di pensiero, a pensieri non metafisici. Viceversa, è per il fatto che molti specialisti del buddismo non conoscono la storia della metafisica né il modo in cui essa struttura lo stesso linguaggio e i concetti, che le loro traduzioni sono così disorientanti. La lettura che danno del buddismo è, loro malgrado, totalmente imprigionata nel ghiaccio della metafisica. Prendiamo solo tre esempi: tradurre tathagatagarbha con "natura di Buddha", anitya con "im-perrnanenza" o pratityasamutpada con "coproduzione condizionata" o "coproduzione condizionale" testimonia di una lettura interamente metafisica che non permette minimamente di vedere il fenomeno di cui parlano i testi buddisti. In primo luogo perché questi termini appartengono in tutto e per tutto a un approccio categoriale, una specie di descrizione oggettiva della realtà, estranea al pensiero buddista. È importantissimo riconoscere che un errore di traduzione ha conseguenze ben più considerevoli di quanto non si creda comunemente, perché può avere un ruolo decisivo nell'istituzione di una civiltà.” L’AUTORE – Fabrice Midal è uno degli esponenti di rilievo della filosofia francese. Specializzato in astrattismo nell’arte moderna, ha pubblicato l’importante saggio Comprendre l’art moderne (2010). Buddista, ha fondato la Scuola occidentale di meditazione e ha scritto numerose opere per la fondazione di un buddismo occidentale, tra cui: Risquer la liberté (2009); Et si de l’amour on ne savait rien (2010); Pourquoi la poésie? (2010); Mandala, retrouver l’unité du monde (2010). INDICE DELL’OPERA – Introduzione - Prima conferenza (Il nichilismo e la valanga della psicologia dell'io. Il "pensare" alla prova del Dasein e del non-ego - La meditazione nell'era della prospettiva tecnica. Il dasein e il non-ego) - Seconda conferenza (Il sacro come volto del salvo. Ereignis e vacuità - Heidegger e il Giappone - Il volto del sacro - La fine dell'ontologia e l'Ereignis - Dei, kami e drala: aperture sulla poesia - Cosa chiamiamo poema? Orfeo e il fiore) - Terza conferenza (Nell'era dell'immondo. Dall'oblio del fenomeno del mondo - così come Heidegger ci permette di pensarlo - alla comprensione del mandala nella tradizione del buddismo tantrico - L'immondo e il mandala - La negazione del mondo nella filosofia - Stimmung e yidam: la questione del tono e della deità - La via della totalità: cavalcare la tigre) - Quarta conferenza (L'altro, l'essere-insieme (Mitsein), il nulla e la questione etica - La falsa distinzione tra me e l'altro - La colpevolezza è preferibile all'angoscia? - L'essere insieme) - Ringraziamenti
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