Siria. Dagli ottomani agli Asad. E oltre Stampa E-mail

Lorenzo Trombetta

Siria
Dagli ottomani agli Asad. E oltre

Mondadori Università, pagg.X-342, € 24,50

 

trombetta_siria  IL LIBRO – La Siria è da decenni al centro degli equilibri mediorientali. Eppure nonostante la lotta intestina che infuria nel Paese, rispetto ad altre questioni quella siriana continua a rimanere lontana dall'attenzione dei grandi media e dalla pubblicistica accademica e divulgativa. Questo volume intende fornire gli strumenti per indagare le cause interne che hanno determinato lo scoppio della rivolta nella primavera del 2011: un fenomeno senza precedenti per estensione geografica e temporale. E intende farlo tramite una lettura della storia moderna e contemporanea siriana. I richiami all'attualità sono presenti, ma forniscono il pretesto per approfondire i temi cruciali della questione: chi comanda realmente da oltre 40 anni nella Siria del Ba'th e degli Asad? Quello siriano è davvero un regime "laico" che "protegge le minoranze confessionali dalla minaccia fondamentalista"? Perché le proteste non violente represse nel sangue e la conseguente rivolta armata sono espressione per lo più delle zone periferiche e rurali a maggioranza sunnita? Quanto influiscono sugli equilibri interni le dimensioni regionale e internazionale? Cercare di dare risposta a tali quesiti è necessario per tentare di immaginare la Siria di domani.

  DAL TESTO – “Alla testa di una delegazione di oltre settanta imprenditori, nel giugno 2004 il presidente Asad è stato il primo capo di Stato siriano a effettuare una visita ufficiale in Cina da quando i due Paesi avevano stabilito relazioni diplomatiche nel 1956. L'obiettivo dichiarato era «imparare dai cinesi» a lanciarsi nel libero mercato, mantenendo forte il ruolo dello Stato sull'economia nazionale. I quotidiani governativi celebrarono l'evento: «La Siria intende beneficiare dell'esperienza cinese nella gestione e nello sviluppo dell'economia» (al Ba 'th, 20 giugno 2004), perché «la visione cinese dell'economia, basata su riforme pianificate e studiate accuratamente [...] si confà alla visione siriana di una liberalizzazione elaborata in modo maturo e volta a salvare la gente da traumi sociali» (ath Thawra, 21 giugno 2004). Il progetto era ambizioso: riproporre il «modello cinese» dell'economia sociale di mercato, in cui la logica capitalistica è teoricamente in armonia e non in contraddizione con il ruolo sociale dello Stato […]. Le autorità assicurarono che «per un periodo di transizione di cinque o dieci anni lo Stato non abbandonerà i suoi doveri nei confronti dei settori più sfavoriti [della società] e il settore pubblico sarà mantenuto intatto e non ci saranno privatizzazioni: continuerà a funzionare nel nuovo contesto di mercato ma gli operai e gli impiegati non saranno licenziati» […]. Il governo sottolineava però l'esigenza di mantere un approccio progressivo alle riforme. E ciò in linea con la strategia del regime sin dai tempi di Asad padre: ogni qual volta si era trovato in crisi, aveva annunciato «riforme»: sapeva bene di non poter veramente riformare il sistema, ma al tempo stesso sapeva di dover guadagnare tempo nei confronti di un'opinione pubblica sempre più insoddisfatta.”

  L’AUTORE – Lorenzo Trombetta (Ph. D. 2008) è studioso di Siria contemporanea: dopo aver indagato nella sua tesi di laurea il ruolo della propaganda nell'era del Ba’th, ha dedicato la tesi di dottorato, discussa alla Sorbona di Parigi, all'analisi della struttura del potere dominato dalla famiglia Asad. Arabista, dal 1998 ha vissuto per lunghi periodi a Damasco, dove ha perfezionato la conoscenza dell'arabo studiato alla scuola orientalistica di Roma. Giornalista professionista, dal 2005 vive stabilmente a Beirut dove è corrispondente per l'agenzia di notizie «Ansa» e per «Limes», la rivista italiana di geopolitica. Alla Siria ha dedicato capitoli in volumi collettanei e numerosi articoli accademici e divulgativi apparsi su diverse riviste italiane e straniere. Al 2004 risale lo sua prima monografia: Siria. Nel nuovo Medioriente (Editori Riuniti).

   INDICE DELL’OPERA – Nota alla traslitterazione dall'arabo e Indice delle cartine – Introduzione – Ringraziamenti - Prologo. Nelle sabbie mobili dell'informazione (Il muro del silenzio - Primavera 2011: cambiano le regole del gioco? - Giornalisti stranieri accreditati in Siria - Una, mille o nessuna verità? - La conta dei morti - Il silenzioso lavoro del VDC - Al Jazira e la memoria corta degli "anti-imperialisti" - In punta di piedi sulle sabbie mobili - Il necrologio come fonte d'informazione - Informazioni non verificabili. Cosa fare?) - Prima parte. Dalla pax ottomana alla pax di Asad padre - 1. Dalla fine degli ottomani all'indipendenza (1916-1946) (Tra Suriya e Bilad ash Sham - Un'identità stratiforme in mutamento - La cesura modernista - A spasso con al Hakim tra le terre di Sham - La Siria moderna è un compromesso politico - Le dimensioni socio-geografiche e il mosaico comunitario - Re Faysal e il miraggio panarabo - Il mandato, ascesa di una nuova classe politica - Verso l'indipendenza. I primi semi della discordia) - 2. Dall'indipendenza ad Asad padre (1946-1970) (Dai notabili delle città ai militari delle campagne - Hawrani, «le campagne nella politica» - 1954, le prime e ultime elezioni libere e pluraliste - I militari al governo - Il fallimento della RAU e la nascita del neo-Ba'th - Gli ufficiali baatisti alla conquista della Siria - Tensioni per il potere: le lezioni di Hama) - Seconda parte. Il regime - 1. Il sistema di potere di Hafez al Asad (1970-2000) (Incontrastato raìs - Il vero potere è dietro le istituzioni - L'apparato di sicurezza - Esercito ideologico, esercito familiare - Hama 1982. Oltre il massacro - Le reti affaristico-repressive - Un regime alawita? - «Shabbiha», le origini) - 2. Bashar al Asad. Vernice fresca a Damasco («Largo al nuovo raìs» - La breve parabola dei tecnocrati di Bashar - Illusoria primavera a Damasco - Riformisti in scacco - La svolta del 2005) - 3. La nuova oligarchia (L'apparato di sicurezza - Controllo e repressione - Caratteristiche e funzioni dei vertici delle mukhabarat - Reti affaristiche e lotta per il potere - La "zona grigia" non è la «maggioranza silenziosa») - Terza parte. La fine degli Asad - 1. Il disagio sociale. I nuovi esclusi (Il «modello cinese». Cambiare per conservare - Nuova cooptazione del settore privato - Sedotti e abbandonati: la piccola e media imprenditoria - La Siria profonda. Sempre più povera e dimenticata - Dai sobborghi polveriera a Dar'a - Le ONG della First Lady) - 2. Tensioni confessionali crescono (Non cittadini ma soggetti comunitari - Antico rancore sunnita - Gli alawiti. Paura, armi e frange del dissenso - Non è solo e sempre «guerra civile» - Cristiani che si autoescludono dalla società) - 3. Voci dalla Siria non violenta (I semi di Daraya - Rivoluzione senza fucili - Yara Shammas, la «terrorista» cristiana - Il pericoloso messaggio trasversale di Rima Dali - Gli studenti danno lezione. E finiscono in carcere) - 4. Il caleidoscopio delle opposizioni (Oppositori, attivisti, disertori: gente comune - L'Occidente e lo "spettro libico" - Gli attori della rivolta popolare - Il Consiglio nazionale, prigioniero di se stesso - Fratelli musulmani a lavoro dietro le quinte - Il Comitato nazionale, rappresentante di se stesso - Il rebus curdo - Il «dialogo nazionale», il monologo per prender tempo - La finta opposizione. Il regime si guarda allo specchio) - 5. Violenza chiama violenza (Civili alle armi - La dimensione regionale - La radicalizzazione della rivolta - L'obiettivo non è l'Islam - Piccoli salafiti-jihadisti crescono - Stranieri. Tra mercenari e novelli panarabisti - Furfanti, signori della guerra, segnali di speranza) – Conclusioni - Ricomporre le realtà siriane. Oltre gli Asad - Appendice. La bandiera, simbolo di unità e divisione – Bibliografia – Cronologia - Indice dei nomi