L'ombra del kahal |
Alessandro Cifariello L'ombra del kahal Viella, pagg.284, € 28,00
IL LIBRO – Russia, seconda metà dell’Ottocento. La questione ebraica diviene argomento di dibattito pubblico sulle pagine di giornali e riviste. Brafman pubblica Il libro del Kahal, e scatena le fantasie più pericolose dei giudeofobi russi. Kahal, da termine indicante la forma di autogoverno delle comunità ebraiche dell’Europa orientale, acquisisce ora il significato di potenza occulta che, attraverso una cospirazione planetaria, attua il programma di dominazione del mondo, dirige la mano armata del nichilismo nel suo attacco all’Europa, e realizza il progetto di disgregazione fisica e morale dell’Impero russo. DAL TESTO – “In questo brevissimo accenno alla nascita e all'evoluzione dell'idea antisemita in Russia, e in particolare a Dostoevskij, che considero la punta di diamante del pensiero giudeofobo, slavofilo e antinichilista dei nazionalisti russi, si percepisce pienamente il sincretismo di concezioni giudeofobe (la fede, come questione personale e di comunità) e antisemite (il sangue giudaico). M. Zolotonosov, specialista in materia di letteratura antisemita, definisce il fenomeno coniando l'acronimo SRA. La SRA è la peculiare manifestazione dell'antisemitismo russo che accumula materiale estraneo, ne modifica funzionalmente il valore e ne livella il significato per renderlo omogeneo alla nuova cultura in cui viene inserita. Così facendo, la SRA tende a scuotere le corde dell'anima russa giocando su tre elementi distintivi: la giudeofobia (l'atavica paura degli ebrei), il mistero (in particolare l'inclinazione verso l'ignoto), il governo occulto (una Volontà Superiore che domina segretamente il mondo). Con SRA s'intende dunque «una parte determinata dell'insieme culturale russo che non esiste autonomamente (per le parole di un ebreo, "il sostrato dell'antisemitismo penetra come elemento necessario nella letteratura russa del XIX secolo"), che da un lato è sottoposta a leggi universali ed entra nel campo semantico comune e dall'altro possiede la capacità, con il proprio codice, di codificare altre subculture». A questo riguardo, oltre a ricordare che, trattandosi di testi che spaziano tra XIX e XX secolo, sarebbe «improprio parlare di "antisemitismo" prima del 1879-1880, quando Wilhelm Marr impiegò il termine in senso antiebraico», De Michelis rileva che «potrebbe parere una vacua preoccupazione terminologica, se dietro ad essa non vi fosse il problema della interrelazione tra antigiudaismo, giudeofobia e antisemitismo, termini il cui uso indifferenziato complica anziché chiarire la questione».” L’AUTORE – Alessandro Cifariello, dottore di ricerca in Slavistica, insegna Lingua, letteratura e cultura russa presso l’Università di Bari. Ha curato la pubblicazione di Percorsi della Memoria (Roma 2007) e Padri e figli (Roma 2010). INDICE DELL’OPERA – Prefazione, di Cesare G. De Michelis – Introduzione - 1. La questione ebraica. Premesse storiche (1. Le grandi spartizioni - 2. La zona di residenza) - 2. Gli ebrei nella lingua e nella letteratura russa (1. I nomi dell’ebreo - 2. Genesi di un topos) - 3. La giudeofobia russa (1. Tra giudeofilia e giudeofobia: “žid” e polemiche letterarie - 2. Dal “židok” al “žid idët” - 3. A caccia di “židy”) - 4. La subcultura antiebraica nella cultura russa (1. La giudeofobia “oggettiva”: l’ebreo sfruttatore - 2. La giudeofobia occulta: il “complotto ebraico” - 3. Razzismo e antisemitismo - 4. Sincretismo antiebraico) - 5. Antinichilismo e giudeofobia (1. L’antinichilismo - 2. Il romanzo antinichilista - 3. L’antinichilismo giudeofobo) - 6. Il mito del complotto ebraico nel romanzo russo (1. Bezdna - 2. Tëmnyj put’ - 3. Žid idët - 4. Po gorjačim sledam - 5. Sredi evreev) – Bibliografia - Indice dei nomi
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