Il minore dei mali possibili |
Eyal Weizman Il minore dei mali possibili Edizioni Nottetempo, pagg.309, € 18,00
IL LIBRO – Da sant’Agostino a Leibniz, da Voltaire a Hannah Arendt, l’idea del “male minore” ha percorso il pensiero morale occidentale, tra critiche e parodie. Oggi è entrata di prepotenza nella storia e nella pratica dei conflitti, nel diritto umanitario e nelle istituzioni che dovrebbero salvaguardarlo. Dalla carestia etiope del 1984 agli assedi israeliani in Palestina, dai bombardamenti intelligenti in Iraq alla guerra dei droni, gli apparati militari, il diritto internazionale, la politica e il mondo degli operatori umanitari stringono ambigue alleanze, in nome della definizione del “minore dei mali possibili”. E, come in un laboratorio, le vittime si trovano a essere calcolate, a tutela di un bene residuale, in base ai parametri “accettabili” di una violenza modulata e preventiva di un male maggiore. L’architetto e teorico israeliano Eyal Weizman dispiega la mappa degli orrori contemporanei, dei loro eufemismi e della paradossale strategia etica della “necro-economia”: guerre umanitarie, equazioni per il calcolo delle morti civili, vittime collaterali, distruzioni pianificate. DAL TESTO – “Il principio del male minore è spesso presentato come un dilemma tra due o piú cattive scelte in casi in cui le opzioni disponibili sono, o sembrano essere, limitate. La scelta fatta giustifica la messa in atto di azioni nocive che sarebbero altrimenti ritenute inaccettabili, nella speranza di evitare sofferenze maggiori. A volte il principio è presentato come il risultato ottimale di un campo generale di calcoli volti a comparare, misurare e valutare diverse conseguenze negative in relazione ad atti necessari, e quindi a minimizzarne le ripercussioni. Entrambi gli aspetti di tale principio sono interpretati come elementi di un sistema chiuso in cui sembra che chi mette sul tappeto il dilemma, le opzioni disponibili per la scelta, i fattori e i parametri stessi di calcolo, non possa essere criticato o contestato. Ogni calcolo è rifatto da capo, come se la precedente accumulazione di eventi non avesse avuto luogo e le implicazioni future fossero imperscrutabili.” L’AUTORE – Eyal Weizman, architetto e teorico israeliano, insegna al Goldsmiths College di Londra, dove dirige il Centre for Research Architecture e il progetto Forensic Architecture. Tra i suoi libri tradotti in Italia, ricordiamo Architettura dell'occupazione (2009) e Il male minore, edito da nottetempo nel 2009. INDICE DELL’OPERA – Prefazione all'edizione italiana - 1. Il presente umanitario (665 - Malfattori minori - La legge di Pangloss - Macchine per il calcolo della riduzione del male - Un governatore etico - La guerra dei folli - Tori e ragni – Note) - 2. Arendt in Etiopia (A proposito di omelette e uova - La politica della compassione - Sfidare il terzomondismo - L'ottica umanitaria - La testimonianza dei morti - Gli eserciti della compassione - Minima moralia - L'arcipelago dell'aiuto - Polis e polizia – Note) - 3. Il migliore dei muri possibili (Proporzionalità materiale - Il muro come strategia di guerra - Milgram a Gaza - Attacco legislativo - Anarchici contro la legge – Note) - 4. Architettura forense: solo il criminale può spiegare il crimine (Di fronte al foro - Ossa parlanti - L'era delle scienze forensi - Morire per parlare - La scienza forense alla prova forense - Feticismo forense - Il trentesimo civile - Pianificare le rovine - L'avvocato del diavolo – Note) – Epilogo. La distruzione della distruzione - Dall'archivio del Ministero dei Lavori Pubblici e dell'Edilizia di Gaza – Ringraziamenti - Indice dei nomi e dei luoghi - Indice delle illustrazioni
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