Privilegium. L'Italia divorata dalle lobby |
Michele Ainis Privilegium Rizzoli, pagg.177, € 17,00
IL LIBRO – I figli dei bancari ereditano il posto del padre. Le mogli dei ferrovieri viaggiano in treno gratis. I sindacalisti sono esentati dai contributi pensionistici. I docenti di religione guadagnano più di chi insegna matematica. Piccole cose? Tutt’altro: sono i segni rivelatori di una rete di privilegi e ingiustizie, in gran parte sommersa, che copre l’intero Paese. E ora che una fase politica della nostra storia si è chiusa e che ci accingiamo a raccogliere i cocci di un’Italia provata dalla crisi economica, la parola d’ordine è: sviluppo. Ma non c’è sviluppo senza rilancio economico, e non c’è rilancio economico in un mercato prigioniero di mille corporazioni che vivono beatamente e pigramente delle proprie rendite di posizione. Notai, petrolieri, banchieri, farmacisti, commercialisti, assicuratori sono solo alcune delle lobby, ben rappresentate in Parlamento, alle quali paghiamo conti salatissimi imposti dai loro cartelli. E che lo Stato foraggia con le nostre tasse, confezionando di volta in volta leggi su misura che ne garantiscono la legittimità e il benessere. Tanto che abbiamo in circolo 63.000 norme di deroga, con buona pace del principio di eguaglianza. Uno schiaffo al merito, alla concorrenza, alla mobilità sociale: e infatti un italiano su due rimane intrappolato nel proprio ceto d’origine e dagli anni Ottanta la disuguaglianza sociale è cresciuta del 33%. In questo libro documentato e appassionato, Michele Ainis individua il ganglio fondamentale su cui si gioca la prossima, decisiva, partita dell’Italia: liberarci dalla dittatura degli interessi privati per diventare un Paese dinamico e competitivo. Come? Grazie a una vera liberalizzazione, con leggi ferree e senza eccezioni. Come scrive Ainis, “Non resta che la rivoluzione. Pacifica, ordinata; ma senza dispense né indulgenze, senza salvacondotti per i vecchi vassalli e valvassori. Di eccezioni, fin qui, ne abbiamo sperimentate troppe. Ora è il tempo della regola”. DAL TESTO – “Il vuoto di regole, però, rappresenta un'eccezione. Specialmente alle nostre latitudini, dove la botte del diritto è sempre piena. Sicché dispensa poteri, prerogative, privilegi nelle mani rapaci delle corporazioni. A cominciare dagli ordini professionali, la cui disciplina normativa risale al 1938, lo stesso anno delle leggi razziali. La legge n. 897 dispose infatti che ingegneri, architetti, chimici, periti industriali, commercialisti, agronomi, ragionieri, geometri non potessero esercitare la loro professione senza l'iscrizione all'albo. Ai medici aveva già provveduto una legge del 1935, agli avvocati un decreto regio del 1933. Dalla monarchia alla repubblica, dal fascismo alla democrazia, non è cambiato un fico secco. Anzi no, s'è allargato a dismisura il numero dei commensali. Adesso ne abbiamo in circolo 28, compreso l'ordine degli «attuari» (che mai faranno?), quello degli spedizionieri doganali (regolato da due leggi: una del 1960 e l'altra del 2000), quello dei tecnologi alimentari (1800 adepti). E senza contare albi e collegi, come l'albo dei buttafuori (inventato da una legge del 2009): altrimenti dovremmo triplicare questa cifra. I loro iscritti sono oltre 2 milioni, con un incremento del 70% dal 1998 al 2008. Generano un volume d'affari che vale il 15% del Pil (196 miliardi). Gestiscono 16 casse previdenziali autonome (patrimonio complessivo: 50 miliardi di euro, investiti in beni immobili e titoli finanziari). Dispongono di 2 mila sedi lungo la penisola. Hanno perfino il loro Soviet supremo: si chiama Cup, Comitato unitario delle professioni.” L’AUTORE – Michele Ainis è tra i più noti costituzionalisti italiani. Insegna all’università di Roma Tre. Scrive sul Corriere della Sera e su l’Espresso. Ha pubblicato una ventina di saggi su temi politici e istituzionali. INDICE DELL’OPERA – Un nuovo feudalesimo – I. La penisola dei privilegi - 1. Benefìt di Stato (A ciascuno il suo tesoro - Figli e figliastri) - 2. Privilegi corporativi (Quando manca la regola - L'ordine degli ordini - Giudici ingiudicabili - La guerra dei taxi - Notai a due teste - Sanità pubblica, guadagni privati - False liberalizzazioni) - 3. Privilegi fiscali (Aiuti di Stato - Oboli religiosi - Le mani sulla cultura) - 4. La lingua dei forti (L'italiano orfano - Minoranze linguistiche, prepotenze legislative - Il taglio della lingua agli immigrati) - 5. Discriminazioni per legge (Etica di Stato - La questione femminile - La questione omosessuale - Le maledizioni dell'anagrafe - I nuovi schiavi - Carceri-vergogna) - 6. L’assalto delle lobby (Il secondogoverno Prodi (2006-2008) - Il quarto governo Berlusconi (2008-2011) - Il governo Monti (2011-2012)) – II. Quale eguaglianza - 1. La forbice della diseguaglianza - 2. Regole e deroghe - 3. Tre fattori di crisi - 4. Quali rimedi? La legge dei cittadini - 5. La Camera dei cittadini - Indice delle categorie
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