Romanzo nazionale Stampa E-mail

Michele Ainis

Romanzo nazionale
L'Italia e gli inganni della politica

Dalai Editore, pagg.319, € 14,90

 

ainis_romanzo  IL LIBRO – Le elezioni del 2013 verranno ricordate come le più dirompenti della nostra storia repubblicana. Un movimento che non è un partito è diventato l'ago della bilancia di ogni politica futura. Grazie alla sua pressione l'età media dei parlamentari si è molto abbassata. Tante istanze della piazza sui costi e sulle regole della politica sono ormai parole d'ordine in tutti gli schieramenti. Siamo alla vigilia di una grande svolta storica, che ci regalerà un Paese più giusto e più efficiente? Per non credere alle sirene di populismi vecchi e nuovi, per capire che tipo di democrazia vogliamo, dobbiamo domandarci perché l'Italia sia perennemente un'incompiuta. E la risposta ospita un elenco di promesse tradite, di attese deluse, di riforme sbagliate. È la storia che racconta questo libro, per mettere a nudo gli inganni di ieri e di oggi della politica nazionale. Dal federalismo alla semplificazione normativa, dal fisco alle troppe Autorità che litigano sulle rispettive competenze, dalla giustizia alla legge elettorale, per non parlare poi delle province, della riduzione dei parlamentari, dei temi etici, della lotta alle lobby. Eccoli dunque i nostri mali atavici, ecco il nostro "romanzo nazionale". Riusciremo a cambiare la politica? Michele Ainis non ci dà risposte consolatorie e oracolari. Piuttosto ci ricorda che ogni identità si forma grazie a ciò che si respinge. Come nel verso di Montale: "Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo".

  DAL TESTO – “Vogliamo enumerarle, le riforme abbozzate e mai varate? Non soltanto quelle di rango costituzionale, non solo le riforme istituzionali in senso lato. C'era per esempio la legge sul testamento biologico, che per un biennio ha innescato scontri furibondi, salvo finire su un binario morto. Una culpa felix, almeno in questo caso: dato che il testo in discussione negava in radice la libertà di rifiutare l'accanimento terapeutico, e dato che nel vuoto normativo ogni giudice può decidere in base alle circostanze, alle mutevoli condizioni e convinzioni di ciascuno. Ma negli altri casi no, le riforme sarebbero state urgenti, talvolta indispensabili; eppure i partiti non ce le hanno dispensate.
  “Non sulla giustizia, dove abbiamo registrato un singhiozzo di provvedimenti episodici e parziali, o altrimenti grandi annunci regolarmente disattesi. Non sulle tasse, nonostante il fardello del lavoro nero e dell'evasione fiscale. Non sull'informazione, a partire da una nuova governance della Rai, che la difenda da ogni lottizzazione. Non sulle province, di cui era stata promessa l'immediata abolizione, mentre ci siamo dovuti contentare di qualche sforbiciata. Non sulla democrazia interna dei partiti, che restano perciò associazioni non riconosciute, come un circolo di caccia. Non sul processo legislativo attraverso l'aggiornamento dei regolamenti parlamentari, dato che la bozza bipartisan Quagliariello-Zanda (presentata nel febbraio 2012) non è mai uscita dal suo bozzolo. Come d'altronde le molte bozze di riforma della Costituzione, perlopiù firmate dal ministro Calderoli: le Camere non ne hanno mai votato una.”

  L’AUTORE – Michele Ainis è tra i più noti costituzionalisti italiani. Insegna all’università di Roma Tre. Scrive sul “Corriere della Sera” e su “l’Espresso”. Ha pubblicato una ventina di saggi su temi politici e istituzionali.

   INDICE DELL’OPERA – Introduzione - 2008. Il miraggio - 2009. L'anno dei conflitti - 2010. Un anno vissuto pericolosamente - 2011. Centocinquant'anni di unità acerba - 2012. Il guado dei tecnici - 2013. Il rantolo della seconda Repubblica - Fonti - Indice dei nomi