Perché i tedeschi? Perché gli ebrei? Stampa E-mail

Götz Aly

Perché i tedeschi? Perché gli ebrei?
Uguaglianza, invidia e odio razziale 1800-1933

Einaudi, pagg.XX-277, € 32,00

 

aly_perche  IL LIBRO – Perché gli ebrei? Perché i tedeschi? Si tratta di due domande difficili, - che attendono una risposta dal 1945 - volte a comprendere perché l'Olocausto abbia avuto origine proprio in Germania. Sono le domande che Götz Aly affronta coraggiosamente in questo volume. Aly descrive la sbalorditiva ascesa sociale degli ebrei tedeschi tra il 1800 e il 1933 e l'invidia che tale dinamismo suscitò nei loro contemporanei cristiani, meno vitali. La presunzione nazionalista dei cristiani si alimentò di debolezza, invidia e paura della libertà, per condurre, infine, al tragico epilogo dell'antisemitismo omicida. Un libro, questo, che aiuta a comprendere l'Olocausto come parte organica della storia tedesca.
  Da molti anni Götz Aly si interroga sul passato nazionalsocialista e ogni volta arriva a risposte scomode e inquietanti. Chi voglia conoscere meglio la storia tedesca del Novecento deve confrontarsi necessariamente con i risultati delle sue ricerche.
  All'inizio del XIX secolo gli ebrei tedeschi seppero cogliere le opportunità offerte dalla nuova libertà economica. Essi si riversarono nelle professioni allora emergenti: divennero commercianti, imprenditori, medici, avvocati, banchieri e giornalisti. Inoltre garantirono ai propri figli un'istruzione di buon livello: intorno al 1900, in Germania, gli studenti ebrei che conseguivano la maturità erano otto volte di piú dei loro compagni cristiani.
  La reazione dei tedeschi, piú lenti nella loro ascesa sociale, fu caratterizzata da invidia e gelosia: sostennero la necessità di proteggere i cristiani, non gli ebrei; cercarono appoggio e conforto nella collettività, tentarono di accrescere la loro autostima denigrando gli altri - gli ebrei. Questo libro si allontana dai consueti modelli concettuali sulle origini della barbarie nazista. Götz Aly indaga e descrive con lucidità le radici piú profonde dell'antisemitismo omicida, radici che affondano nel cuore pulsante della storia e della società tedesca.

  DAL TESTO – “Baur, Fischer e Lenz trasformarono il volgare pregiudizio in nozioni in apparenza fondate, l'adunco nasone ebreo in un naso dal carattere dominante convesso. Fischer scriveva che gli ebrei, definiti spesso semplicemente «razza dell'Asia anteriore», «erano totalmente avulsi dal contesto europeo». «E dunque, - riassumeva in tono quasi trionfante, - riguardo agli Ebrei e ai Germani, si può senz'altro parlare di caratteri razziali e di razze e distinguerle nettamente tra loro». Ne conseguiva che la «popolazione bastarda», cioè i discendenti degli ebrei e dei normo-europei di Fischer, era caratterizzata da una particolare incisività dei caratteri dominanti ebraici: «i capelli neri» e «qualche altro tratto fisiognomico». Nella sezione successiva, Lenz spiegava i pericoli genetici. Suffragando il discorso con dati statistici, constatava che gli ebrei erano molto più spesso ciechi e sordomuti dalla nascita, si ammalavano di diabete ed erano particolarmente soggetti a disturbi maniaco-depressivi. Invece l'uomo nordico superava tutte le altre razze in fatto di «volontà, costanza e solerte lungimiranza»; «queste doti spirituali [lo ponevano] alla testa dell'umanità».
  “Fischer sosteneva con la massima scientificità che era «l'impronta della razza nordica» ad aver regalato, e a continuare a regalare, ancora oggi ai popoli d'Europa così tanti pensatori, inventori, artisti. Per quanto riguardava gli ebrei, Lenz giungeva alla conclusione che possedessero un patrimonio ereditario volto «non tanto al dominio e allo sfruttamento della natura, quanto al dominio e allo sfruttamento dell'essere umano». Li definiva «razza cerebrale» e ascriveva loro la «sorprendente capacità di entrare nella mente degli altri uomini e guidarli secondo il loro volere».”

  L’AUTORE – Götz Aly (Heidelberg 1947) insegna al Fritz Bauer Institut presso l'Università di Francoforte. Giornalista tra i piú noti, ha pubblicato numerosi studi sul nazionalsocialismo e sullo sterminio ebraico. Per Einaudi ha pubblicato Lo stato sociale di Hitler (2007) e Perchè i tedeschi? Perchè gli ebrei? (2013).

   INDICE DELL’OPERA – La domanda delle domande (1. Perché i tedeschi? Perché gli ebrei? - 2. Smania di uguaglianza, paura della libertà - 3. Note metodologiche) - Perché i tedeschi? Perché gli ebrei? – I. 1800-70: gli amici e i nemici degli ebrei (1. Emancipati dall'alto e a malincuore - 2. Tedeschi buoni e tedeschi cattivi? - 3. La cultura come autoemancipazione - 4. Il credito subentra al diritto feudale - 5. L'odio per lo straniero del nazionalismo democratico - 6. Gli ebrei tra rivoluzione e reazione) - II. 1880: l'antisemitismo è una questione sociale (1. Ricacciati indietro e privi di riferimenti - 2. Cristiani inerti, ebrei vitali - 3. Dall'invidia sociale all'antisemitismo - 4. Progresso, crisi, antiliberalismo) – III. L'avanzata del collettivismo «popolare» (1. Un po' più di equità, vi prego! - 2. Una nuova scienza: gli «studi razziali» - 3. La socialdemocrazia e la questione ebraica - 4. Il socialismo nazionale di Naumann) - IV. Guerra, declino e odio antiebraico (1. 1916: un cattivo presagio, il censimento degli ebrei - 2. Socialismo di guerra, disfatta, caos - 3. Dall'armistizio al diktat di Versailles - 4. La guerra razziale soppianta la lotta di classe) - V. Masse deboli, razza forte (1. La patologica impotenza degli ottusi - 2. Pronostici: Mosca, Vienna, Monaco - 3. Bürger: «Gli ebrei ci sono intimamente estranei» - 4. I carrieristi: mio nonno e i Gauleiter – 5. I giovani: dall' «io» al «noi» nazionalista) - VI. Il Partito nazionalsocialista del popolo (1. Fanatismo esaltante per i lavoratori - 2. 1930: la NSDAP realizza ingenti «profitti di crisi» - 3. Un odio popolare ottuso e quasi muto – 4. Una nuova morale per la rapina e l'assassinio) - VII. Una storia senza fine (1. Il pericolo viene dai deboli - 2. Il terrore dell'uguaglianza, il veleno dell'invidia) – Note – Bibliografia - Indice dei nomi