Devotio Stampa E-mail

Leonardo Sacco

Devotio
Aspetti storico-religiosi di un rito militare romano

Aracne Editrice, pagg.224, € 14,00

 

sacco_devotio  IL LIBRO – La devotio era un antico istituto romano nel quale un magistratus dotato di imperium militiae (consul, dux, praetor), dopo essersi votato alle divinità infere e alla Terra, osservando minuziosamente un rito codificato dalla “teologia pontificale” (LIV. VIII 9, 6-8), si lanciava tra le schiere nemiche, per trovarvi la morte, al fine di garantire la vittoria alla propria parte e di salvare l’integrità della res publica. Un voto, dunque, o un sacrificio? Né l’uno, né l’altro, invero, ma qualcosa di assimilabile, nella forma, ad entrambi. Allo stato delle cose, l’idea di questo libro nasce da un’esigenza ben precisa: quella, cioè, di “ri-collocare” la devotio nell’ambito giuridico-rituale, ma soprattutto storico-culturale, della Roma antica.
  Il libro è ricco di spunti interessanti e mette il lettore di fronte a realtà lontane dalla nostra mentalità. In un’epoca in cui la tecnologia e l’economia decidono le sorti delle guerre può risultare strano come gli antichi popoli Italici ricorressero a pratiche che noi, spontaneamente, definiremmo come “magiche”, per avere la meglio in battaglia. Gli antichi consoli romani, infatti, potevano votare sé stessi, insieme a tutto l’esercito nemico, agli dèi, trasferendo persone dal mondo degli uomini a quello degli abitanti degli Inferi.

  DAL TESTO – “Nel suo racconto, Livio, organizzando e rielaborando il flusso dei dati, secondo una gerarchia di valori e ideali sostanzialmente “romani”, caricava di precisi significati la vicenda deciana ridando nuova linfa a un patrimonio di tradizioni del passato che avrebbe fornito vigore e sostegno al futuro di Roma. Il contesto culturale romano ne risultava significativamente rinsaldato, a conferma, si direbbe, della tesi formulata da Georges Dumézil, secondo il quale presso i Romani «la mitologia pur essendo stata radicalmente eliminata a livello di teologia ha prosperato comunque sotto forma di storia». In altre parole, quei tratti che in altre culture erano stati propri delle vicende legate al “divino”, si ritrovavano correlati a figure umane assimilate a dèi e/o ad “eroi”: più esattamente, secondo il Dumézil non si trattava di affermare che i Romani fossero privi di una mitologia, quanto di delimitarne il “campo ideologico”, che, nel loro caso, sarebbe stato propriamente “storico”; i miti, cioè, si sarebbero “storicizzati” in eventi e personaggi della tradizione nazionale come, ad esempio, la vicenda di Romolo e quella di Orazio Coclite. Dumézil non si pose il problema della demitizzazione come processo storico coinvolgente il culto divino, né quindi considerò la storificazione dei miti come variabile concomitante alla ritualizzazione, né mai si richiamò, se non per taluni dettagli, all’opera di Koch: Dumézil notò come in luogo del “mito” (sistema narrativo concernente gli dèi), Roma privilegiasse l’“epopea” (sistema narrativo concernente vicende umane poste alle origini dell’Urbs), conservando – altresì – gli héritages di sistemi mitici indoeuropei. Il suo indirizzo metodologico si basava sulla linguistica e sull’antropologia per elaborare un tipo di comparazione ordinato all’interpretazione soprattutto di testi propri di culture rientranti nel gruppo indoeuropeo. In quest’ottica, i Decii, nella nobiltà e nel grandioso dramma del rituale da essi compiuto, ben rientravano in questa epopea nazionale.”

  L’AUTORE – Leonardo Sacco (Roma 1965), laureato in Scienze storico-religiose e in Giurisprudenza, è uno studioso di formazione metodologica storicista, ricevuta dalla Scuola romana di Storia delle religioni. Tra i suoi lavori: Raffaele Pettazzoni e “Italia religiosa”: un enigma storiografico? (in «Storiografia», 2004); Devotio (in «Studi Romani», 2004); SMSR: perché? (in «Archaeus» 2006); Osservazioni comparative sulla sepoltura della Vestale a Roma (in «Mediterraneo Antico», 2009-2010); Nota su alcuni aspetti storico-religiosi dell’“evocatio” (in «Mythos», 2011).

   INDICE DELL’OPERA – Prefazione, di Attilio Mastrocinque - Perché un libro sulla devotio? - Capitolo I: Nozioni di religione romana (Note introduttive – La pax deorum, l’ordo sacerdotum e il mos maiorum) - Capitolo II: La preghiera, il votum e i sacrifici (La preghiera, il votum e il formalismo giuridico-rituale – A proposito dei “sacrifici umani” – Confronti) - Capitolo III: Ver sacrum, devotio, Guerriero di Capestrano e pharmakós (Il ver sacrum – La devotio Devotio ducis e devotio hostium – Il Guerriero di Capestrano – Il pharmakós – Su ver sacrum, devotio, Guerriero di Capestrano e pharmakós in una prospettiva storico-religiosa) - Capitolo IV: La devotio e il simbolismo rituale (Cinctus Gabinus e caput velatum – “Manu subter togam ad mentum exserta” – “Super telum subiectum piedibus stantem”) - Capitolo V: Le devotiones “per analogia” (Fabius Dorsuo – Patres Conscripti – Marcus Curtius – Claudius “Gothicus”) - Conclusioni - Indici - Bibliografia