Otto von Habsburg

Carlo V

Ecig, pagg.328, € 18,50

  IL LIBRO – Duca di Borgogna, re di Spagna, imperatore del Sacro Romano Impero: questi alcuni dei più significativi titoli attribuiti a Carlo V, ultimo sovrano a simboleggiare l'Europa nella sua unità.
  Nipote dell'imperatore Massimiliano I, «l'ultimo cavaliere» nacque e crebbe in Borgogna, nel cuore di quella straordinaria formazione politica che, coagulatasi fra la Germania e la Francia, si estendeva dai Paesi Bassi fino al sud della Francia, raccogliendo dunque tutte le correnti culturali dell'Europa romanica e germanica così da strutturarsi in una ideale cultura capace di rappresentare l'Occidente cristiano.
  Fu lo spirito della Borgogna a conformare la mente e il cuore di Carlo V rendendolo l'artefice, quale capo supremo della dinastia asburgica, di un dominio sul quale «non tramontava mai il sole»: un impero che si estendeva dai Paesi Bassi al Nord Africa, dall'Ungheria al Messico. Una tale concentrazione di potere alimentava, tuttavia, forti conflitti: costanti minacce incalzavano da parte degli oppositori, quali l'ambizioso Stato nazionale francese, i prìncipi dell'Impero tedesco e la Curia romana.
  Carlo V incarnava la cristianità. La sua politica, in parte incompiuta, volta a difendere la fede e l'unità dei credenti, mai fu anteposta alla religione. In questo fu uomo del Medioevo, fiero e animato degli stessi ideali dei cavalieri antichi e dei crociati. Non fu mai sfiorato dal cinismo, proprio dei prìncipi rinascimentali; piuttosto visse illuminato dalla coscienza d'essere un sovrano cristiano, consapevole del giudizio divino.
  Il suo pensiero, quantunque radicato nel Medioevo, si dimostra premonitore rispetto al suo tempo, tale da essere pienamente valutabile soltanto alla luce degli attuali eventi storici.

  DAL TESTO – “Il tratto caratteriale più significativo dell'imperatore, come emerge dai suoi scritti e dalle sue azioni, era senza dubbio il dominio di sé. Egli aveva una padronanza totale su ogni suo sentimento. Nel corso della sua lunga vita trascorsa nell'ufficialità, dove ogni avvenimento e ogni gesto venivano accuratamente registrati, egli manifestò rarissimamente collera o disprezzo. La forza di volontà e la pazienza erano collegati a una fede assoluta in Dio, una fede che non lo abbandonò mai. Ciò lo rendeva capace di sopportare ogni contrarietà, ch'egli accettava come volontà dell'Onnipotente. Padrone di se stesso, poteva dominare anche gli altri. Si dice che tremasse in tutto il corpo quando gli veniva messa l'armatura, ma che questo segno di debolezza scomparisse non appena entrava in campo per un torneo, oppure quando scendeva nell'arena per toreare, e soprattutto quando era a capo delle sue truppe. In battaglia si trovava sempre nelle prime posizioni, o nel mezzo della mischia. Ma non accennò mai alle sue gesta, né oralmente né per iscritto: si limitava a descrivere esclusivamente gli eventi oggettivi. Fece anche molto di più: proibì ai cronisti di decantare il suo coraggio personale e le sue gesta in battaglia. Ai suoi occhi non valeva la pena di registrarli.”

  L’AUTORE – Otto von Habsburg è figlio dell'ultimo imperatore d'Austria e re d'Ungheria. Presidente dell'Unione Paneuropea, fu Membro del Parlamento Europeo di Strasburgo.