Della legittimità dello Stato italiano Stampa E-mail

Samuele Cecotti

Della legittimità dello Stato italiano
Risorgimento e Repubblica nell’analisi di un polemista cattolico

Edizioni Scientifiche Italiane, pagg.248, € 24,00

 

cecotti_legittimita  IL LIBRO – Il libro è la parziale rielaborazione di una tesi di laurea magistrale che ha vinto il premio bandito dal periodico «Instaurare» nel 2008. Espone e analizza un aspetto del pensiero di Carlo Francesco D’Agostino (1906-1999), cioè del giurista che nella seconda metà del secolo XX mantenne alta, in Italia, la bandiera del cattolicesimo politico anche per rispondere alle esigenze della (classica) razionalità. Risorgimento e Repubblica – che ne rappresenta la continuità (insieme con Fascismo e Resistenza sia pure come ideologie alternative ma dalla comune matrice) – sono eventi storici che impongono la questione della legittimità dello Stato italiano; legittimità non acquistata (e non acquisibile) con la sola partecipazione delle masse che con il Fascismo ma, soprattutto, con l’avvento della Repubblica, furono immesse nella vita politica: il consenso, infatti, di per sé, cioè da solo, non è sufficiente a legittimare l’esercizio del potere politico, anzi di nessun potere.

  DAL TESTO – “La considerazione della legittimità nella riflessione del D’Agostino risulta consequenziale alla sua adesione alla concezione razionale classica della politica. Tale concezione – sposata dal D’Agostino e fedelmente mantenuta in una coerenza durata una vita – è la sola a contemplare l’idea stessa d’un giudizio razionale-oggettivo di legittimità, e la sola a consentirlo logicamente. La politica, modernamente concepita come ideologia, non ammette d’essere oggetto di giudizio, volendosi – l’ideologia – quale criterio unico e assoluto di ogni giudizio. Nella visione ideologica - qualunque sia l’ideologia – l’azione concreta sarà sempre misurata con il metro della conformità all’ideologia assunta, mentre l’ideologia stessa (ovvero la natura essenziale della politica moderna) sarà, per definizione, ingiudicabile, mancando il riconoscimento di un piano di razionalità superiore, precedente ed esterno al sistema ideologico. […]
  “Solo riconoscendo la politica quale scienza etica, se ne può individuare la natura razionale e, come tale, giudicabile universalmente secondo criteri oggettivi di vero/falso (scienza) e buono/cattivo (etica). Proprio ciò fece il D’Agostino, il quale – fedele all’insegnamento del Magistero della Chiesa ed alla tradizione classico-cristiana – non si oppose ai partiti (ideologici) italiani avversari del suo C.P.I. (Centro Politico Italiano) in nome di un’ideologia alternativa (fosse anche un’ideologia «cattolicista»), bensì si oppose alla Modernità politica, in ragione della fedeltà alla razionalità della politica come scienza etica.”

  L’AUTORE – Samuele Cecotti è dottore magistrale in Storia e civiltà europee.

  INDICE DELL’OPERA – Prefazione, di Giovanni Turco - Introduzione - Capitolo I. Carlo Francesco D’Agostino  politico  cattolico - Capitolo II. La  legittimità  del  Regno  e  della  Repubblica  come problema  giuridico  in  Carlo  Francesco  D’Agostino - Capitolo III. Regalità  e  confessionalità quali  cardini del  giudizio di legittimità sullo Stato (italiano) in Carlo Francesco D’Agostino - Conclusione - Indice dei nomi