I simboli della discordia |
![]() |
![]() |
Gabriele Maestri I simboli della discordia Giuffrè Editore, pagg.XII-360, € 38,00
DAL TESTO – “Leggendo l'art. 14 del testo unico delle leggi elettorali per la Camera dei deputati […], la parola simbolo sembra doversi interpretare in senso restrittivo, con riferimento ai soli elementi figurativi o grafici (pittogrammi o più raramente diagrammi, per riprendere la terminologia tecnica della comunicazione). Si tratta, ovviamente, della parte che caratterizza maggiormente l'emblema, certamente più di un testo o di un colore in sé: ciò non significa che un simbolo non possa essere rappresentato anche da un elemento testuale - di recente si sono riscontrati casi di liste che alle elezioni non si sono avvalse di componenti figurative, salvo magari il colore usato come sfondo - ma in quel caso di solito il testo si trasforma in logo, per le grandi dimensioni dei caratteri o per il lettering (la particolare foggia data alle lettere e agli altri segni) utilizzato. L’AUTORE – Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate. Dottorando in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l'Università di Roma «La Sapienza» e collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Parma, si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti. Di recente ha scritto: Educazione alla cittadinanza e obiezione di coscienza (tra Spagna e Italia) (2010), Gianfranco Miglio: il contributo al dibattito federalista in Italia e il «falso federalismo» tedesco (2011) e, in preparazione a questo volume, Scudo (in)crociato: le dispute sul simbolo della Democrazia Cristiana a una svolta definitiva (2011) e Il contrassegno (politico-elettorale) tra diritto e mercato (2012). INDICE DELL’OPERA – Introduzione - Capitolo I. Il valore dei contrassegni (1. Premessa - 2. Vita di un contrassegno, dalla nascita alla scomparsa - 2.1. La registrazione di un contrassegno politico come marchio - 2.2. Simboli e regolazione dei partiti; l’ipotesi di un registro dei segni - 3. Simboli, schede elettorali e scelte dei partiti - 4. I linguaggi dei contrassegni - 4.1. Dopo la “prima Repubblica”: simboli “degradati” a marchi?) - Capitolo II. Il quadro normativo pregresso e attuale (1. La disciplina elettorale pre-repubblicana - 1.1. Dall’unità d’Italia a Giolitti: voto “nominale”, busta di Stato e primi contrassegni - 1.2. Il regime fascista: dalla scheda di Stato all’abolizione delle elezioni - 2. Il quadro normativo dall’avvento della Repubblica ad oggi - 2.1. L’elezione dell’Assemblea costituente - 2.2. Le elezioni politiche ed europee - 2.3. Le elezioni regionali - 2.4. Le elezioni degli enti locali) - Capitolo III. Al di fuori della competizione elettorale: i simboli di partito trattati come nomi e marchi (1. Premessa - 2. La tutela del nome (e del simbolo) delle associazioni non riconosciute - 2.1. Diritto al nome o all’identità personale? - 3. In caso di scissione: continuità del partito e recesso - 4. Novità e (non) confondibilità del segno; rapporti coi marchi d’impresa - 4.1. Simboli generici e conservazione del segno “dismesso” - 5. Il contenzioso sui simboli: dagli estremi (falce e fiammella) - 6. Il contenzioso sui simboli: …ai moderati (edera, garofani, sole)… - 6.1. Il garofano socialista - 6.2. Il sole socialdemocratico - 6.3. L’edera repubblicana - 7. Il contenzioso sui simboli: … al centro (lo scudo crociato) - 7.1. Premessa storico-politica necessaria: gli eventi del 1994-95 - 7.2. Prime liti: Piccoli fa “rinascere” la Dc, ma è un nuovo partito - 7.3. Il tentativo di Duce, ultimo segretario amministrativo Dc - 7.4. Dopo il 2002: (almeno) tre scudi crociati e tre Dc - 7.5. Le sentenze “Rizzo” e “Manzo” del 2006: verdetti (quasi) opposti - 7.6. Gli ultimi scontri sul simbolo - 7.7. Considerazioni conclusive) - Capitolo IV. La ricusazione dei contrassegni elettorali (1. Premessa - 2. Le fattispecie di identità o confondibilità; l’obbligo di presentare il contrassegno abitualmente utilizzato - 2.1. I criteri di valutazione della confondibilità - 2.2. I simboli legati a una tradizione politica; il parere del Consiglio di Stato del 1992 - 2.3. L’adozione del colore e la precisazione delle norme (1993-2005) - 2.4. Dalla teoria alla pratica: decisioni sulla confondibilità - 2.5. In particolare: l’uso di espressioni letterali - 2.6. In particolare: l’uso dei cognomi e la confondibilità - 3. Confondibilità con simboli di partiti presenti in Parlamento - 4. Presentazione di contrassegni al solo scopo di impedirne l’uso ad altri soggetti politici - 5. Contrassegni riproducenti immagini o soggetti religiosi - 6. Altre norme rilevanti - 6.1. La riorganizzazione del partito fascista e i contrassegni elettorali) - Capitolo V. Il contenzioso sui contrassegni tra verifica dei poteri e autorità giudiziaria (1. Premessa - 2. Le norme in materia - 3. Le posizioni in contrasto: la giurisprudenza - 3.1. La giurisprudenza civile: «difetto assoluto di giurisdizione» - 3.2. La giurisprudenza amministrativa: difetto di giurisdizione, ma con oscillazioni - 3.3. La giurisprudenza amministrativa: le eccezioni (e il “caso Pizza”) - 4. Le posizioni in contrasto: le Giunte parlamentari - 5. L’orientamento (discusso) della Corte costituzionale - 6. La delega al Governo sul contenzioso elettorale: un’occasione persa) – Bibliografia - Ringraziamenti
|