L'URSS e la teoria del capitalismo di Stato Stampa E-mail

Arturo Peregalli - Riccardo Tacchinardi

L'URSS e la teoria del capitalismo di Stato
Un dibattito dimenticato e rimosso (1932-1955)

Edizioni Pantarei, pagg.342, € 20,00

 

peregalli_tacchinardi_urss  IL LIBRO – Come spiega Riccardo Tacchinardi nella sua prefazione, la presente opera fu concepita una trentina di anni fa e il suo saggio introduttivo, privo però del fondamentale corollario antologico, fu pubblicato una prima volta nel 1990. Solo oggi L'URSS e la teoria del capitalismo di Stato vede la luce nella sua integrità.
  A due decenni dalla caduta del Muro di Berlino e dall'implosione dell'impero di cui esso era simbolico baluardo, la natura sociale della Russia sovietica non è quasi più oggetto di polemica politica. Che potesse trattarsi di falso socialismo dietro cui si celava il capitalismo di Stato è un'ipotesi che, anche alla luce degli sviluppi successivi al 1989, oggi non fa più scandalo. Circola però, alimentata dai molti che prima di quella data hanno subìto e propagandato il mito della presunta "patria socialista", l'idea giustificatoria che all'epoca si fosse legittimati a non sapere. Non è stato il mondo intero vittima di quest'abbaglio per oltre sessant'anni? Non hanno condiviso questa illusione tanto i paladini quanto i nemici del "socialismo" russo? Il primo merito di questo testo è quello di demolire tale opportunistica forma di autoassoluzione. Sin dai primi anni '30 politici e teorici di diverse ispirazioni, con diversi gradi di approfondimento e diversi livelli di precisione scientifica, avevano già intuito chiaramente la vera natura sociale della "patria socialista". Chi voleva capire, aveva capito. La scarsa notorietà della tesi che vedeva nell'URSS un modello di capitalismo di Stato non era frutto del caso. In quanto rappresentazione ideologica della contrapposizione tra i due blocchi imperialistici, la menzogna sull'esistenza di un "campo socialista" era alimentata da tutti i partecipanti alla spartizione di Yalta. Dal lato dello stalinismo questo si traduceva in una aspra lotta politica per impedire agli internazionalisti la divulgazione della scomoda verità.
  «A distanza di tanti anni - scrive l'autore -, considero ancora utile ritornare su quel dibattito dimenticato e rimosso; le motivazioni di allora mi sembrano anzi ancor più stringenti oggi, e pour cause... In questi ultimi tempi la difficile congiuntura internazionale ha fatto ribattere la grancassa del provvidenziale interventismo statale, facendo temporaneamente tacere il già sempiterno mercato. Ritorna sempre più attuale l'eredità di quelle riflessioni, di quel dibattito che, a guardar bene, al di là dell'URSS, era, è e sarà rivolto contro le passate, le presenti e le future Yalta».

  DAL TESTO – “In ogni caso la Russia pur presentando molti aspetti "avanzati" è ancora molto lontana da un capitalismo di Stato integrale. In essa infatti, come è stato messo in risalto da Bordiga, la proprietà di Stato convive con un enorme settore di proprietà che possiamo definire privato, nel senso corrente del termine. I kolchoz, ad esempio, non possono essere classificati che come una versione particolare di società per azioni. A questi vanno inoltre aggiunte sia la produzione agricola particellare che tutta quella produzione "sommersa" che è sconosciuta non alle autorità ma solo alle statistiche delle autorità.
  “Possiamo quindi definire l'URSS una società in prevalenza capitalista di Stato e in parte capitalista di tipo privato.
  “E che dire allora delle tesi che configurano la società russa non socialista ma nemmeno capitalista? Abbiamo visto che sin dagli anni '20 molti hanno teso ad individuare e ad enfatizzare gli elementi di differenziazione rispetto al capitalismo "classico". La prima obiezione, ripresa un po' da tutti i sostenitori della società russa né capitalista né socialista, è l'apparente inesistenza nell'Unione Sovietica di più capitali, che sarebbero sostituiti da un solo e monolitico capitale. Secondo questa critica il capitalismo è inconcepibile senza l’esistenza di più capitali in concorrenza tra loro ed in URSS esisterebbe, appunto, un “capitale unico”: quello dello Stato.”

  GLI AUTORI – Arturo Peregalli nato il primo febbraio 1948 a Rogolo, in provincia di Sondrio, da genitori operai. Trasferitosi nel '66 con la famiglia a Milano, studente nelle scuole serali per lavoratori, inizia la sua attività nella Federazione giovanile comunista e quindi nelle piccole formazioni della sinistra comunista di ispirazione bordighista. Diplomatosi ragioniere alle scuole serali è assunto alla Biblioteca nazionale braidense, dove lavorerà per trent'anni. L'interesse per la storia delle dissidenze comuniste lo porta allo studio di aspetti mai indagati e sepolti nelle "vulgate" delle interpretazioni vincenti. Nel '76 pubblica Introduzione allo studio della Cina (Ceidem, Pistoia). La valutazione della natura borghese del maoismo e della Repubblica popolare cinese lo pone in totale controtendenza rispetto ad ogni "vulgate" presente nella sinistra, storica e nuova. Eguale l'anticonformismo del suo secondo lavoro Il comunismo di sinistra e Gramsci (Bari, Dedalo, 1978), in cui, attraverso scritti dei comunisti di sinistra (soprattutto Bordiga) viene ridimensionato il ruolo di Gramsci, considerato portatore di una concezione idealista nella politica e nel pensiero marxista. Seguono altri lavori, sul patto Hitler-Stalin nel '39, sul capitalismo di stato in URSS, ma il suo interesse si concentra prevalentemente sulla figura di Amadeo Bordiga, sulla sinistra che a lui, anche se in modo contraddittorio e con numerose divisioni, fa capo. Per la Graphos di Genova pubblica nel '91 un testo che gli dà una certa notorietà L'altra Resistenza. Il PCI e le opposizioni di sinistra, 1943-1945, studio sulle eresie di sinistra sconosciute nella loro evoluzione e nel '93 Stalinismo. Nascita e affermazione di un regime. Da allora, la partecipazione a convegni e a lavori collettivi su questi temi, l'attento impegno per la ricostruzione, difficilissima, della bibliografia del rivoluzionario napoletano, numerosi testi, sempre per case editrici, "di nicchia", il maggiore dei quali è senza dubbio Amadeo Bordiga. La sconfitta e gli anni oscuri. 1926-1945, primo tassello della prevista ricostruzione dell'intera storia della sinistra internazionalista (bordighista), possibile anche per la nascita della Fondazione Bordiga e per l'utilizzo dell 'archivio, da decenni inutilizzato, esistente presso la villa di Formia, non più abitata dopo la morte della vedova, Antonietta, del comunista napoletano. Dal 1998 un tumore colpisce Peregalli e limita il suo lavoro che però continua, con fasi alterne, sino alla morte, nel giugno 2001.
  Riccardo Tacchinardi è autore del volume Amedeo Bordiga: intellettuali e socialismo (1912-1926), Firenze, 1998.

  INDICE DELL’OPERA - Nota dell'editore – Prefazione, di Riccardo Tacchinardi – Introduzione. L'URSS e i teorici del capitalismo di Stato. Aspetti e problemi del dibattito sulla natura economico-sociale dell'Unione Sovietica – Premessa. Marx ed Engels: Staatskapitalismus e persistenze asiatiche – I. I comunisti russi (1. Lenin - 2. Trotsky - 3. La Sinistra russa - 4. Zinov'ev e Kamenev) – II. Sinistra tedesca, socialisti e anarchici (1. La Sinistra tedesca e olandese - 2. I socialisti: da Rodolfo Mondolfo a Daniel Norman - 3. Gli anarchici) – III. L'Opposizione russa e il trotskismo – IV. La Sinistra eterodossa in Germania (1. Karl Korsch - 2. Arthur Rosenberg) – V. La burocrazia: una nuova classe – VI. Nella Russia degli anni Trenta – VII. I Comunisti dei Consigli – VIII. I trotskisti e il superamento del trotskismo (1. Ryan Lyndal Worrall - 2. Rae Spiegel (Raya Dunayevskaya) - 3. Manuel Fernández-Grandizo y Martínez (G. Munis) - 4. Ygael Gluckstein (Tony Cliff) - 5. Cornelius Castoriadis e "Socialisme ou Barbarie") - IX - Amadeo Bordiga e la Sinistra italiana – X. Conclusioni - Antologia critica. L'URSS e la teoria del capitalismo di Stato - Contributi al dibattito (1932-1955) - Nota ai testi - Indice delle illustrazioni - Prima parte (1932-1939). Dal 1932 alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale - Arthur Rosenberg (1889-1943): Il socialismo in un paese solo (1932) - Simone Weil (1909-1943): Prospettive. Andiamo verso la rivoluzione proletaria? (1933) - I comunisti dei consigli (Gikh: La Russia "sovietica" oggi (1937) - Ante Ciliga (1898-1992): La classe dominante e il suo vero volto (1939) - Ryan Lyndal Worrall (1903-1995): URSS: Stato proletario o capitalista? (1939)) - Seconda parte (1946-1955). Dal secondo dopoguerra verso gli anni Sessanta - Rae Spiegel detta Raya Dunayevskaya (1910-1987): La natura dell'economia russa (1946) - Manuel Fernández-Grandizo y Martínez detto G. MUNIS (1912-1989): I rivoluzionari di fronte alla Russia e allo stalinismo mondiale (1946) - Amadeo Bordiga (1889-1970): La Russia sovietica dalla Rivoluzione ad oggi (1946) - Ygael Gluckstein detto Tony Cliff (1917-2000): Il marxismo e la teoria del collettivismo burocratico (1948) - Cornelius Castoriadis detto Pierre Chaulieu (1922-1997): I rapporti di produzione in Russia (1949) – Daniel Norman (1913-?): Marx e la realtà sovietica (1955)) - Repertorio bio-bibliografico - Indice dei nomi e dei temi