L’autobiografia di Giuliano di Sansevero |
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Andrea Giovene L’autobiografia di Giuliano di Sansevero Elliot, pagg.951, Euro 25,00
DAL TESTO – “Silenzioso, meditativo e coltissimo, Gian Michele celava sotto modi cortesi l'animo impetuoso ed ardente. La concentrazione del suo carattere poteva esplodere in maniera improvvisa e pericolosa e durante il servizio militare si era una volta ribellato. Da questa vena di accesa malinconia, legata ad una sorta di ideale misticismo, doveva alla fine essere vinto; ma l'amore per una vedova, che egli seguì e dalla quale fu più tardi abbandonato, era in quel tempo ancora ai suoi inizi. Gian Michele, già da molti anni lavorava insieme con mio padre ad una impresa comune che aveva dato i suoi frutti; e, per allora, egli si logorava soltanto nella fatica, sostenendosi con i suoi acini di caffè. A questo zio ero devoto ma egli mi intimidiva. Raramente mi parlava, con una voce bassa e velata, effetto, credo, di una malattia giovanile, e che dava però alle sue parole una sostanza misteriosa e penetrante. L’AUTORE – Andrea Giovene nacque a Napoli nel 1904 nella famiglia dei duchi di Girasole, una delle più nobili e antiche dinastie napoletane tra cui figurarono uomini illustri e generali al servizio di Carlo D’Angiò, Carlo V e Filippo II, politici e giudici ai tempi di Masaniello, gentildonne ricordate da Goethe nel suo Viaggio in Italia, reazionari schierati contro le rivoluzioni popolari e anche un affiliato alla Carboneria. Cosmopolita per educazione e per cultura, lasciò giovanissimo la sua casa per girare il mondo, facendo mille mestieri: dal commesso di libreria al maestro di ballo a Milano, poi ufficiale di cavalleria a Ferrara, imbianchino a Parigi, impiegato in una società di navigazione, pittore, poeta, traduttore, giornalista, letterato – fondò e diresse la rivista «Vesuvio» (1928-1929) –, collaboratore del «Gazzettino di Venezia» e del «Mattino di Napoli». In questo periodo pubblicò due opere di narrativa Viaggio (Ricciardi, 1936) e Incanto (Ricciardi, 1940). Durante la Seconda guerra mondiale fu capitano di cavalleria in Grecia, poi prigioniero in Polonia e Germania (1941-45), dove assistette alla caduta di Berlino. Finita la guerra, fu nella Commissione studi Post-bellica del Ministero (1946), quindi vicedirettore del quotidiano «Il Mattino d’Italia» (1950-52). Cittadino onorario di Centola per aver promosso gli scavi archeologici della necropoli greca di Palinuro, redattore capo della sezione napoletana del «Tempo», antiquario, esperto di pesca subacquea, bibliofilo. Tra le altre opere pubblicate ricordiamo il saggio Fatti di Grecia, Polonia e Germania (1954) e la traduzione della Lesbia di Catullo (1955). Visse negli ultimi anni in parte a Londra con il figlio Lorenzo, avvocato, e in parte in Italia e Germania. È morto nel 1995 a Sant’Agata dei Goti. INDICE DELL’OPERA - "Ricordare è luce": Andrea Giovene tra autobiografia e romanzo. Introduzione di Emanuele Trevi - Biografia di Andrea Giovene - Volume I (L'Albero Genealogico - Il Giglio - Il pensile - Il ballo - Il cilicio) - Volume II (Le scimmie - La cavalla – Il diavolo - Lo schiaffo - Le pietre) – Volume III (Gli asini - L'occhio - La scure - Il fiore - L'eclisse) - Volume IV (I dadi - La civetta - I funghi - Le oche - Le lagrime) - Volume V (Le farfalle - I santi - Il fiume - I giadi - L'orecchio) - Appendice
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