Oltre i confini della libertà di espressione Stampa E-mail

Lucia Scaffardi

Oltre i confini della libertà di espressione
L'istigazione all'odio razziale

Cedam, pagg.XII-310, Euro 30,50

 

scaffardi_oltre  IL LIBRO – Il libro affronta il delicato tema dell’hate speech, una delle più gravi forme di intolleranza e razzismo della storia e fenomeno purtroppo in costante e negativa evoluzione a livello globale. Ai cenni sui diversi modelli ordinamentali, la ricostruzione storica del tema e le esperienze in America e in Europa (con particolare riferimento a Germania e Italia), segue l’ipotesi di considerare l’istigazione all’odio come una delle forme più perniciose di manifestazione del pensiero e quindi la necessità di individuare forme comuni di contrasto, nel pieno rispetto della dignità della persona e dell’uguaglianza.

  DAL TESTO – “Il neo razzismo o C.d. razzismo implicito, postula un ondivago ed utilitaristico compromesso fra ostilità nei confronti del diverso/altro per motivi etnico-razziali e rispetto formale di norme antirazziali mai  interiorizzate. Forse, per comprenderci ancora più esplicitamente, possiamo affermare come secondo queste teorie l'Uomo possa essere onesto o delinquente, rispettoso o irriverente, superiore o inferiore, e ciò non in base ad una teoria sulla diseguaglianza biologica, ma in base al principio di una anomala differenziazione secondo cui, appunto, alcuni uomini saranno e sono superiori rispetto ad altri a causa delle scelte etico-morali (connaturate all'appartenenza etnicorazziale) che li contraddistinguono. Si cerca cioè di confutare il fatto indiscusso che la nostra comunanza alla medesima umanità è, prima di ogni altra cosa, fortemente connotata dalla facoltà di optare (libertas agendi) fra le scelte che pertengono alle nostre vite, laddove gli uomini - la genetica ci insegna - non si possono classificare biologicamente sulla base di una quanto mai anomala differenziazione.”

  L’AUTRICE – Lucia Scaffardi, laureata con lode all’Università di Genova, ha ottenuto nel 1996 il PhD in Diritto Costituzionale nell’Università di Bologna, è oggi Ricercatrice confermato prima in Diritto Costituzionale e poi in Diritto Pubblico Comparato è Professore Aggregato di Diritto Pubblico Comparato nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Parma ed insegna sempre Diritto Pubblico Comparato anche nella Facoltà di Scienze Politiche. Membro del Collegio dei docenti del Dottorato di Ricerca in Diritto Costituzionale, afferente alla Scuola di Dottorato in Scienze Giuridiche dell’Università degli Studi di Bologna. Membro della Consulta di Garanzia Statutaria della Regione Emilia Romagna. Dal 2009 è Consulente giuridico per la materia di Diritto Costituzionale italiano e comparato dell’Unità per la semplificazione e la qualità della regolazione prima presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e, dal gennaio 2012, per il Ministro della Pubblica Amministrazione e semplificazione. Componente il Comitato scientifico di Area 112 (Scienze Giuridiche) dell’Università degli Studi di Parma. E’ membro di diverse associazioni fra cui si segnalano: l’Associazione Italiana di Diritto Comparato (AIDC) e l’Associazione di Diritto Pubblico Comparato ed Europeo (DPCE). È autrice di monografie (L'ordinamento federale australiano. Aspetti problematici, Padova, 2000 e Oltre i confini della libertà di espressione. L’istigazione all’odio razziale, Padova, 2009) e saggi di diritto costituzionale italiano e comparato tra cui si segnalano: Conflitti culturali e bioetica: Il caso delle mutilazioni genitali femminili in alcuni orientamenti legislativi e giurisprudenziali, in A. D’Aloia (a cura di), Bio-tecnologie e valori costituzionali. Il contributo della giustizia costituzionale, Torino, 2005; Principio di precauzione e ingegneria genetica nella catena alimentare, in Un diritto per il futuro. Teorie e modelli dello sviluppo sostenibile e della responsabilità intergenerazionale, R. Bifulco A. D’Aloia (a cura di), Napoli 2007;Politiche regionali e disomogeneità dei servizi erogati. Alla ricerca di una procedura condivisa per la determinazione dei livelli essenziali di assistenza sociale, in La tutela multilivello dei diritti sociali, E. Balboni (a cura di), Napoli, 2008; Legal Protection and Ethical Management of Genetic Databases: Challenges of the European Process of Harmonization, in Jean Monnet Working Paper, New York University school of Law, 2008; Alla ricerca di una comunità internazionale di legislatori, in Parlamenti in dialogo. L’uso della comparazione nella funzione legislativa, L.Scaffardi (a cura di), Jovene, 2011. Svolge un’intensa attività di ricerca e ha diretto quale responsabile dell’Unità di Parma diversi progetti di rilevanza nazionale fra cui da ultimo quello intitolato: “«Trapianti giuridici» e Parlamenti: un dialogo possibile tra legislatori?”. I risultati di questa indagine sono stati pubblicati nel volume dal titolo Parlamenti in dialogo. L’uso della comparazione nella funzione legislativa, L.Scaffardi (a cura di), Jovene, 2011. Partecipa alla ricerca FIRB 2006 su “L'impatto delle innovazioni biotecnologiche sui diritti della persona: uno studio interdisciplinare e comparato”. Ha partecipato in qualità di relatrice a numerosi convegni in Italia e all’estero.

  INDICE DELL’OPERA - Una introduzione necessaria - Sezione prima. Cenni sui diversi modelli ordina mentali - Capitolo I. La disciplina giuridica dell’istigazione all’odio nel diritto internazionale ed europeo (1. Determinazione preliminare sull’importante funzione ricostruttiva del diritto straniero, internazionale ed europeo al fine di una possibile comparazione delle norme che riguardano l’istigazione all’odio - 2. Enunciazioni specificamente riconducibili all’incitamento all’odio nel Diritto internazionale. La Convenzione internazionale sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale e l’art. 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo - 3. L’impegno europeo nella lotta contro tutte le forme di discriminazione razziale. Dall’EUMC al FRA: evoluzione delle politiche a sostegno dell’integrazione, della prevenzione e dell’eliminazione dei fenomeni razzisti - 4. L’Azione comune 96/443/GAI contro razzismo e xenofobia. Le riserve manifestate da alcuni Paesi riguardo la definizione del reato di “istigazione pubblica alla discriminazione, alla violazione ed all’odio razziale” - 5. Il tormentato cammino verso la Decisione quadro del Consiglio (2008/913/GAI) sulla lotta contro talune forme ed espressioni di razzismo e xenofobia mediante il diritto penale - 6. La Direttiva 2000/43/CE del 29 giugno 2000. Nuove “frontiere” di intervento per la prevenzione dell'odio razziale: la dignità umana come bene emergente. Il difficile iter di recepimento e i molteplici ricorsi per infrazione ai sensi dell’art.226 TCE) - Capitolo II. La disciplina giuridica dell’istigazione all’odio nella “democrazia militante” (1. La Repubblica federale tedesca e la conservazione di alcuni valori fondamentali intangibili per la sopravvivenza democratica. Cenni alle norme costituzionali di riferimento - 2. La legislazione tedesca volta ad introdurre misure di contrasto all’odio e ad ostacolare la “messa in pericolo dello stato democratico”. L’“insulto collettivo” ed il Tucholsky Urteil - 3. Leugnung der Judenverfolgung, ovvero quando la libertà di manifestazione del pensiero non può comprendere l’asserzione di fatti che negano la verità - 4. Il negazionismo come reato di opinione atipico e l’espansione dei profili penalistici di tale reato in ambito comparato - Dalla “democrazia protetta” alla “democrazia sedata”? Primi spunti di analisi critica a fronte della eccessiva, per quanto scrupolosa, pervasività delle norme sull’incitamento all’odio in Germania)  - Capitolo III. La disciplina giuridica dell’istigazione all’odio nella “democrazia tollerante” (1. Libertà di manifestazione del pensiero e unprotected speech: le espressioni che non contengono l’esposizione di una idea o sono dotate di scarso valore ai fini della ricerca della verità - 2. Una prima interpretazione delle espressioni odiose nella giurisprudenza della Corte Suprema americana: il caso Beauharnais tra esigenze di garanzia del “marketplace of ideas” e le norme previste per una libera ed ordinata convivenza nella società multietnica. Prove tecniche di limitazione dell’odio - 3. La prima definizione di incitamento all’odio nella sentenza Brandenburg v. Ohio, 395 U.S. 444 (1969) e l’antitetico caso Skokie, simbolo di una piena tolleranza dell’hate speech - 4. Il cross burning come caso grave e complesso dell’istigazione all’odio ed alla supremazia razziale nella giurisprudenza americana. R.A.V. v. City of St. Paul (1992) e Virginia v. Black (2003): come la propaganda razzista pur rientrando negli unprotected speech rimane impunibile. Primi spunti alla ricerca di una possibile normazione federale sul tema - 5. L’“altra” America. La Corte Suprema canadese e il giudizio di costituzionalità dell’articolo 319 del Codice penale sul pubblico incitamento all’odio razziale. Il caso Regina v. Keegstra (1990) - Sezione seconda. L’Italia ed il problematico rapporto libertà-repressione delle manifestazioni di odio razziale - Capitolo I. Il razzismo nelle vicende storico-giuridiche italiane. Dalla colonizzazione alle pubblicazioni in “difesa della razza” (1. Premessa - 2. «Le Razze Umane e il Diritto nella Questione Coloniale» - 3. La discriminazione razziale nasce in Colonia. L’eguaglianza negata: dalla proibizione delle “relazioni di indole coniugale”, all’impossibilità del riconoscimento dei figli nati da matrimoni misti - 4. «Il fascismo e i problemi della razza». L’istigazione all’odio (e alla persecuzione) razziale nella “comunità di pensiero” creata da Mussolini - 5. L’“arte dell’Odio”e la perpetrazione del reato attraverso la distribuzione pubblica di immagini, opuscoli o materiali diversi inerenti la discriminazione razziale) - Capitolo II. Alla ricerca del “limite” applicabile alle espressioni di odio razziale (1. Il ripudio del fascismo nella Carta costituzionale italiana e la XII disposizione transitoria e finale - 2. L’ordine pubblico come limite alla manifestazione del pensiero. Cenni su di un limite che segnala la necessità di una attenta “rilettura” alla luce dei principi costituzionali - 3.“Dei delitti contro l’ordine pubblico”, ovvero: i reati di apologia e istigazione tutt’ora vigenti nel Titolo V del Codice penale. La distinzione fra istigazione diretta e istigazione apologetica o “indiretta” nella sentenza della Corte costituzionale 65/1970 - 4. L'abbandono del piano della riconducibilità alle norme costituzionali del divieto di istigazione. La comparsa sul piano internazionale di Convenzioni per l'eliminazione della discriminazione razziale) - Capitolo III. Incitamento e istigazione, diffusione e propaganda: l’odio razziale e i suoi confini. Interventi normativi e giurisprudenziali (1. Una diversa fase legislativa caratterizzata in Italia dall’ampliamento dell’area della illiceità penale e dall’individuazione di un nuovo bene giuridico tutelato: il decreto legge 26 aprile 1993, n. 122 convertito con legge 25 giugno 1993, n. 205 - 2. Il delitto di istigazione al razzismo (violento e non) di cui all’art. 3, 1° comma, legge n. 654/1975 come modificato dalla c.d. legge Mancino e oggi novellato dall’art. 13 della legge 24 febbraio 2006, n. 85 - 3. L’esiguo numero delle sentenze emanate sulla base della norme commentate. Le recenti incertezze interpretative della Corte di cassazione nell’applicazione dell’aggravante della finalità di discriminazione razziale. Un’ondivaga giurisprudenza o la definitiva emersione dell’irrilevanza della “motivazione soggettiva dell’agente”? - 4. Un leading case su cui riflettere. Dalla diffusione alla propaganda di idee razziste: il complesso “caso Verona” e la nozione di razzismo penalmente rilevante - 5. Verso l’emersione della dignità individuale e sociale come parametri di interpretazione assiologica del giudice) - Capitolo IV. Le “espressioni odiose” nell’ordinamento che evolve (1. Il trend crescente di problemi legati al razzismo e le diverse strategie di risposta al fenomeno. L’istituzione dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali - 2. L’Italia e il recepimento della Decisione quadro (2008/913/GAI): un dilemma irrisolvibile? - 3. La lotta contro i contenuti razzisti e xenofobi su Internet e il protocollo addizionale alla Convenzione sul cybercrime del 28 gennaio 2003 - Verso una “nuova Costituzione conservatrice”: il riconoscimento del carattere individuale e al tempo stesso comunitario/relazionale della persona umana) – Bibliografia