Il fascismo e la «sua» arte |
Monica Cioli Il fascismo e la «sua» arte Casa Editrice Leo S. Olschki, pagg.XXVI-366, Euro 36,00
IL LIBRO – L’Autrice affronta le vicende che hanno caratterizzato la prima metà del ’900 in Italia, parlandoci dell’arte e dell’architettura del Ventennio, o meglio degli influssi reciproci e delle affinità fra il linguaggio politico e quello culturale. «L’idea di partenza era quella di analizzare il futurismo per capire meglio il fascismo» spiega la studiosa, il cui testo prende le mosse dal mito di un’Italia rigenerata, «creatrice di una moderna civiltà», mito insito nell’origine stessa dell’avanguardia italiana e che il regime fascista farà suo. Arte e politica vogliono entrambe educare e formare un nuovo individuo. La scienza sta al cuore di questo rivoluzionario progetto: strettamente connessa, dapprima, allo sviluppo tecnologico e al mondo delle macchine, diverrà poi viatico per il superamento, anzitutto morale, della materia. L’interesse del volume sta anche nel tentativo di dare significato politico-costituzionale a tutto ciò. DAL TESTO – “La ri-costruzione dello Stato unitario - degli apparati di potere - fascista doveva e voleva basarsi […] su una dottrina politica ispirata allo Stato, come dittatura e come sistemazione organica di questa, e alla concezione 'spiritualistica' della vita: scienza, nazione, arte, lavoro furono concepiti e organizzati attorno alla diade spirito-Stato e, disposti lungo il continuum tradizione-rivoluzione, si ispirarono nel Ventennio a una dottrina politica insieme spiritualistica e vitalistica, pretendendo di dar vita - anche sulla base, appunto, di dottrine filosofiche, scientifiche ed estetiche di non secondaria forza - a un sistema politico organico e funzionale alla società moderna. In questo consisteva, e sarebbe consistita, la «permanenza» della «rivoluzione fascista», per sua natura incompiuta, sempre «in marcia»: sono, queste, parole che Giuseppe Bottai pronunciava nel '25 con l'intento anche di rimarcare una cesura tra il periodo «squadrista» e quello successivo, normalizzatore. Per lui, ardito, fascista e ex futurista, il problema della «rivoluzione italiana» doveva tradursi nella soluzione di «problemi concreti» e non in «astratti teoremi»; esso non poteva più essere risolto «attraverso un ribellismo continuo, ma trasformarsi in un'opera di educazione metodica, per giungere alla formazione di una nuova classe dirigente». La rivoluzione fascista «intende svilupparsi nel tempo, traendone, entro certi concetti fondamentali (quali Stato, Nazione etc.) e certi essenziali rapporti (quali autorità-libertà, individuo-gruppo-stato etc.) le energie vive, operanti, che balzano dalle difficoltà reali delle situazioni storiche, così come si presentano».” L’AUTORE – Monica Cioli insegna «Storia della politica europea e internazionale» presso la Facoltà di Sociologia dell’Università degli Studi di Trento. è stata assistente presso l’Istituto Storico dell’Università di Berna, ha conseguito il Dottorato di ricerca in Storia in Germania (Università di Kassel) e ottenuto una borsa di studio postodottorato nell’ambito del Dottorato Internazionale «Comunicazione politica dall’antichità al XX secolo» (Università di Francoforte, Innsbruck, Bologna, Trento, Pavia). Fra le pubblicazioni principali si ricordano Pragmatismus und Ideologie. Organisationsformen des deutschen Liberalismus zur Zeit der Zweiten Reichsgründung (1878-1884), Berlin, Duncker & Humblot, 2003 e Un Congresso internazionale di fisica: l’organizzazione della scienza nella costruzione dello Stato fascista, in Fascismo e scienza. Le celebrazioni voltiane e il Congresso internazionale dei Fisici del 1927, a cura di A. Gamba e P. Schiera, Bologna, Il Mulino, 2005. INDICE DELL’OPERA - Premessa, di Gabriella Belli e Paola Pettenella – Introduzione - Parte prima. Modernità e tradizione - Capitolo primo. Avanguardia e moderno: scienza e tecnica nel futurismo (1. Unità culturale e spirito del tempo - 2. Dinamismo e simultaneità - 3. La città e la macchina - 4. L'uomo futuro) - Capitolo secondo. Arte e tradizione: dai futuristi al «ritorno all'ordine» (1. L'altra avanguardia: Giorgio de Chirico - 2. «A Giotto convien fare ritorno»: Carlo Carrà - 3. «Deità lungamente profughe»: Novecento – 4. «Un’arte dei nostri tempi»: fascismo e Novecento - 5. Per un'arte fascista) - Parte seconda. Dalla ragione alla spiritualità - Capitolo terzo. Per una dottrina fascista (1. Dall’individuo alla corporazione – 2. La tecnica come classe dirigente - 2.1. Fascismo, futurismo e la «rivoluzione intellettuale» - 3. «Il fascismo è prassi e pensiero»: la dottrina fascista) - Capitolo quarto. Il futurismo e la macchina (1. Scienza e avanguardia - 2. La «ricostruzione futurista dell'universo»: dall'analisi alla sintesi - 3. «Anche noi Macchine anche noi, meccanizzati!»: l'arte meccanica - 4. «La terra corre velocissima sotto l'aeroplano immobile»: l'aeropittura - 4.1. Mistero aereo: la spiritualità - 4.2. Scienza e ignoto - 4.3. L'io e il cosmo) - Capitolo quinto. L'ideologia della rivoluzione (1. Futurismo e «modernità» - 1.1. Futurismo e nazismo - 1.2. Futurismo e destra fascista - 2. Intime contraddizioni - 2.1. Arte sacra futurista e aeropittura di guerra - 2.2. Futurismo e antisemitismo - 3. Unità e pluralismo nel regime fascista - 3.1. Lo Stato fascista tra persistenze e «rivoluzione» - 3.2. Una rivoluzione mancata) – Parte terza. L'artista e il Regime - Capitolo sesto. Campo del potere e campo intellettuale (1. Intellettuali e politica - 2. Una «stirpe di poeti e costruttori»: la (ri)fondazione futurista della Nazione - 2.1. Noi «pionieri dell'arte italiana all'estero» - 3. Futurismo e arte di Stato - 4. Novecento e arte di Stato) - Capitolo settimo. Gli anni Trenta e il rinnovamento della proposta artistica (1. «Arte ignorata»: l'estetica monumentale - 1.1. La Mostra della rivoluzione fascista (1932) - 1.1.1. Una «cattedrale dove le mura parlano» - 1.1.2. Il significato politico della Mostra sul Decennale - 2. La plastica murale futurista - 3. «Il fascismo è stile di vita»: il Manifesto della pittura murale - 4. Mario Sironi e il mito della costruzione) - Capitolo ottavo. L'azione fascista per l’arte (1. L'azione per l'arte - 2. Gerarchia delle esposizioni e sindacalismo artistico - 2.1. Per un riordinamento del settore artistico - 2.2. Il sistema espositivo - 2.3. Il fallimento del sindacalismo artistico - 3. Esposizione Biennale Internazionale d'Arte di Venezia - 3.1. L'organizzazione dell' arte tra nazionale e internazionale: Roma e Venezia - 3.2. Per una fascistizzazione dell'Ente - 3.3. Gli artisti, la critica e la Biennale - 3.3.1. La scienza e la propaganda alla Biennale - 3.3.2. L'aeropittura alla Biennale - 3.3.3. Novecento a Venezia - 4. Esposizione Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma - 4.1. Roma: dalla Biennale alla Quadriennale - 4.2. La I Quadriennale - 4.2.1. Clima di rinnovamento e selezione - 4.3. La II Quadriennale - 4.4. La nascita dell'Ente autonomo e la III Quadriennale - 4.5. La IV Quadriennale alla vigilia dell'epilogo - 5. Triennale di Milano - 5.1. Le Biennali di Monza: 1923, 1925, 1927 - 5.2. Dalla periferia al centro: la IV Triennale di Monza - 5.3. La costituzione dell'Ente autonomo e la V Triennale di Milano - 5.3.1. «Triennale contro Roma» - 5.4. Da laboratorio di ricerca al ritorno alla regola: le ultime due Triennali) – Conclusione - Fonti e letteratura
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