La preghiera & le virtù in san Tommaso d'Aquino |
Antonin Massoulié La preghiera & le virtù in san Tommaso d'Aquino Edizioni Ares, pagg.312, Euro 18,00
IL LIBRO – Questo libro, che fu di grande aiuto in un momento di confusione dottrinale e spirituale, conserva in larga parte la sua attualità, perché attinge alla salda riflessione di Tommaso d’Aquino, del quale Massoulié (1632-1706) contribuì non poco a recuperare quel misticismo che, come osserva il curatore Carlo Bonfanti nella Presentazione, fu «spesso trascurato da molti commentatori che ne esaltavano soltanto l’immensa valenza intellettuale, contribuendo a diffondere l’immagine di un san Tommaso freddo ragionatore» e che invece «ogni volta che si apprestava a insegnare, scrivere o dettare, ricorreva innanzitutto all’orazione». DAL TESTO – “Pregare deve esserci più naturale che non respirare e vivere. La Scrittura dice che Dio ha creato l'uomo in animam viventem, dandogli cioè un'anima la cui natura è la vita; la parafrasi caldaica, in animam loquentem, indica un'anima alla quale ha dato l'uso della parola per insegnarci che Dio ci ha creato unicamente per benedirlo, lodarlo e pregarlo. Secondo san Tommaso, Dio ha unito la nostra orazione alla nostra salvezza e al compimento dei suoi disegni d'amore per i suoi eletti che tendono alla loro predestinazione. Quando preghiamo, dice, non è per cambiare gli ordini di Dio, ma per realizzarli e ottenere ciò che desidera solo grazie all'orazione, affinché gli uomini meritino di ricevere con le loro preghiere ciò che l'Onnipotente aveva deciso di dar loro prima di tutti i secoli solo per bontà. Così, Dio ha racchiuso nell'orazione tutti i beni di cui possiamo aver bisogno e siamo molto colpevoli se, invece di pregare, non facciamo che gemere inutilmente sui nostri errori, le nostre tiepidezze e le nostre debolezze, poiché solo nell'orazione possiamo facilmente trovare i rimedi per riscattarci da quei mali. Perciò dobbiamo fare dell'orazione l'esercizio più comune della vita spirituale.” L’AUTORE – Il domenicano Antonin Massoulié (1632-1706) visse in una Francia agitata da importanti tensioni religiose che in qualche maniera coinvolgevano l’orbe cristiano. Sotto Luigi XIV si pose la questione del gallicanismo sul grado di autonomia della Chiesa in Francia. Con questo s’intrecciavano le dottrine eterodosse del giansenismo e del quietismo. Fu in quei frangenti che padre Antonin, forte della fiducia dei suoi superiori, fu inviato a Roma, dove ricoprì vari incarichi all’interno dell’ordine. Difese con zelo la causa tomista come soluzione a quei problemi e come via per attuare nella vita personale una sintesi autenticamente domenicana fra preghiera e scienza. Direttamente coinvolto nel dibattito teologico sul quietismo, nel 1692 pubblicò la sua opera fondamentale, in due tomi, Divus Thomas sui interpres de divina motione et libertate creata. E nel 1697 papa Innocenzo XII lo chiamò a far parte della commissione straordinaria incaricata di esaminare le Maximes di Fénelon. INDICE DELL’OPERA - Presentazione, di Carlo Bonfanti - Nota del traduttore - Meditazioni di san Tommaso sulle tre vite - Al lettore - La vita purgativa - Prima meditazione. Dobbiamo eccitare in noi stessi un gran desiderio di progredire nella Virtù e giungere alla perfezione - Seconda meditazione. Dobbiamo iniziare a purificarci aborrendo e fuggendo il peccato mortale - Terza meditazione. Dobbiamo purificarci da ogni tipo di affezione per il peccato veniale - Quarta meditazione. Dobbiamo morire a ogni cattiva abitudine - Quinta meditazione. Dobbiamo fuggire le occasioni di peccato - Sesta meditazione. Dobbiamo far morire in noi la concupiscenza della carne e il desiderio di ogni piacere - Settima meditazione. Dobbiamo far morire in noi la concupiscenza degli occhi e fuggire la curiosità - Ottava meditazione. Dobbiamo far morire in noi l'orgoglio, rinunciare a ogni desiderio di apparire ed essere stimati - Nona meditazione. Dobbiamo morire al nostro giudizio e alla nostra volontà - Decima meditazione. Quanto sia pericolosa la tiepidezza - La vita illuminativa (I. La differenza delle virtù e delle perfezioni divine, che ne sono gli esemplari - II. Dei tre gradi di virtù, o dei tre diversi modi di praticarle - III. Del primo grado delle virtù e degli atti che produce - IV. Del secondo grado delle virtù e di un modo più elevato di praticarle - V. Le virtù cristiane cominciano a trovarsi un questo secondo grado - VI. Terzo grado. Modo eroico di praticare le virtù - VII. Le virtù del terzo grado appartengono a uno spirito purificato e sono proprie dei Beati - VIII. Comparazione dei tre stati e il dominio che le virtù esercitano sulle passioni - IX. Risposta di san Tommaso a una critica del mondo – X. Della felicità di questo stato, e quanto sia necessario al mondo - XI. Conclusione del discorso di san Tommaso: bisogna aspirare a quest'ultimo stato, acquisendo le virtù) - Prima meditazione. Dell'umiltà e della bassa opinione che bisogna avere di sé stessi - Seconda meditazione. Del desiderio di soffrire e dell'amore della Croce - Terza meditazione. Dobbiamo considerarci pellegrini, morti e crocifissi - Quarta meditazione. Della solitudine - Quinta meditazione. Del silenzio - Sesta meditazione. Dell'orazione, e quanto sia necessaria - Settima meditazione. Del raccoglimento interiore e della solitudine del cuore - Ottava meditazione. Della presenza di Dio e dei diversi modi di praticarla - Nona meditazione. Della conformità alla volontà di Dio e della sottomissione agli ordini della sua Provvidenza - Decima meditazione. Dell'amore del prossimo e dell'unione fraterna - La vita unitiva (I. Perfezione dello stato di unione - II. Dei diversi gradi di contemplazione - III. I tre gradi della contemplazione corrispondono a tre doni dello Spirito Santo: la scienza, la sapienza e l'intelletto - IV. Delle disposizioni necessarie per il terzo grado della contemplazione - V. Della prima disposizione: la purezza di cuore attraverso la mortificazione delle passioni - VI. Seconda disposizione: la semplicità della Fede, senza troppi ragionamenti - VII. L'amore è una grande sorgente di luce - VIII. La beatitudine di un'anima nel terzo grado della contemplazione - IX. Dell'obbligo di mantenersi in questo terzo grado – X. Conclusione. Bisogna aspirare all'unione intima con Dio) - Prima meditazione. L'amore languente - Seconda meditazione. Dell'amore agente, o desiderio di operare incessantemente per Dio - Terza meditazione. Dell'amore sofferente - Quarta meditazione. Dell'amore aspirante, o del desiderio di possedere Dio - Quinta meditazione. L'amore di ricerca, che fa correre l'anima a Dio - Sesta meditazione. L'amore che annienta: il timore rispettoso e l'annientamento dell'anima - Settima meditazione. La costanza e la santa sfrontatezza dell'amore - Ottava meditazione. L'amore unitivo - Nona meditazione. Dell'amore ardente che infiamma l'anima e comincia a trasformarla in Dio - Decima meditazione. L'amore trasformante, per il quale solo Dio vive nell'anima e l'anima vive solo in Dio - Undicesima meditazione. Conclusione degli esercizi con tre importanti propositi - Pratica delle virtù di san Tommaso - La fede - La speranza - La carità - Il voto di povertà – Il voto di castità – Il voto di obbedienza - Conformità alla volontà di Dio - L'amore per il prossimo - Lo studio della perfezione - Il fervore - Il silenzio - La presenza di Dio - L'orazione continua - Lo spirito di compunzione – Il timore di Dio - L'amore della Croce - Lettera della B. Vittoria - L'abnegazione di sé - L'astinenza - L'umiltà - La modestia - La semplicità - La pace dell'anima - Lo zelo di religione - Lo zelo per la salvezza delle anime - Devozione verso il SS. Sacramento dell'altare - La devozione alla SS. Vergine - Devozione all'angelo custode - La devozione al nostro padre san Domenico - La devozione al nostro patrono & al santo del mese - La perseveranza - Bibliografia
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