Carl Schmitt e Leo Strauss |
Heinrich Meier Carl Schmitt e Leo Strauss Edizioni Cantagalli, pagg.216, Euro 19,00
IL LIBRO – Quello tra politica e religione è stato da sempre un rapporto difficile, benché decisivo, al centro di accese discussioni, che oggi più che mai - col parlare di "conflitto di civiltà" o di "laicità" dello Stato - trovano nel dialogo tra Carl Schmitt e Leo Strauss impulsi importanti per un necessario approfondimento filosofico. DAL TESTO – “Il contrassegno del politico è determinato da Schmitt nella distinzione fra amico e nemico, negando esplicitamente che essa sia equivalente e analoga alle distinzioni "ultime" tra bene e male «in ambito del morale», bello e brutto «nell'estetico», utile e dannoso «nell'economico». Col dire questo non supera affatto la concezione della liberale «filosofia della cultura» soltanto perché parla di un «ambito» particolare. Concependo il politico come «autonomo», però «non nel senso di un nuovo e proprio ambito oggettivo», Schmitt mette in questione, ben inteso, la dottrina delle «province culturali» autonome o «ambiti oggettivi relativamente autonomi». Implicita, come Strauss sottolinea, è «una critica di principio per lo meno del concetto dominante di cultura», anche se per la verità tale critica «non viene sempre resa esplicita da Schmitt. Anche lui - seguendo il modo d'esprimersi di un'ampia letteratura - parla occasionalmente di «ambiti oggettivi diversi e relativamente autonomi del pensare e agire umani». Citando alla lettera poche righe prima, nella sua spiegazione del concetto liberale di cultura, il modo di parlare a cui Schmitt «occasionalmente» ricorre, Strauss rimanda in maniera apparentemente accidentale a un'incoerenza del «modo di esprimersi» di Schmitt, richiamando così l'attenzione del lettore, e soprattutto di Schmitt stesso, sul fatto che quest'ultimo non sarebbe all'oscuro di un aspetto importante della portata della sua impresa. Nella nuova versione de Il concetto di politico del 1933 non si parla più di «ambiti oggettivi diversi e relativamente autonomi». Al contrario, Schmitt mette in rilevo con caratteri spaziati che la distinzione amico-nemico è autonoma. E già nella sezione introduttiva l'antitesi politica tra amico e nemico viene contrapposta alle antitesi bene-male, bello-brutto ecc. e indicata ora esplicitamente come l'«antitesi molto più profonda».” L’AUTORE – Heinrich Meier, dal 1985 direttore della Fondazione Carl Friedrich von Siemens di Monaco di Baviera, è professore di Filosofia all'Università Ludwig Maximilian di Monaco e presso il Committee on Social Thought dell'Università di Chicago. Studioso di Rousseau, curatore dell'edizione tedesca delle Opere complete di Leo Strauss (1994-sgg), oltre al presente volume - qui tradotto con un'inedita Prefazione all'edizione italiana - è in preparazione presso Cantagalli anche la monografia che prosegue il suo confronto tra Schmitt e Strauss: La lezione di Carl Schmitt. Quattro capitoli sulla distinzione tra Teologia politica e Filosofia politica. INDICE DELL’OPERA - Prefazione all'edizione italiana - Carl Schmitt e Leo Strauss. Per una critica della Teologia politica - Parte prima - Carl Schmitt, Leo Strauss e «Il concetto di politico». Per un dialogo tra assenti - Leo Strauss: Note su «Il concetto di politico» di Cari Schmitt - Nota del curatore - Leo Strauss: Tre lettere a Carl Schmitt - Postilla del curatore - Parte seconda – Il filosofo come nemico. Sul Glossario di Carl Schmitt - Epilogo. Per una politica teologica o filosofica dell'amicizia? – Appendice - Bibliografia di Corrado Badocco - Indice dei nomi
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