Quaderni e diari. 1950-1973 Stampa E-mail

Hannah Arendt

Quaderni e diari. 1950-1973

Neri Pozza, pagg.656, Euro 18,00

 

arendt_quaderni_e_diari  IL LIBRO – Dal giugno del 1950 al luglio del 1971 (per il 1972-1973 non ci restano che itinerari di viaggio) Hannah Arendt annota pensieri e appunti in 29 quaderni ai quali si riferirà col termine inglese notebooks (o, secondo una comunicazione orale di Lotte Köhler, col termine tedesco Denktagebuch, diario di pensiero). Non di diari in senso tecnico si tratta, ma di quaderni di lavoro, in cui i temi fondamentali del suo pensiero si confrontano di volta in volta con gli autori che più ne hanno segnato la formazione e lo svolgimento, da Platone a Kant, da Aristotele a Marx, da Hegel a Kafka.
  Decisiva è, nei quaderni, la presenza degli amici e maestri, di Jaspers, Mary McCarthy, del marito Heinrich Blücher, ma soprattutto di Martin Heidegger (è un caso che il diario cominci due mesi dopo il ritorno dal viaggio in Europa, che segna il primo significativo incontro col maestro ed amante dopo l’esilio di Arendt dalla Germania nel 1933 e si chiuda nel luglio 1971, pochi mesi dopo l’incontro con Heidegger a Friburgo, quando il filosofo traccia sul quaderno la parola Ent-sagen, rinuncia? ). Ciò che fa di questi quaderni un documento assolutamente incomparabile è non soltanto che essi ci permettono di penetrare nell’officina di pensiero di Arendt e di seguirne come su un giornale di bordo insistenze e deviazioni, arresti e accensioni, «presagi e ripensamenti»; ma soprattutto che, al di là dello spazio pubblico a cui siamo abituati ad associare il pensiero di Arendt, essi ci introducono in una dimensione né pubblica né privata, che un’annotazione folgorante del novembre 1969 ci presenta come il luogo  stesso del pensiero: «Il luogo del pensiero: non è nello spazio pubblico, in cui abbiamo a che fare con il mondo e con ciò che abbiamo in comune, né in quello privato, in cui abbiamo a che fare con ciò che ci appartiene e con ciò che vogliamo nascondere al mondo, e non è nemmeno nell’ambito sociale. Allora: dove? Nel deserto?».

  DAL TESTO – “La «pace a tutti i costi» è stata finora la parola d'ordine degli animi servili o di un rifiuto di ogni violenza impolitico per principio. Oggi, pace a tutti i costi significa soltanto: continuare a vivere a ogni costo - e non per gli individui, che non possono comunque farlo perché sono mortali, bensì per il genere umano. Libertà, giustizia ecc. possono esistere soltanto finché esistono gli uomini. Di conseguenza, l'esistenza di tutti gli uomini non può mai essere messa in gioco per questioni e ideali umani.
  “Se i mezzi della violenza sono stati sviluppati al punto tale che la loro gestione collettiva potrebbe avere come conseguenza la distruzione assoluta, è giunto il momento di allontanarla completamente dalla politica. Questo significa però che la violenza può essere usata soltanto contro gli individui e nell'ambito di una collettività. Ne consegue che soltanto la polizia può detenere mezzi violenti e che gli eserciti e i militari perderanno necessariamente la loro importanza con lo sviluppo della tecnica. In altri termini: lo stesso spostamento dell'accento dall'esercito alla polizia che si realizza nelle forme di Stato totalitarie! Questo fatale sviluppo sembra ineluttabile nel momento in cui si guarda all'umanità nella sua globalità.”

  L’AUTRICE – Hannah Arendt (1906-75) fu allieva di Heidegger, Husserl e Jaspers. Nel 1941 si trasferí negli Stati Uniti, dove insegnò all’università di Chicago, a Berkeley, Princeton e, dal 1967, alla New School for Social Research di New York. Tra le sue numerose opere, che hanno profondamente segnato la ricerca filosofica e politica contemporanea, ricordiamo: Vita activa (Bompiani 1994), Che cos’è la politica? (Einaudi 1995), La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme (Feltrinelli 2000), Lettere (con Martin Heidegger, Comunità 2001), Antisemitismo e identità ebraica. Scritti 1941-1945 (Comunità 2002), Le origini del totalitarismo (Einaudi 2004), Responsabilità e giudizio (Einaudi 2004) e Sulla rivoluzione (Einaudi 2006).

  INDICE DELL’OPERA - Nota all'edizione italiana - Quaderno I - Quaderno II - Quaderno III - Quaderno IV - Quaderno V - Quaderno VI - Quaderno VII - Quaderno VIII - Quaderno IX - Quaderno X - Quaderno XI - Quaderno XII - Quaderno XIII - Quaderno XIV - Quaderno XV - Quaderno XVI - Quaderno XVII - Quaderno XVIII - Quaderno XIX - Quaderno XX- Quaderno XXI - Quaderno XXII - Quaderno XXIII - Quaderno XXIV - Quaderno XXV - Quaderno XXVI - Quaderno XXVII - Quaderno XXVIII - Quaderno su Kant - Indice dei nomi