Il Golfo di Policastro dai moti rivoluzionari del 1848 all’Unità d’Italia Stampa E-mail

Silvano Del Duca

Il Golfo di Policastro dai moti rivoluzionari del 1848 all’Unità d’Italia

Editrice Gaia, pagg.191, Euro 12,00

 

delduca_policastro  IL LIBRO – A ridosso del 1500 anniversario dell'Unità d'Italia, uno studio sulla storia del Risorgimento, che focalizzi l'attenzione sugli avvenimenti che interessarono la provincia di Salerno (in particolare la zona sud del Cilento, che ai tempi costituiva il Distretto di Vallo della Lucania e in special modo la sua costa con il Circondario di Camerota e i territori limitrofi), può offrire uno spunto di riflessione sull'impatto che tali eventi ebbero all'interno della realtà meridionale. Il Principato Citra, all'epoca grande poco più dell'attuale provincia di Salerno, era una delle aree strategiche del Regno di Napoli, grazie alle sue caratteristiche economiche e sociali, e al suo notevole peso demografico. Inoltre costituiva uno degli accessi strategici alla capitale, soprattutto in occasione di iniziative insurrezionali. Lo studio delle vicende risorgimentali attraverso la consultazione delle relazioni del Gabinetto d'Intendenza e delle carte processuali della Gran Corte Criminale o del Ministero di Polizia, se da un lato possono fornire una rappresentazione non sempre oggettiva degli avvenimenti, dall'altro permettono di accedere all'interno dei luoghi e far rivivere le azioni dei protagonisti. L'analisi dei documenti che raccolgono le relazioni della polizia e le dichiarazioni degli imputati e testimoni nei processi politici della Gran Corte Criminale, pur se non colte come versioni definitive degli avvenimenti, consente di esplorare la realtà del tempo. Ma appare utile soprattutto al fine di dimostrare come nella società rurale cilentana, gli ideali ed i progetti politici fossero condizionati dalla conflittualità locale basata su interessi personali, vecchi rancori ed odi di parte. L'ambito della storia cilentana diventa, così, un'opportunità per individuare la genesi, le forme e i modi assunti da una struttura sociale rispetto ad un processo generale di trasformazione.

  DAL TESTO – “L'azione delle masse giunse inaspettato e si verificò parallelamente a quella della borghesia, con la quale non ci fu un rapporto di dipendenza. L'incontro tra borghesia e contadini avrebbe potuto costituire un grande avvenimento, se il ceto dirigente avesse voluto e saputo organizzare e disciplinare l'impulso rivoluzionario che proveniva dalle campagne. Ma invece le due forze della rivoluzione, borghesia e popolo, camminarono insieme per poco, fino a quando la borghesia non si rese conto dell'aggressività del ceto contadino verso il raggiungimento di obiettivi che non erano invece propri dei disegni dei liberali borghesi. Essi miravano infatti, unicamente alla riforma delle istituzioni, e a tal fine aveva creato il movimento liberale. Essi avrebbero voluto la Costituzione e non la rivoluzione, e a tal fine fecero di tutto per poterla ottenere da Ferdinando II, mediante diverse manifestazioni pacifiche nella capitale. Niente scontri ed urti ma molte grida di "Evviva il Re", frutto della dipendenza legale dell'età del dispotismo illuminato, quando la riforma veniva concessa per "grazia" del re, a coloro che, avendo fattone richiesta, erano degni di meritarla. Ma quando sentirono la necessità di ricorrere alla rivoluzione, fu chiara la mancanza di preparazione”.

  L’AUTORE – Silvano Del Duca è nato a Sapri e vive a Lentiscosa fraz. di Camerota (Salerno). Laureato con il massimo dei voti in Scienze delle Relazioni Internazionali e Diplomatiche, da anni è impegnato in politica e nel sociale.

  INDICE DELL’OPERA - Prefazione – Introduzione. L'ambiente e la società agli inizi dell'Ottocento nel Salernitano (La campagna cilentana nella prima metà dell'Ottocento - Il sistema produttivo - Borghesi e contadini e la lotta per la terra - L'amministrazione locale: il decurionato) - I. L'insurrezione del 1848 (Le aspirazioni sociali e le motivazioni politiche - La diffusione delle società segrete nel distretto di Vallo - La Chiesa e l'adesione alla rivoluzione cilentana - L'anno cruciale: il 1848 nel Circondario di Camerota e dintorni - La sconfitta del movimento liberale nel 1848: democratici e moderati) - II. Dalla fine del 1848 alla fine del 1858: un decennio di restaurazione, conati di rivoluzione e l'avvio del processo di unificazione (Gli anni della seconda Restaurazione - L'inizio della repressione nel Circondario di Camerota e nelle zone limitrofe - Dalla fine del '48 alla fine del '56: dilaga la criminalità e falliscono i tentativi insurrezionali - L'eco della spedizione del 1857 a Sapri ad opera di Carlo Pisacane) - III. Il processo di unificazione (L'attività cospirativa nel 1859 e i preparativi per la spedizione garibaldina - Il 1860 e l'azione dei democratici e dei moderati salernitani - Dalla liberazione delle camicie rosse all'unificazione d'Italia - La reazione borbonica - La fine del Regno Borbonico) - Bibliografia e fonti documentarie