La Francia di Vichy |
Henry Rousso La Francia di Vichy il Mulino, pagg.136, Euro 11,50
IL LIBRO – Nel giugno del 1940 le truppe naziste sbaragliavano l'esercito francese e arrivavano a Parigi. Il presidente del consiglio maresciallo Pétain firmava l'armistizio con la Germania e costituiva, nella parte non occupata dai tedeschi, un nuovo "stato francese" con sede a Vichy, che durò fino all'agosto del 1944, quando fu travolto dall'avanzata alleata. Nei suoi quattro anni di vita, il regime collaborazionista fu certo assoggettato all'occupante e alleato tedesco, ma sotto la dittatura carismatica di Pétain visse anche di iniziativa propria. Il governo di Vichy cercò di instaurare un nuovo ordine politico, sociale, morale di rottura con la precedente repubblica, fondato sull'ideale di una "comunità nazionale" da cui dovevano essere esclusi gli "inassimilabili" (ebrei, comunisti, massoni, stranieri). Sulla scia del recente, importante rinnovamento storiografico che ha contrassegnato gli studi in materia, il volume fa il punto su questo episodio cruciale della storia europea. DAL TESTO – “In molti settori il regime di Vichy segue le orme pionieristiche del Fronte popolare: crea, ad esempio, un Commissariato generale all'Educazione generale e sportiva affidato al campione di tennis Jean Borotra. Questi introduce la materia nelle scuole primarie e secondarie e promulga una Carta degli sport destinata a nazionalizzare le associazioni sportive e a promuovere lo sport amatoriale di contro alla pratica professionistica. In pittura e in musica, il regime manifesta insieme un accademismo che lo conduce a promuovere la tradizione contro l'arte contemporanea (cubismo, surrealismo, impressionismo), e un populismo che tende alla glorificazione dei valori nazionali, come il tentativo di «francesizzare» la musica jazz, molto in voga dagli anni Venti - e tollerata da Vichy come dagli occupanti. Tuttavia, malgrado le velleità di creare un'«arte Maresciallo», fatica a dar vita a un'arte ufficiale. Si accontenta dunque di una politica di protezione del patrimonio: monumenti, artigianato, lingue e folclore locali, affidata al direttore delle Belle Arti Louis Hautecæur. Sviluppa anche una forma di «decentralizzazione teatrale» a misura delle nuove «province» incoraggiando la cultura regionale.” L’AUTORE – Henry Rousso, Directeur de recherches al CNRS, è autore di "Le syndrome de Vichy" (1987), "Vichy, un passé qui ne passe pas" (con E. Conan, 1994), "Vichy: l'événement, la mémoire, l'histoire" (2001) e di "Stalinismo e nazismo: storia e memoria comparate" (Bollati Boringhieri, 2001). INDICE DELL’OPERA - Introduzione - I. Un nuovo regime (1. Una strana sconfitta e una strana vittoria - 2. La fuga, la paura e il caos - 3. La scelta dell'armistizio - 4. Una genealogia - 5. Il 10 luglio 1940 - 6. Lo «Stato francese» - 7. La rivoluzione nazionale - 8. Pétain e Laval) - II. La strategia della collaborazione (1940-1942) (1. Gli obiettivi - 2. Una richiesta francese - 3. La politica degli occupanti - 4. L'ingranaggio) - III. La nuova Francia (1. Le contraddizioni interne 2. La dittatura carismatica - 3. L'organizzazione economica e sociale - 4. Il nuovo ordine morale) - IV. La violenza di Stato (1. Lo Stato poliziesco - 2. La repressione e l'esclusione - 3. La xenofobia, i campi di internamento - 4. La persecuzione degli ebrei) - V. Nella guerra totale nazista (1942-1944) (1. Guerra mondiale, guerra totale - 2. Lo sbarco in Africa settentrionale - 3. La collaborazione senza contropartite - 4. La partecipazione al genocidio - 5. La politica della manodopera - 6. La Milizia e la lotta contro la resistenza 7. Il governo di Sigmaringen - 8. L'epurazione del regime) - VI. I francesi sotto Vichy (1. Lo Stato e l'opinione pubblica - 2. Uno spettro di reazioni - 3. Uno spazio nazionale e coloniale frammentato - 4. L'evoluzione dell'opinione pubblica - 5. Forze sociali e sostenitori del regime) – Conclusioni - Letture consigliate - Indice dei nomi
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