Renzo Mazzanti
Attraverso il Mediterraneo. Navigazione, ambiente e uomini nel Medioevo
Felici Editore, pagg.112, Euro 12,00
IL LIBRO - Quali bastimenti governavano i marinai vissuti tra la caduta dell'impero romano e l'inizio del Rinascimento? In che modo affrontavano la navigazione? Come si svilupparono le attrezzature e le armature di cui disponevano? Quali difficoltà ambientali e climatiche riservava loro il Mediterraneo? La mancanza di comunicazione con i porti e la difficoltà di navigare a vela risalendo il vento o di tracciare e mantenere una rotta costituivano solo alcuni dei problemi quotidiani con cui si misuravano i marinai medievali, costretti a solcare il Mediterraneo per scambiare le proprie merci o per espandere i loro domini in terre lontane, con il rischio di imbattersi nella pirateria. Richiamando alla memoria gli avvenimenti, i personaggi e le società che lasciarono una profonda impronta nel mondo mediterraneo medievale, un geologo con l'innata passione per il mare e la storia ci induce a salpare per un viaggio affascinante e avvincente nella storia della navigazione.
DAL TESTO - “[…] nel Mediterraneo, gli Arabi avevano trovato nella pirateria lo sfogo alla loro antica vocazione di predoni delle carovane, sebbene gestite dai loro stessi mercanti e necessarie per trasportare le merci attraverso i deserti separanti le due aree che intorno all'XI secolo erano diventate le più industriose e produttive della Terra: l'Europa occidentale e l'Asia indo-cinese. Gli itinerari carovanieri principali erano due: il più antico passava a nord del mar Caspio giungendo a Trebisonda nel mar Nero (dove le merci potevano essere raggiunte direttamente dalle navi delle Repubbliche marinare italiane), l'altro, passando a sud del mar Caspio, raggiungeva Bassora e quindi i porti del Mediterraneo orientale tutti in mano araba dall'inizio del VII secolo. Altri due itinerari, misti con tratti marini e carovanieri completamente in mano araba, mettevano in comunicazione l'India con il Mediterraneo: l'uno attraverso il Golfo Persico fino a Bassora e l'altro attraverso il Mar Rosso e l'Egitto. Gli Arabi non potevano rinunciare ad una delle maggiori fonti di ricchezza consistente nei commerci favoriti dalla loro centrale posizione geografica; d'altronde non potevano neppure rinunciare apertamente alla ğihād di ferventi musulmani. Altrettanto, anche se su posizioni contrarie perché convinti cristiani, avveniva per i cittadini delle Repubbliche marinare italiane, i cui commerci in definitiva dipendevano dai porti del Mediterraneo orientale e del mar Nero, tutti ormai in mano araba. La situazione poteva sembrare priva di compromessi ma in realtà l'intraprendenza italiana nell'accettare il millet […] dalle compagnie commerciali nei porti arabi aprì uno spiraglio alla riapertura dei mercati e quindi degli scambi. Ciò, ovviamente, non escludeva l'esercizio della pirateria che si arricchiva dall'aumento dei traffici”.
L'AUTORE - Renzo Mazzanti, già ricercatore del CNR e libero docente in geologia presso l’Università di Pisa, ha studiato i sedimenti in prevalenza di origine marina dei rilievi appenninici e alpini. Ha pubblicato Elementi per la storia del clima in Toscana dal Miocene all’Olocene; 1284. L’anno della Meloria; Tombolo. Territorio della Basilica di San Piero a Grado; Un territorio all’incrocio di vie di terra e d’acqua. Bientina dall’Antichità al Medioevo; La Pianura di Pisa e i rilievi contermini, I primi abitanti d’Europa; La Versilia tra VII e III secolo a.C.; Dal Bronzo al Ferro. Il II millennio a.C. nella Toscana centro-occidentale. Ha contribuito ai volumi Atlante delle spiagge italiane e Pisa e il Mediterraneo.
INDICE DELL'OPERA - Presentazione - I modi di navigare – L’ambiente fisico - I bastimenti - Qualche particolare su propulsioni e attrezzature - Profeti, santi e pirati nella girandola umana del Medioevo mediterraneo - Conclusioni - Ringraziamenti - Bibliografia
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