Prem Shankar Jha
Quando la Tigre incontra il Dragone. Uno sguardo nel futuro di India e Cina
Neri Pozza, pagg.480, Euro 22,00
IL LIBRO - La lettura e l'analisi delle nuove superpotenze asiatiche, le interpretazioni economiche e politiche del presente e del futuro di Cina e India, sono state negli ultimi anni numerose ma tutte provenienti da un punto di vista occidentale. Formule come «Cindia» o «la speranza indiana» hanno introdotto un dibattito di grande importanza e popolarità, ma allo stesso tempo hanno evidenziato il limite di una comprensione incapace di colmare la distanza culturale e conoscitiva da una realtà radicalmente nuova e diversa. Prem Shankar Jha esamina dall'interno i rapporti tra lo sviluppo economico e le trasformazioni politiche e sociali in Cina e India, i conflitti scatenati dal mercato, le prospettive di successo o di fallimento dei rispettivi paesi nel progettare la propria strada verso il futuro. Lo studioso indiano discute e smentisce una serie di luoghi comuni, prima fra tutti l'idea che India e Cina siano in competizione fra loro per dominare il resto del XXI secolo, o per dettare l'agenda dello sviluppo globale. Un'idea alimentata e sostenuta dai media internazionali che amano raccontare l'arrogante e determinata consapevolezza dei nuovi imprenditori di Delhi e Mumbai e la crescente irritazione da parte della leadership cinese verso i successi indiani. Nel cuore polemico del libro è soprattutto la profezia, diventata moneta comune tra gli economisti e i politologi occidentali, che vuole i due paesi destinati a dominare l'economia globale da qui a cinquant'anni, in base alla loro attuale traiettoria di sviluppo. Prem Shankar Jha mostra come questa eventuale supremazia non si possa dare affatto per scontata, perché entrambe le nazioni sono ancora nelle fasi iniziali della trasformazione da società pre-capitalistiche a società capitalisticamente mature. Una transizione che non prevede dei cambiamenti solo nelle configurazioni economiche ma una profonda ristrutturazione delle relazioni politiche e sociali. Una mutazione che si può a ragione definire epocale, poiché ha bisogno della distruzione del vecchio mondo, della rottura di antichi legami e della stesura di regole innovative, in un processo che genera nuovi vincitori e centinaia di migliaia di nuovi sconfitti, senza dare alle istituzioni sociali il tempo di adattarsi. Con il rischio di una metamorfosi violenta, come in modo analogo ci ha già dimostrato l'evoluzione capitalistica del XX secolo in Europa, una delle epoche piú cruente e disumane della storia dell'umanità.
DAL TESTO - "Benché la Repubblica popolare sia uno stato di natura autoritaria al pari di quelli venuti alla luce in Europa, il suo rapporto con la società è di natura diversa, nella misura in cui ciò è reso possibile da una cornice autoritaria. I despoti europei, salvo rarissime eccezioni, addossavano la responsabilità delle proteste sociali alla popolazione. Lo stato cinese - e in questo la Repubblica popolare non fa eccezione - perlomeno non ha escluso la possibilità che la colpa potesse essere attribuibile a chi governava. Questo in ragione del fatto che l'autoritarismo europeo ha le sue origini nel diritto divino dei re, mentre quello cinese affonda nel confucianesimo imperiale, al cui centro c'è la convinzione che il sovrano impeccabilmente giusto e virtuoso non ha bisogno di ricorrere alla coercizione per ottenere obbedienza. In termini concreti, questo si traduce in una profonda riluttanza all'utilizzo della forza contro il popolo. La descrizione che Baum fa dello sviluppo della crisi di Tiananrnen e delle fasi successive mette in risalto non la brutalità del regime, ma fino a che punto esso fosse disposto ad arrivare per evitare la violenza".
L'AUTORE - Prem Shankar Jha ha studiato filosofia, politica ed economia a Oxford, ha lavorato dal 1961 al 1966 per le Nazioni Unite a New York ed è poi tornato in India, dove ha collaborato come editor e giornalista alle pagine del Hindustan Times, del Times of India, dell'Economic Times e del Financial Express. Tra il 1986 e il 1990 è stato il corrispondente indiano dell'Economist, e nel 1990 è diventato collaboratore del primo ministro V.P. Singh. Dal 1997 al 2000 ha insegnato all'Università della Virginia. Di recente ha lavorato presso il Fairbank Centre della Harvard University e ha insegnato a Parigi all'Institut d'études politiques. In Italia Neri Pozza ha pubblicato nel 2007 Il caos prossimo venturo, che ha avuto un grande successo e ha sancito il rilievo di Jha come uno dei massimi economisti mondiali.
INDICE DELL'OPERA - Prefazione - ANALOGIE E DIFFERENZE - 1. Il declino dell'egemonia - 2. Davide e Golia - 3. Su strade parallele - 4. I motivi dell'ascesa di Cina e India - CINA - 5. Cina: la gestione controllata del disordine - 6. Enigmi svelati - 7. Uno stato predatore - 8. La recessione e 1'acutizzarsi del conflitto sociale - INDIA - 9. Perché la crescita dell'India è stata cosi lenta? - 10. Le riforme e la caduta del regime intermedio - CINA - 11. L'innato conservatorismo delle riforme cinesi - 12. Democratizzazione con caratteristiche cinesi: il ponte che la Cina deve attraversare - INDIA - 13. India: la sfida del futuro - 14. L'equità diventa un miraggio - CONCLUSIONI - 15. Il tempo sta per scadere
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