Predappio in luce |
a cura di Elisa Giovannetti - Raffaella Biscioni Predappio in luce. La città fra realtà e rappresentazione Casa Editrice Fernandel, pagg.144, Euro 20,00
IL LIBRO - Il volume propone una riflessione sul tema della costruzione dell’immaginario di un luogo attraverso fonti fotografiche e cinematografiche. Nello specifico si analizza il caso di Predappio in epoca fascista, un luogo ad alta visibilità mediatica e a connotazione simbolica in quanto città natale di Benito Mussolini. Nella prima parte sono raccolti i contributi di Luigi Tomassini, Massimo Baioni, Giacomo Manzoli, Marco Bertozzi, Raffaella Biscioni e Elisa Giovannetti. Nella seconda parte è pubblicata un’ampia selezione di immagini, quasi tutte inedite, che compongono la mostra fotografica Predappio in luce, allestita a Predappio a seguito di una ricerca iconografica e documentale sulla fondazione della città. Uno studio, a cura di Elisa Giovannetti e Raffaella Biscioni, che ha preso in esame diverse collezione fotografiche, conservate in istituzioni pubbliche italiane e presso collezionisti privati. Le immagini esposte, frutto di un’approfondita ricerca iconografica, provengono da alcuni tra i più importanti archivi nazionali, regionali, locali di conservazione e da alcune collezioni private del territorio. Il percorso espositivo è articolato in sezioni tematiche, riflesso dei topoi visivi che i materiali stessi hanno posto all’attenzione delle curatrici e che descrivono alcuni dei differenti volti di Predappio tra le due guerre. L’insieme delle immagini intende restituire alcune delle suggestioni del periodo storico considerato e la complessità del tema dell’identità e dell’immagine della città. L’assunto che sorregge l’intero percorso è il riconoscimento della peculiarità della città di Predappio che, rispetto al contesto italiano, ha rappresentato - e rappresenta tuttora - l’eccezione e la regola assieme: da un lato caso unico in quanto città natale di un dittatore, dall’altro piccola cittadina collinare come molte altre della provincia italiana. Questa doppia identità è il leitmotiv dell’esposizione, che ricostruisce e interpreta l’immagine fotografica di Predappio in rapporto alla dimensione della vita quotidiana del paese e a quella politica, culturale e sociale italiana. La grandissima capacità comunicativa dell’immagine fotografica si è così prestata alla costruzione di un percorso che, partendo da una riflessione sui grandi temi dell’epoca fascista, li ha declinati alla dimensione locale di Predappio. Tra gli altri la tematica delle città di fondazione legato a quello dell’architettura razionalista come veicolo dei valori simbolici funzionali al regime, ha permesso di ricostruire come nel tempo la città sia stata letta. Un testo in cui ogni edificio o luogo significativo rappresenta un elemento di senso e, per questa ragione, fotografato. Allo stesso modo, si è potuto ricostruire come la città sia stata inquadrata entro il disegno complessivo della retorica del cosiddetto culto del “littorio”, la terra natale del Duce come luogo d’inizio dell’epopea fascista, tema che la fotografia restituisce con grande suggestione attraverso le immagini delle visite alla città. Nelle fotografie in mostra ciò che colpisce è l’immagine di una piccola borghesia che nel corso di vent’anni cambia, il considerare l’atto stesso della visita al paese natale del suo Duce l’atto estremo di partecipazione al regime, ma allo stesso tempo riflesso di un nuovo consumo culturale che nasce negli stessi anni quale il turismo di massa, testimonianza di una pratica di consumo.
DAL TESTO - "La partecipazione ai riti di Predappio, attorno ai quali è fiorito l'immancabile e variopinto mercato di cimeli e souvenir, si è mantenuta su livelli ragguardevoli (ancora nel 1995 la stima era di 100.000 presenze l'anno), sebbene il flusso dei visitatori non possa evidentemente reggere il paragone con le statistiche del ventennio. Intorno alla metà degli anni Novanta, i raduni hanno anzi raggiunto un tasso di visibilità inedito. In passato le celebrazioni, le commemorazioni periodiche, gli sfoghi pubblicistici riuscivano raramente a destare echi significativi nei mass media nazionali, confinando il fenomeno a una circolazione rigorosamente interna. La nuova geografia elettorale del paese, con il peso crescente di movimenti della destra vecchia e nuova, e la contestazione dei paradigmi politici e culturali in cui affondano le radici storiche della democrazia repubblicana hanno sollecitato la rimozione di antiche discriminanti".
LA CURATRICE - Raffaella Biscioni si è laureata in Conservazione dei Beni culturali presso l’Università degli Studi di Bologna discutendo una tesi su La digitalizzazione della fotografia storica: stato dell’arte e questioni aperte. Nel 2005 ha conseguito il Master di primo livello in Conservazione e gestione delle raccolte e collezioni in archivio e biblioteca e trattamento informatico dei flussi documentali.
INDICE DELL'OPERA - Presentazione, di Giuliano Brocchi (Sindaco del Comune di Predappio) - Predappio in luce. Il progetto, Giorgio Frassineti (Assessore alla memoria storica) - Fotografia, Fascismo, Predappio, di Luigi Tomassini - Predappio. Politiche della memoria e dell'oblio tra Fascismo e repubblica, di Massimo Baioni - Predappio, città funebre. Il ruolo della città nel discorso dei cinegiornali Luce, di Giacomo Manzoli - L'immagine di Predappio nella fotografia di epoca fascista, di Raffaella Biscioni ed Elisa Giovannetti - Testimoni al nitrato. Appunti sul film Predappio in luce, di Marco Bertozzi - Immagini |