Centomila prigionieri italiani in Sud Africa |
Lorenzo Carlesso Centomila prigionieri italiani in Sud Africa. Il campo di Zonderwater Angelo Longo Editore, pagg.232, Euro 24,00
IL LIBRO - Nel corso del Secondo conflitto mondiale il Sud Africa fu scelto dagli Alleati come luogo di destinazione per i prigionieri italiani catturati nei vari fronti del continente africano. Tra i diversi campi allestiti il principale fu costruito a Zonderwater, una località situata nei pressi della capitale Pretoria. Dotato inizialmente di tende e scarsi servizi, il campo fu successivamente trasformato in una vera e propria Città del prigioniero in grado di ospitare scuole, teatri, cinema, luoghi di culto, campi sportivi, mense ed un ospedale. Protagonisti del miglioramento furono i prigionieri italiani, che realizzarono con il proprio lavoro gli edifici e le strutture, e le autorità sudafricane del campo. Tra il 1941 e il 1947 a Zonderwater vissero oltre centomila militari italiani, il cui comportamento fu elogiato a più riprese dal comandante del campo il colonnello H.F. Prinsloo, che esercitò le sue funzioni con disciplina, umanità e senso dell'onore. Al termine della guerra Zonderwater fu additato dalla comunità internazionale come un modello che dimostrava al mondo come attraverso il rispetto della Convenzione di Ginevra si potesse alleggerire la difficile condizione di coloro che dovettero trascorrere molti anni lontano dalla loro patria.
DAL TESTO - "L'uscita dell'Italia dalla guerra e la cobelligeranza del Governo Badoglio ebbero [...] positive ripercussioni sulla vita dei prigionieri. L'adesione volontaria alla causa degli Alleati consentì di lasciare il campo per lavorare nelle fattorie esterne del paese. Fuori dai reticolati i prigionieri poterono riassaporare i piaceri della vita civile, nonché guadagnare un salario. "Non tutti però decisero di accettare la cooperazione con gli anglo-americani. Una tenace minoranza rivendicò la propria adesione all'ideologia fascista. Anche a Zonderwater si venne a creare quella drammatica spaccatura che divise l'Italia a partire dagli avvenimenti dell'8 settembre 1943. Una «guerra civile» fatta di aggressioni, intimidazioni, accuse reciproche, e regolamento di conti, che spinsero il comando del campo a separare i due schieramenti. La notizia della fine della guerra in Europa allentò la tensione, lasciando spazio al desiderio del rientro a casa. "I rimpatri furono però molto lenti e questo suscitò tra i prigionieri malumori e rabbia, superati in parte dall'atteggiamento benevolo delle autorità sudafricane, che si adoperarono per accelerare le partenze. Il colonnello Prinsloo si rivelò a questo proposito fondamentale. Ufficiale dotato di esperienza e senso dell'onore, esercitò le sue funzioni con disciplina ed umanità, riuscendo ad ottenere risultati ineguagliabili. Al termine della guerra fu sempre invitato alle cerimonie di commemorazione organizzate dagli ex prigionieri".
L'AUTORE - Lorenzo Carlesso è borsista presso il Dottorato di Ricerca in Storia dell’Università di Padova. Ha condotto questa ricerca frequentando gli archivi militari e civili sudafricani, e raccogliendo notizie e testimonianze presso l’Associazione Zonderwater Block ex POW. Recentemente ha pubblicato i seguenti lavori: Veneti in Sud Africa, a cura di Gianpaolo Romanato, Longo, Ravenna 2008; Le radiose giornate di maggio. Interventisti e neutralisti a Padova alla vigilia della Grande guerra, La Garangola, Padova 2008.
INDICE DELL'OPERA - Presentazione, di Oscar De Bona - Prefazione, di Giampaolo Romanato - Introduzione dell'autore - 1. Dalla guerra alla prigionia (1940-1941) - 2. Zonderwater (1941-1945) - 3. La fine della guerra e la questione dei rimpatri (1945-1947) - 4. Zonderwater dopo la guerra: l'Associazione e la conservazione della memoria - Fonti e bibliografia - Elenco dei prigionieri italiani sepolti in Sudafrica - Elenco dei prigionieri italiani sepolti in mare - Indice dei nomi |