L'alcova elettrica Stampa E-mail

Sebastiano Vassalli

L'alcova elettrica. 1913: il Futurismo processato per oltraggio al pudore

Capypso Edizioni, pagg.224, Euro 21,00

 

vassalli_alcova.jpg  IL LIBRO - Pubblicato nel 1986 da Einaudi, subito esaurito e non più ristampato, L’alcova elettrica è uno sguardo inconsueto sul futurismo, visto attraverso un processo per oltraggio al pudore contro «Lacerba», rivista fiorentina rea di avere pubblicato nel 1913 un Elogio della prostituzione.

  «Lacerba» nasce come pubblicazione di varia cultura, nel genere del «Marzocco» e della «Voce ». Ma non vende: pur di sopravvivere abbraccia allora la causa futurista. Quando l’innocuo elogio della prostituzione finisce in tribunale si scatena il putiferio: da un lato i casinisti marinettiani, dall’altro la «morale borghese e pretina». In mezzo, lo strepitoso successo di vendite del giornale.

  Tra un Papini futurista contro voglia («i futuristi sono delle zucche vuote che fanno chiasso battendo una contro l’altra proprio perché sono vuote. Fossero piene non si sentirebbero») e «cattolici d’assalto» che elogiano «l’arbitrio poliziesco», unica salvezza contro la decadenza, L’alcova elettrica appassiona e diverte, documentando con rigore un aspetto insolito del futurismo.

 

  DAL TESTO - "Passatisti contro futuristi; moderni contro antichi. Una vecchia storia: ma così che alla fine ne viene fuori un quadro d'insieme; a considerarla con il senno di poi non è tanto una diatriba pro o contro il Futurismo, anche se questa parola ricorre in tutte le carte del processo e in tutti gli articoli di giornale. È piuttosto una fotografia, anzi: una radiografia dell'Italia di cento anni fa, alla vigilia della Grande Guerra e prima della caduta nella dittatura. Quell'Italia assomiglia molto, troppo all'Italia di oggi, con gli intellettuali che cercano le scorciatoie al successo attraverso gli scandali; con i politici di Sinistra impegnati a scannarsi tra loro, e quelli di Destra impegnati a spadroneggiare nell'informazione e ad avere sempre ragione".

 

  L'AUTORE - Sebastiano Vassalli è nato a Genova nel 1941 ma fin da piccolo ha vissuto a Novara. Tra gli anni ’60 e ’70, nei quali ha svolto attività di insegnante (è laureato in Lettere con una tesi sull’arte contemporanea e la psicanalisi), ha partecipato, anche come pittore e fondando riviste quali “Ant. End.” e “Pianura”, alle vicende della cosiddetta neoavanguardia – nell’ambito del Gruppo ’63 – con alcune prose sperimentali (Narcisso è del 1968, cui seguono Tempo di màssacro e L’arrivo della lozione) e con plaquette poetiche (Il millennio che muore è del 1972), travasando nella pagina, attraverso un furore linguistico, le inquietudini politico-sociali di quegli anni. Rispetto a queste esperienze giovanili, Abitare il vento del 1980 segna un distacco e una svolta. Il protagonista, come nel successivo Mareblù, si sente incapace di cambiare il mondo con metodi trasgressivi e rivoluzionari (e poi si chiede: contro chi?). Vassalli cerca quindi nuovi personaggi o, meglio, una letteratura pura (in questo senso è per lui emblematico il poeta Dino Campana, riproposto nella Notte della cometa) e una dimensione esistenziale anch’essa pura, come la fanciullezza, che è al centro della ricerca delle origini della società odierna nel romanzo L’oro del mondo, ambientato nel dopoguerra. Intanto Vassalli non smette di indagare il mondo con eclettismo intellettuale (si pensi ai pamphlet Sangue e suolo e Il neoitaliano). L’investigazione letteraria delle radici e dei segni di un passato che illumini l’inquietudine del presente e ricostruisca il carattere nazionale degli italiani è quindi approdata prima al Seicento con La chimera, un successo editoriale del 1990, poi al Settecento di Marco e Mattio, uscito l’anno dopo, quindi all’Ottocento e agli inizi del Novecento prima con Il Cigno nel 1993 e (dopo la parentesi quasi fantascientifica, inquietante e satirica, di 3012) successivamente con Cuore di pietra, ricreando un’epopea della storia democratica dell’unità d’Italia fissando come protagonista una grande casa di Novara. Negli ultimi libri lo scrittore si è avvicinato al presente riscoprendo anche il genere del racconto, soprattutto con La morte di Marx e altri racconti del 2006 e L'ityaliano dell'anno successivo. Vassalli, dopo aver scritto per "Repubblica" e "Corriere della Sera", attualmente è opinionista del quotidiano “La Stampa”.

 

  INDICE DELL'OPERA - Parte prima. «Lacerba» - Parte seconda. Il processo - Parte terza. I posteri - Note di ri-lettura (dopo ventitré anni)