Abitare il vento Stampa E-mail

Sebastiano Vassalli

Abitare il vento

Calypso Edizioni, pagg.112, Euro 12,00

 

vassalli_abitare.jpg  IL LIBRO - Fine anni Settanta, il giovane Antonio Cristiano Rigotti detto Cris – appassionato di sesso e di enigmistica, e cavaliere errante – si trova coinvolto come manovale nel rapimento di un adolescente, organizzato da terroristi di sinistra. Un lavoro vissuto come un qualsiasi altro lavoro fastidioso, che però pur senza tragedia segnerà tragicamente la vita di Cris. Uscito nel 1980, Abitare il vento è qui riproposto con una postfazione dell’autore: Trent’anni dopo. Riflessioni su un personaggio e la sua storia.

 

  DAL TESTO - «Il protagonista di questa storia è un nipote lontano e stralunato di Jacopo Ortis. Come Jacopo, è un orfano di quella rivoluzione che in Italia non c’è stata, e che probabilmente non ci sarà mai. [...]

  «La sua follia, [...] che in Italia fu il “male di vivere” della sua generazione, lo porta [...] a ribellarsi contro qualcosa che non si capisce bene cosa sia. [...] Non c’è, per i giovani italiani degli anni Settanta, l’esperienza della guerra in Vietnam come per i giovani americani; non c’è il Muro di Berlino che incombe su di loro, come sui loro coetanei tedeschi. La loro ribellione è [...] metafisica, contro il nulla, e però può anche spingerli ad atti concreti di terrorismo come assaltare un supermercato o sequestrare una persona. Può spingerli a sparare e ad uccidere. Quante persone sono morte, in quegli anni, senza una ragione e senza uno scopo: uccise per niente?».

 

  L'AUTORE - Sebastiano Vassalli è nato a Genova nel 1941 ma fin da piccolo ha vissuto a Novara. Tra gli anni ’60 e ’70, nei quali ha svolto attività di insegnante (è laureato in Lettere con una tesi sull’arte contemporanea e la psicanalisi), ha partecipato, anche come pittore e fondando riviste quali “Ant. End.” e “Pianura”, alle vicende della cosiddetta neoavanguardia – nell’ambito del Gruppo ’63 – con alcune prose sperimentali (Narcisso è del 1968, cui seguono Tempo di màssacro e L’arrivo della lozione) e con plaquette poetiche (Il millennio che muore è del 1972), travasando nella pagina, attraverso un furore linguistico, le inquietudini politico-sociali di quegli anni. Rispetto a queste esperienze giovanili, Abitare il vento del 1980 segna un distacco e una svolta. Il protagonista, come nel successivo Mareblù, si sente incapace di cambiare il mondo con metodi trasgressivi e rivoluzionari (e poi si chiede: contro chi?). Vassalli cerca quindi nuovi personaggi o, meglio, una letteratura pura (in questo senso è per lui emblematico il poeta Dino Campana, riproposto nella Notte della cometa) e una dimensione esistenziale anch’essa pura, come la fanciullezza, che è al centro della ricerca delle origini della società odierna nel romanzo L’oro del mondo, ambientato nel dopoguerra. Intanto Vassalli non smette di indagare il mondo con eclettismo intellettuale (si pensi ai pamphlet Sangue e suolo e Il neoitaliano). L’investigazione letteraria delle radici e dei segni di un passato che illumini l’inquietudine del presente e ricostruisca il carattere nazionale degli italiani è quindi approdata prima al Seicento con La chimera, un successo editoriale del 1990, poi al Settecento di Marco e Mattio, uscito l’anno dopo, quindi all’Ottocento e agli inizi del Novecento prima con Il Cigno nel 1993 e (dopo la parentesi quasi fantascientifica, inquietante e satirica, di 3012) successivamente con Cuore di pietra, ricreando un’epopea della storia democratica dell’unità d’Italia fissando come protagonista una grande casa di Novara. Negli ultimi libri lo scrittore si è avvicinato al presente riscoprendo anche il genere del racconto, soprattutto con La morte di Marx e altri racconti del 2006 e L'ityaliano dell'anno successivo. Vassalli, dopo aver scritto per "Repubblica" e "Corriere della Sera", attualmente è opinionista del quotidiano “La Stampa”.