Morituri. La vera storia dei gladiatori Stampa E-mail

Luca Fezzi - Marco Rocco

Morituri
La vera storia dei gladiatori


Garzanti, pagg. 352, € 19,00

 

fezzi morituri  Il fenomeno dei gladiatori, che affascina e inquieta da secoli, è indissolubilmente legato alla Roma antica e al suo complesso sistema di intrattenimento pubblico, che includeva i famosi ludi gladiatori. Questi combattimenti, organizzati come spettacoli tra uomini armati, derivano da pratiche funebri di origine etrusca e, successivamente, si trasformano in una delle manifestazioni più popolari e iconiche della cultura romana. Le prime testimonianze di giochi gladiatori risalgono al 264 a. C., quando il console Decimo Giunio Bruto Onorato organizzò il primo scontro pubblico tra gladiatori in onore del padre defunto. Ma fu solo con l'espansione dell'Impero Romano che il fenomeno divenne davvero un fenomeno di massa, attraversando diverse epoche e modificandosi insieme alla società che lo accoglieva.

  I gladiatori non erano solo combattenti, ma divennero, nel tempo, vere e proprie figure mitiche, simbolo di coraggio, forza, ma anche di un'esistenza tragica. La loro immagine è stata costruita attraverso le fonti storiche, dai resoconti degli autori latini come Giovenale, Svetonio e Tacito, fino a testimonianze artistiche come mosaici e graffiti, che immortalano questi uomini (e talvolta donne) in azioni di combattimento. I gladiatori non appartenevano esclusivamente alla plebe: a Roma, tra il pubblico in delirio nelle arene, potevano esserci anche senatori, imperatori e donne dell'alta società. La celebre figura di Spartaco, il gladiatore che capeggiò una ribellione contro Roma nel I secolo a.C., è divenuta, nel corso dei secoli, una delle più potenti metafore di lotta contro l'oppressione.

  Eppure, al di là dei miti e delle leggende che hanno permesso a certi gladiatori di diventare simboli storici, gran parte della realtà che riguardava la vita quotidiana di questi combattenti resta un mistero. Chi erano veramente i gladiatori? Che fine facevano una volta usciti dall'arena? Quali erano le dinamiche della loro formazione e della loro ascensione sociale? Questi interrogativi hanno spinto storici, archeologi e studiosi a scrutare più a fondo nelle tracce lasciate da questi uomini, dalle iscrizioni sui muri degli anfiteatri fino agli oggetti di uso quotidiano che li hanno accompagnati.

  "Morituri" di Luca Fezzi e Marco Rocco affronta con uno stile originale e accurato queste domande, cercando di restituire ai gladiatori una storia, un volto, un'identità che spesso è stata dimenticata o volutamente occultata. Partendo dalle fonti storiografiche antiche e arricchendo il racconto con testimonianze visive e materiali, gli Autori offrono una ricostruzione vivida e affascinante della vita dei gladiatori, delle loro sofferenze, delle loro ambizioni e dei miti che li circondano.

  La scelta di intitolare il libro "Morituri", un chiaro riferimento al celebre "morituri te salutant" ("coloro che stanno per morire ti salutano"), invocato dai gladiatori prima di entrare nell'arena, è particolarmente significativa. Essa mette in evidenza l'ambiguità della condizione dei gladiatori, che erano al contempo eroi e vittime, protagonisti di un gioco crudele in cui la morte era una possibilità costante. Il titolo rimanda anche all'ironia tragica di questa esistenza sospesa tra la gloria e la morte, e l'incertezza del loro destino, che dipendeva non solo dalle proprie capacità, ma anche dalla volontà dei loro padroni e dal giudizio del pubblico.

  Fezzi e Rocco non si limitano a raccontare la storia dei gladiatori attraverso i canali tradizionali, ma si addentrano in un'analisi multiforme che include non solo le fonti scritte, ma anche le testimonianze materiali: mosaici, graffiti, iscrizioni e oggetti di uso quotidiano che raccontano un aspetto più intimo della vita dei gladiatori. Gli Autori esplorano, per esempio, l'uso di graffiti sui muri delle palestre (ludus), dove i gladiatori si allenavano, che ci permettono di entrare in contatto con la cultura materiale di questi combattenti. Questi segni, spesso rudimentali, ma densi di significato, ci parlano di una vita che, pur nella sua crudezza, era fatta di relazioni, speranze e sogni.

  Nel libro, si ripercorre l'evoluzione della figura del gladiatore nella cultura contemporanea. Se, in epoca romana, i gladiatori rappresentavano sia il simbolo del coraggio sia dell'orrido spettacolo della morte, oggi la loro immagine è stata recuperata e reinterpretata in una moltitudine di forme: dalla letteratura, al cinema, fino ai videogiochi. Fezzi e Rocco evidenziano come, nonostante la fine dei giochi gladiatori nel IV secolo d.C., la figura del gladiatore abbia continuato a vivere nella memoria collettiva, alimentata dalla cinematografia, che ha perpetuato l'immagine avventurosa di questi combattenti. Film come "Spartacus" di Stanley Kubrick e, più recentemente, "Gladiator" di Ridley Scott, sono diventati veri e propri cult, contribuendo a costruire una mitologia moderna attorno a questi personaggi, spesso distorta, ma pur sempre capace di suscitare emozioni e riflessioni.

  Un altro aspetto trattato nel libro è l'influenza che i gladiatori hanno avuto nel mondo dei videogiochi, dove il tema della lotta all'interno di arene ha visto una fortissima crescita, da "Gladiator: Sword of Vengeance a Mortal Kombat" e oltre. Questo passaggio dall'antichità alla contemporaneità segna un ciclo di recupero della figura del gladiatore, che oggi, pur avendo perso la sua connotazione storica di combattente per la sopravvivenza, viene ricollocato in un contesto di sfida e coraggio, simbolo della lotta contro il destino.

  "Morituri" si segnala per la sua capacità di restituire un volto umano e sfaccettato ai gladiatori, che vengono tratteggiati non solo come macchine da combattimento, ma come individui con sogni, aspirazioni e tragedie. Il libro di Fezzi e Rocco non è solo una riflessione storica, ma un viaggio nell'immaginario collettivo che, attraverso la memoria dei gladiatori, ci permette di esplorare le complessità della Roma antica, ma anche di comprendere come questi antichi combattenti continuino a vivere nelle arti, nella letteratura e nei media contemporanei. Con una scrittura accattivante e una metodologia che intreccia storia, archeologia e cultura popolare, "Morituri" è un contributo interessante per esplorare la storia dei gladiatori, lontano dalle leggende e dalle finzioni cinematografiche, e avvicinarsi alla realtà di queste figure mitiche che hanno segnato la cultura romana e il nostro immaginario.