A cura di Fabiana Dimpflmeier
Folklore, razza, fascismo
Casa editrice Leo S. Olschki, pagg.342, € 25,00
La storia dell'antropologia italiana durante il periodo interbellico è una questione complessa e articolata, che richiede un'analisi approfondita non solo delle evoluzioni metodologiche e teoriche della disciplina, ma anche del contesto socio-politico in cui essa si sviluppò. Dopo l'unità d'Italia, l'antropologia si affermò come un campo di studio importante, ma la sua traiettoria subì un cambiamento radicale con l'ascesa del fascismo negli anni Venti e la sua affermazione come Regime.
Il Regime fascista non solo influenzò la vita politica e sociale dell'Italia, ma anche il panorama culturale, impiegando discipline scientifiche, inclusa l'antropologia, come strumenti di propaganda e legittimazione ideologica. Le teorie razziali, in particolare, trovarono un fertile terreno in un contesto in cui la ricerca scientifica era spesso al servizio di ideologie nazionaliste e colonialiste. L'adozione di concezioni scientifiche riguardanti la razza influenzò profondamente le pratiche di ricerca e i risultati prodotti dagli antropologi, contribuendo a una rappresentazione delle culture.
Il volume "Folklore, razza, fascismo", curato da Fabiana Dimpflmeier, si propone di colmare alcune delle lacune nella ricerca storica sull'antropologia italiana durante il Ventennio fascista. Attraverso una serie di saggi, il libro esamina i legami tra le pratiche etnografiche, le ideologie razziali e le politiche coloniali, delineando un quadro critico dell'evoluzione della disciplina in un periodo di grande tumulto.
Il volume si articola in vari saggi, ognuno dei quali affronta temi specifici legati all'antropologia e al folklore nel contesto fascista. La curatrice introduce il lettore a una storia dell'antropologia italiana che non è stata solo un prodotto del suo tempo, ma anche un attore significativo nel plasmare l'immaginario collettivo del Paese.
Uno dei temi centrali del libro è l'interazione tra etnografia e ideologia fascista. Gli Autori dei saggi analizzano come gli antropologi si siano trovati in un delicato equilibrio tra l'adesione al Regime e la loro integrità professionale. Molti antropologi si impegnarono attivamente nel promuovere le teorie razziali, utilizzando il folklore e le tradizioni popolari come strumenti per legittimare la superiorità culturale italiana. Questi processi sono esaminati con rigore critico, sottolineando come l'antropologia, lungi dall'essere una disciplina neutrale, divenne un veicolo ideologico.
Un altro aspetto centrale trattato nel volume è il rapporto tra le politiche coloniali italiane e l'antropologia. Durante il Ventennio, l'Italia perseguì ambiziosi progetti coloniali in Africa, e gli antropologi furono spesso coinvolti in queste imprese, contribuendo a giustificare l'espansione coloniale attraverso ricerche che sostenevano la superiorità delle culture europee. I saggi offrono una riflessione critica su come il folklore venisse strumentalizzato per costruire narrative di legittimità coloniale.
Gli Autori mettono in luce anche come le rappresentazioni etnografiche del passato, influenzate dall'ideologia fascista, abbiano segnato profondamente l'immagine dell'Italia e dei suoi popoli nel contesto contemporaneo. Le narrazioni create durante il Ventennio continuano a esercitare un'influenza, modellando la percezione della cultura italiana e delle sue radici, in ambito sia nazionale sia internazionale.
Il volume è un contributo significativo per la comprensione dell'antropologia italiana, portando alla luce aspetti che erano rimasti oscuri o trascurati in precedenti studi. Dimpflmeier riesce a unire approcci storici e critici, evidenziando come l'antropologia non possa essere dissociata dal contesto politico e sociale in cui si sviluppa.
Inoltre, i saggi presentano un'analisi multidisciplinare che integra le scienze sociali, la storia e gli studi culturali, rendendo il libro una lettura utile per riflettere sull'eredità dell'antropologia italiana e sulle sue implicazioni etiche e politiche. Attraverso una rigorosa analisi delle interconnessioni tra antropologia, folklore e ideologia, il volume esplora le complessità dell'identità culturale italiana e le sfide del passato, ma anche del presente. |