Andrea Forti
Comunista, ateo e musulmano Le riflessioni di Enver Hoxha sulla civiltà islamica e il Medio Oriente
Golem Edizioni, pagg.239, € 20,00
Il regime di Enver Hoxha, che governò l'Albania dal 1944 fino alla sua morte nel 1985, rappresenta uno dei casi più emblematici del comunismo europeo del XX secolo. Caratterizzato da un forte isolazionismo e da una rigorosa aderenza al modello stalinista, il regime albanese si distinse per la sua intransigenza ideologica e per l'assenza di libertà religiosa, culminando nella proclamazione dell'ateismo di Stato nel 1967. Tuttavia, nonostante questa feroce repressione della religione, l'Albania mantenna una identità culturale profondamente legata all'Islam, dato che la maggior parte della popolazione si identificava come musulmana, riflettendo una realtà storica complessa e contraddittoria.
L'isolamento dell'Albania si accentuò ulteriormente dopo la rottura con l'Unione Sovietica negli anni '60 e il successivo allontanamento dalla Cina di Mao, che portarono il Paese a un isolamento quasi totale. In questo contesto, Hoxha e il regime comunista non solo rifiutarono i legami con l'Occidente e il blocco sovietico, ma cercarono anche di posizionare l'Albania come un attore di rilievo nel panorama geopolitico dei Paesi musulmani, sostenendo le lotte anti-imperialiste in diverse parti del mondo.
Questo libro di Andrea Forti, "Comunista, ateo e musulmano", esplora queste tensioni e contraddizioni attraverso un'analisi delle riflessioni di Hoxha sulla civiltà islamica e sul Medio Oriente, in particolare alla luce della sua opera del 1984, "Riflessioni sul Medio Oriente". Questo lavoro non solo mette in evidenza le strategie diplomatiche albanesi nei confronti dei Paesi musulmani, ma offre anche uno sguardo critico sulla visione di Hoxha riguardo al ruolo dell'Islam nel contesto politico mondiale.
Andrea Forti si propone di esaminare il pensiero di Enver Hoxha in un modo che supera la tradizionale dicotomia fra religione e politica, focalizzandosi su come il leader comunista albanese abbia cercato di conciliare la sua identità comunista con le radici culturali musulmane del suo Paese. Il libro è ben strutturato e offre una panoramica approfondita e accessibile delle riflessioni di Hoxha, rendendolo un contributo significativo alla storiografia sul comunismo albanese e sulle relazioni islamico-comuniste.
L'Autore inizia con un'analisi del contesto storico in cui Hoxha operò, delineando le sfide politiche e ideologiche che il regime affrontò. Pone particolare enfasi sulla natura contraddittoria del regime: da un lato, la negazione della religione e la promozione di un ateismo di Stato, dall'altro, la necessità di mantenere rapporti con Paesi e movimenti musulmani, soprattutto in un'epoca caratterizzata da conflitti come la guerra arabo-israeliana e le tensioni in Iran.
La parte centrale del libro è dedicata all'opera di Hoxha "Riflessioni sul Medio Oriente", in cui Forti offre un'analisi critica del testo, esaminando le idee principali e le posizioni di Hoxha riguardo a questioni geopolitiche e religiose. Forti evidenzia come Hoxha, pur essendo un comunista ateo, mostrasse una certa ambivalenza nei confronti dell'Islam, riconoscendo la sua importanza nel panorama politico e culturale del Medio Oriente. Questa ambivalenza è ulteriormente esplorata attraverso l'analisi delle relazioni tra l'Albania e vari movimenti musulmani, in particolare il supporto di Hoxha alla Rivoluzione Islamica iraniana e al movimento di resistenza afghano contro l'invasione sovietica.
Forti argomenta che le posizioni di Hoxha, sebbene guidate da un'ideologia comunista rigorosa, non fossero completamente disgiunte da una forma di realismo politico, in cui l'identità culturale e religiosa del suo popolo veniva utilizzata come strumento per posizionare l'Albania all'interno di una rete di alleanze antiimperialiste. In questo senso, mette in luce come Hoxha cercasse di utilizzare la sua identità musulmana per favorire relazioni diplomatiche con Paesi del Medio Oriente e del mondo islamico, sostenendo al contempo una linea politica comunista e atea.
Il volume, insomma, rappresenta un'importante esplorazione delle complessità del regime di Enver Hoxha e delle sue riflessioni sulla civiltà islamica. Con uno stile chiaro e incisivo, Forti riesce a mettere in evidenza le contraddizioni e le sfide del comunismo albanese in un contesto culturale e religioso ricco e stratificato.
Questo libro non solo arricchisce la comprensione della storia dell'Albania comunista, ma invita anche a riflettere sulle intersezioni tra ideologia, religione e geopolitica, contribuendo a riempire un vuoto significativo nella letteratura esistente.
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