Democrazia e buon governo Stampa E-mail

Gianfranco Mosconi

Democrazia e buon governo
Cinque tesi democratiche nella Grecia del V secolo a. C.


LED Edizioni Universitarie di Lettere Economia Diritto, pagg.232, € 32,50

 

mosconi democrazia  La tensione tra i due principi fondamentali di ogni democrazia, antica o moderna, è un tema ricorrente che merita una riflessione approfondita. Il primo principio, quello egalitario, sostiene che ogni membro della comunità debba avere pari diritto di partecipare alle decisioni comuni. Questa concezione, in linea con i valori democratici, si basa sull'idea che l'uguaglianza di tutti i cittadini sia essenziale per il buon funzionamento di un sistema democratico.

  Il secondo principio, invece, poggia sulla convinzione che i regimi siano giusti solo se riescono a garantire il bene comune. Questo principio richiama l'importanza di affidare le decisioni a individui qualificati e competenti, spesso appartenenti alle élite, poiché si ritiene che siano i più capaci di assicurare una buona governance. Questa prospettiva assume che il benessere collettivo sia meglio garantito da un gruppo ristretto di individui che possiedono le competenze necessarie per affrontare le complessità della gestione politica.

  In questo saggio, Gianfranco Mosconi (docente a contratto di Storia Greca presso l'Università di Cassino e del Lazio Meridionale e l'Università della Tuscia) esamina le argomentazioni sviluppate nel mondo greco del V secolo a. C. da coloro che appoggiavano la democrazia come forma di governo valida sia dal punto di vista della giustizia che dell'efficienza. Si pone, quindi, in contrasto con la tradizione antidemocratica che sosteneva che un buon governo potesse essere realizzato soltanto da un regime in cui il peso del voto di un falegname, di un ciabattino o di un semplice contadino fosse paragonabile a quello di un membro delle élite.

  Spesso, i testi antichi ci offrono solo frammenti di argomentazioni, spunti di riflessione che possono sembrare insignificanti se considerati isolatamente. Tuttavia, se mettiamo questi frammenti l'uno accanto all'altro, emerge una rivelatrice e sorprendente coerenza reciproca. Da questa analisi emergono cinque "tesi democratiche", strettamente connesse tra loro, che confermano l'esistenza nel mondo greco di una vera e propria "teoria democratica della democrazia". Questa teoria si pone l'obiettivo di dimostrare come il governo dei molti sia più efficiente del governo dei pochi "migliori" o degli autoproclamati tali.

  Ciò che rende ancora più interessante questo studio è il fatto che affiorano evidenti e illuminanti parallelismi con il pensiero politico contemporaneo. Nonostante i millenni di distanza, i problemi teorici simili generano argomentazioni che inevitabilmente si intrecciano. Questo ci fa comprendere come alcune questioni fondamentali del governo e della democrazia non abbiano subito significative modifiche nel corso dei secoli, dimostrando la persistenza e l'universalità di alcuni temi cruciali per il benessere delle società umane.