Serhii Plokhy
Il ritorno della storia Il conflitto russo-ucraino
Mondadori, pagg.432, € 25,00
Il 24 febbraio 2022, il mondo si trovò di fronte a una delle decisioni più scioccanti prese da Vladimir Putin: l'avvio dell'"operazione militare speciale" contro l'Ucraina. Ciò che sembrava inizialmente un'offensiva di breve durata si è trasformata presto nel più grande conflitto scoppiato in Europa dall'epoca della Seconda guerra mondiale. Le conseguenze di questa guerra sono state devastanti e hanno sconvolto l'ordine mondiale.
Tuttavia, secondo Serhii Plokhy (professore di Storia ucraina e direttore dell'Istituto di ricerca ucraino dell'Università di Harvard), questa guerra non ha avuto inizio nel 2022, ma molto prima, nel febbraio del 2014, con l'invasione russa della Crimea. Da allora, una sorta di guerra non dichiarata è scoppiata nella regione ucraina del Donbas, caratterizzata da bombardamenti e scontri armati. Plokhy, con una ricerca dettagliata e approfondita, ha indagato sul conflitto in corso e ha dimostrato come le sue radici affondino nella storia del collasso imperiale.
È importante comprendere che il conflitto attuale è un riflesso delle tradizioni espansionistiche che caratterizzavano il grande Impero russo e l'Unione Sovietica. Le élite russe si considerano eredi e custodi di queste tradizioni, una visione arcaica che ha portato a una guerra condotta secondo i vecchi schemi. Questo conflitto, tuttavia, si sta sviluppando in un quadro internazionale completamente nuovo, influenzato dalla proliferazione inquietante delle armi nucleari, dalla frantumazione dell'ordine mondiale successivo alla Guerra fredda e da un risorgere senza precedenti del nazionalismo populista.
Ci troviamo in un'epoca di grandi cambiamenti e incertezze. Dopo la caduta del Muro di Berlino e la conseguente illusione della "fine della Storia", pensavamo di aver superato i conflitti e le annessioni territoriali non provocate. Tuttavia, il confronto tra Russia e Ucraina ha ristabilito la Storia sulla scena internazionale, con tutte le sue orrori, violenze e interrogativi che ci pone. Dobbiamo sottometterci alla legge del più forte per paura di un conflitto generale? Quanto siamo disposti a sacrificare per difendere la nostra libertà? Esistono ancora valori e diritti per i quali vale la pena combattere?
Le risposte a queste domande non solo determineranno l'esito del conflitto attuale, ma avranno un impatto significativo sulla storia che ci attende nei prossimi decenni. Abbiamo di fronte un bivio cruciale che richiede riflessione e azione. La capacità di trovare soluzioni e risposte alle sfide attuali e future definirà il nostro destino come società globale. Spetta a noi definire il percorso da seguire e costruire un futuro basato su valori di pace, giustizia e diritti umani. |