Cesare Maria de Vecchi e la massoneria Stampa E-mail

Cesare Maria de Vecchi e la massoneria

 

devecchi  Gentile dottor Algisi,

                                     ho letto la sua intervista con Giovanni Fiora nella quale si nomina mio Nonno Cesare Maria de Vecchi di Val Cismon e gli si attribuisce una affiliazione massonica che mai ebbe.

  È vero che qualche storico ha pubblicato questa notizia ma è altrettanto vero che mio Nonno fu sempre notoriamente antimassone e combatté non poco la massoneria ricevendo da quella altrettanta ostilità.

  Mi si potrà obiettare che tra gli amici di mio Nonno vi furono massoni ed ex-massoni e ciò è certamente vero ma dimostra anche quanto poco mio Nonno fosse alieno da estremismi distinguendo la persona dalla associazione.

  Comunque a scanso di equivoci le riporto il testo di una mia lettera che scrissi al Direttore del quotidiano Il Tempo in data 26 luglio 1993 e che è sufficientemente chiara sull’argomento:

  “Egregio Direttore,

  ho letto con stupore l'articolo di Paolo Mastrolilli E i fratelli deposero il duce apparso sul suo giornale il 23 di questo mese. In questo articolo il Mastrolilli scrive, usando il condizionale, che mio nonno Cesare Maria de Vecchi fosse massone e iscritto alla loggia di Piazza del Gesù. Poche righe dopo scrive "A leggere questo elenco, confermato da tutti i testi storici scientificamente attendibili...".

  “Io non so quali testi storici scientificamente attendibili abbia consultato il Mastrolilli mi pare però che non siano certamente quelli del Mola il quale ne parla pochissimo nella sua Storia della massoneria italiana e dice esattamente il contrario in una breve biografia pubblicata su Parlamento italiano 1861-1988 Volume 12°,  Tomo 1929-1938 Il regime fascista dalla conciliazione alle leggi razziali.

  “Il Vannoni invece nel libro Massoneria, Fascismo e Chiesa Cattolica sostiene che mio nonno appartenesse alla massoneria.

  “Il 27  Febbraio 1980 mio padre Giorgio scrisse al suo giornale per rettificare quanto scritto in un articolo di Augusto Del Noce La  massoneria  e il  fascismo apparso sul suo giornale e che l'aveva tratta dal libro di Gianni Vannoni.

  “Il Vannoni in una sua cortesissima replica per altro, pubblicata su Il Tempo del 7 marzo 1980 sosteneva di essersi basato su due testi: La repubblica di Mussolini di Felice Bellotti (Milano, 1947) e La Massoneria italiana. A proposito di una massoneria filocattolica di Egilberto Martire (Milano, 1953) e dava atto della assoluta sua avversione alle logge massoniche dichiarando per di più che ciò era "elemento di dominio pubblico". È vero però che non accettava in pieno la affermazione di mio padre di assoluta estraneità del nonno dalla massoneria.

  “I testi portati allora dal Vannoni a testimonianza della sua asserzione mi pare che siano gli unici, per lo meno lo erano sino al 1980. Il primo quello del Bellotti mi pare che commetta un errore probabilmente confondendo il nome di Bianchi con quello di mio nonno mentre il secondo, quello di Martire, cita un episodio che, per quanto a mia conoscenza, è vero ma fortemente incompleto in quanto il Maiocco si recò dal nonno per portare un messaggio dell'on. Ivanoe Bonomi. Il Maiocco poi nel 1947, spontaneamente, si presentò a mio padre per testimoniare a favore del nonno. Lo fece e il nonno lo ringraziò per lettera. Maiocco rispose ed in questa lettera conferma implicitamente come il nonno massone non fosse.

  “Tanto dovevo per chiarezza sperando che questa mia abbia ospitalità sul suo giornale.

  “Colgo l'occasione per inviarle i miei più cordiali saluti.”

  La lettera non venne pubblicata.

  Rimango a sua disposizione per ogni ulteriore chiarimento lei ritenga necessario.

  Le invio cordiali saluti.

Paolo de Vecchi di Val Cismon

 

9 dicembre 2010

 

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