Su Leopardi |
Giuseppe Rensi
IL LIBRO – Nei primi decenni del Novecento, quando la critica di orientamento idealistico negava all'opera leopardiana ogni spessore filosofico, Giuseppe Rensi riconobbe in Leopardi niente meno che «il più grande pensatore italiano», definendosi il suo unico vero seguace: «perché mentre un gruppo di estetizzanti lo segue soltanto nel vocabolo, unico io lo seguo nel pensiero». In effetti Rensi fa costante riferimento a Leopardi in quasi tutte le sue opere e gli dedica espressamente alcuni densi interventi. Questo volume li riunisce per la prima volta, a cominciare da un articolo finora trascurato del 1906, in cui Rensi coglie già quella profonda affinità filosofica tra Leopardi e Nietzsche, su cui tanto insisterà la critica più recente. Seguono i saggi sulla filosofia del diritto e sullo «scetticismo estetico» di Leopardi, che illuminano versanti del pensiero leopardiano fino ad allora quasi del tutto inesplorati. A suo modo Rensi anticipò anche la fortunata tesi del cosiddetto pensiero poetante, come emerge nei due capitoli raccolti in appendice, che indicano nei versi di Leopardi un modello esemplare di poesia filosofica, di perfetta fusione tra metafisica e lirica. DAL TESTO – "Frattanto, Leopardi, come artista, rimarrà la perpetua confutazione dell'argomento dei clericali che bisogna insegnare la religione perché di essa è piena la nostra letteratura. Non solo a stregua di tale concetto bisognerebbe insegnare anche il paganesimo; ma di fronte ad artisti come Leopardi che, fortunatamente, non si possono cancellare dalla letteratura, bisognerebbe, per una logica e inevitabile estensione dello stesso criterio, insegnare anche l'ateismo; e l'istesso amore e l'istessa fede con cui si pretende di gustare Dante, bisognerebbe portarIi, per far gustare Leopardi, nell'esposizione degli argomenti e delle tappe che percorre il pensiero per farsi persuaso della verità dell'infinito Nulla." L'AUTORE – Giuseppe Rensi, nato a Villafranca di Verona nel 1871, si laureò in giurisprudenza nel 1893 e iniziò la sua carriera come avvocato. Militante socialista, fu costretto a rifugiarsi in Svizzera dopo i moti del 1898. Tornato in Italia, insegnò filosofia negli atenei di Ferrara, Firenze e Messina, e poi, per parecchi anni, presso l'Università di Genova, prima di perdere la cattedra a causa della sua opposizione al fascismo. Giornalista politico, filosofo, saggista, implacabile avversario del neoidealismo, pubblicò un gran numero di opere, alcune delle quali ristampate di recente, tra cui "Il genio etico e altri saggi" (1912), "Lineamenti di filosofia scettica" (1919), "Apologia dello scetticismo" (1926), "Spinoza" (1929), "Aporie della religione" (1932), "La filosofia dell'assurdo" (1937). Dopo la sua morte, avvenuta a Genova nel 1941, sono apparsi altri libri importanti, quali "La morale come pazzia" (1942), "Lettere spirituali" (1943), "Il sale della vita. Saggi filosofici" (1951). INDICE DELL'OPERA – Introduzione, di Raoul Bruni - Su Leopardi – Leopardi - La filosofia del diritto del Leopardi - Lo scetticismo estetico del Leopardi - Appendice. Poesia e filosofia - La filosofia come lirica - Intuizione e concetto. Metafisica e lirica - Nota sui testi - Indice dei nomi |