Giuseppe Bottai e la Germania nazista Stampa E-mail

Nicola D'Elia

Giuseppe Bottai e la Germania nazista
I rapporti italo-tedeschi e la politica culturale fascista


Carocci Editore, pagg.200, € 22,00

 

delia bottai  IL LIBRO – Il libro ricostruisce le posizioni di Bottai e dell'ambiente intellettuale a lui legato di fronte al nazionalsocialismo e al Terzo Reich nel ventennio intercorso tra la fondazione della rivista "Critica fascista" e il crollo del regime mussoliniano. Oltre al gerarca, ampio spazio viene dedicato ai suoi collaboratori che seguirono con maggiore intensità la vicenda del movimento hitleriano (tra costoro si segnalano soprattutto Mario Da Silva, Ugo Spirito, Delio Cantimori e Giaime Pintor). Sebbene i loro giudizi non sempre riflettessero gli orientamenti di Bottai - coerentemente con la sua attitudine a incoraggiare una dialettica interna al fascismo - dar conto delle diverse sensibilità che si manifestarono nel gruppo raccolto intorno alla sua figura si rivela utile al fine di mettere in luce le contraddizioni e le oscillazioni a cui soggiacque il protagonista principale della ricerca. Certo è che nella cerchia di Bottai si sviluppò una riflessione intensa e articolata sulla politica e sulla cultura della Germania tra le due guerre, che non è lecito trascurare se si vogliono comprendere i rapporti - mutevoli e complessi - tra il fascismo italiano e il nazionalsocialismo tedesco. Soprattutto dopo l'avvento di Hitler al potere, Bottai seguì con grande attenzione l'evoluzione dei rapporti italo-tedeschi e, una volta costituito l'Asse Roma-Berlino, non fece mancare il suo consenso alla svolta filogermanica del fascismo italiano, adoperandosi con grande impegno per rafforzare l'intesa politico-culturale tra le potenze alleate. Fu spinto solo da opportunismo o si piegò alla ragion di Stato? Per intendere le motivazioni dell'allineamento bottaiano alla politica filotedesca di Mussolini occorre approfondire l'impatto dell'esperienza nazionalsocialista sulla cerchia intellettuale che si raccoglieva attorno al gerarca.
  Lo studio è il punto di arrivo di una ricerca pluriennale dell'Autore che aveva già prodotto alcuni risultati parziali, apparsi su riviste o in raccolte di atti di convegni. Se la linea interpretativa di fondo proposta in questi scritti è rimasta pressoché immutata, il quadro documentario si è invece significativamente arricchito e ampliato con l'ausilio di nuovi materiali, anche inediti. Parte integrante della ricerca sono i documenti del fondo Bottai conservati presso la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori di Milano.

  DAL TESTO – "[...] "Critica fascista" - in linea con le posizioni antitedesche di Mussolini - concepiva romanità e germanesimo come due universi inconciliabili; durante la guerra, invece, Bottai e i suoi collaboratori presero a sottolineare il carattere complementare delle due culture, destinate a incontrarsi e a cooperare. Certo, anche allora la rivendicazione del primato spirituale di Roma rispondeva all'esigenza di distinguersi dall'alleato, nel tentativo di riconquistare all'Italia fascista un ruolo centrale nella costruzione del nuovo ordine europeo. Ma sulla strategia politico-culturale di Bottai incideva soprattutto la convinzione di poter fare dei valori della romanità il fulcro ideologico dell'Asse.
  "Fu così che il gerarca si adoperò con grande determinazione per creare un centro di studi umanistici a Berlino, che venne inaugurato alla fine del 1942 e prese il nome di Studia Humanitatis. Compito dell'istituto, come si legge sempre nel suo diario, era quello di risollevare «nelle sfere universitarie e intellettuali germaniche i miraggi della classicità e della dignità intrinseca dell'uomo» [...]. Il motivo di fondo che guidò l'iniziativa di Bottai non fu tanto la volontà di celebrare la superiorità culturale dell'Italia fascista sul Terzo Reich, quanto l'intento di gettare un ponte tra l'umanesimo italiano e quello tedesco, al fine di creare un contrappeso alle posizioni ostili ai valori della romanità che trovavano il loro principale alfiere in Alfred Rosenberg [...]."

  L'AUTORE – Nicola D'Elia è dottore di ricerca in Storia del pensiero politico europeo moderno e contemporaneo. Oltre a numerosi saggi sulla storia delle idee politiche tra Otto e Novecento, ha pubblicato i volumi "Democrazia e 'modello inglese'. Eduard Bernstein scrittore politico nell'esilio di Londra (1890-1901)" (Firenze, 2005) e "Delio Cantimori e la cultura politica tedesca (1927-1940)" (Roma, 2007).

  INDICE DELL'OPERA – Abbreviazioni – Introduzione - 1. L'ascesa del nazionalsocialismo nei commenti di "Critica fascista" (Dal Putsch di Monaco alle elezioni del 1930 - L'avanzata della NSDAP - La Weltanschauung nazionalsocialista - Sipario su Weimar) - 2. Hitler al potere e i primi viaggi di Bottai in Germania (Il gruppo bottaiano di fronte al nuovo Reich - Bottai incontra Hitler - Dopo Norimberga) - 3. Il regime nazionalsocialista alla prova del corporativismo (Una polemica su Spengler - La discussione intorno alla legge tedesca sul lavoro - La Germania verso il corporativismo? - Le Note sul nazionalsocialismo di Delio Cantimori - Verso una rivalutazione della politica sociale hitleriana) - 4. L'antagonismo italo-tedesco (Politica estera e idea di nazione - La "notte dei lunghi coltelli" - Le lezioni del 25 luglio - Fascismo e nazionalsocialismo: due diverse civiltà) - 5. Bottai alla Minerva e l'Asse Roma-Berlino (L'alleanza italo-tedesca - Bottai cambia tono - Le leggi razziali e l'antisemitismo) - 6. "Primato" e il nuovo ordine europeo (Guerra rivoluzionaria - "Primato": polemica antiborghese - "Primato": la cultura tedesca nel Terzo Reich - "Primato": i rapporti italo-tedeschi) - 7. Romanità e germanesimo (Due culture complementari - Bottai torna nel Reich - L'istituto Studia Humanitatis - Bottai pubblica in Germania) – Conclusione – Bibliografia - Indice dei nomi