Sergio Campailla
Un'eterna giovinezza Vita e mito di Carlo Michelstaedter
Marsilio Editori, pagg.299, € 20,00
IL LIBRO – Gorizia, 1910. Un ragazzo ventitreenne si uccide con un colpo di rivoltella alla tempia nella casa paterna. È Carlo Michelstaedter che, a cento anni di distanza, verrà riconosciuto come un genio e salutato come precursore di Heidegger in filosofia, di Wittgenstein nella critica del linguaggio, di Derrida nell'ermeneutica. All'epoca del tragico gesto studente all'Università di Firenze, ne seguiamo le vicende scoprendo gradualmente le verità che hanno modellato la sua personalità controversa: dal rapporto conflittuale con il padre alla ricerca disperata del successo, dall'entusiasmo dell'adolescenza ai continui riferimenti al suicidio che ricorrono nella sua corrispondenza. Si delinea così la figura di un giovane intellettuale appassionato di Carducci, D'Annunzio, Ibsen, Beethoven, immerso nel clima culturale della Firenze del primo Novecento, che prova a farsi strada attraverso gli scritti, le caricature dissacranti, la conoscenza del greco e del tedesco. «Una festa dell'intelligenza» che Sergio Campailla, biografo e curatore delle opere, celebra in queste pagine rese vive dalle testimonianze di un'epoca e di una generazione. Elementi inediti emergono dalla sapiente esplorazione delle radici ebraiche di Michelstaedter, gettando nuova luce su un autore che vive profondamente i contrasti dei suoi anni e sviluppa uno sguardo critico sulle dinamiche che la storia, personale e politica, è capace di innescare. Questo libro è la biografia di un giovane che ha vissuto appena ventitré anni, un tempo davvero breve e contratto, in cui ha gettato lo sguardo sull'abisso, e concluso dalla scelta drammatica dell'autosoppressione. Una biografia di grandi sogni. Di sogni infranti. Ci si può chiedere: quali sarebbero stati gli sviluppi, senza quel gesto suicida? In altri termini, come resiste la metafisica della gioventù fuori dello spazio-tempo della gioventù? Puškin canta che Evgenij Onegin, se non fosse morto prima, forse sarebbe diventato un'altra persona, forse, chissà, si sarebbe trasformato in un borghese cornuto, contento e in pantofole. Scenario dissacrante non autorizzato, ma non escludibile a priori. Alcune domande premono. Nel 1914 Michelstaedter, all'inizio della prima guerra mondiale, avrebbe avuto appena venti sette anni, un'età per cui sarebbe stato costretto alla coscrizione obbligatoria, a meno che, al pari di uno Slataper e di tanti altri, non si fosse arruolato volontario su un fronte o su quello opposto. La prima guerra mondiale è stata una carneficina immane: in quella zona di confine le colline sono state campi di battaglie feroci, bombe sono cadute persino sui cimiteri, le acque limpide dell'Isonzo si sono macchiate di sangue. L'orrore che ne deriva è inestinguibile. È stata in Europa un'epoca di immani tragedie. Se Michelstaedter fosse sopravvissuto, nel 1938, all'inizio delle leggi razziali, avrebbe avuto cinquantun anni. Ne avrebbe avuti cinquantadue allo scoppio della seconda guerra mondiale e cinquantasei quando a Gorizia, nel novembre del 1943, vennero deportati i membri della comunità ebraica.
DAL TESTO – "Carlo era l'unico della famiglia ad aver realizzato un brillante risultato negli studi ed era quindi l'orgoglio del padre autodidatta e di tutti. Alberto per la verità avrebbe almeno preferito uno sbocco professionale più rapido, concreto e remunerativo, ma le ambizioni costano e si pagano. A Carlo non si poteva dire di no. In un modo o nell'altro sarebbe andato via lo stesso. Bisognava accettare quello che era inevitabile. Era arrivato il momento: anche lui, come Gino, voleva spiccare il volo. Ma le incognite inquietavano."
L'AUTORE – Sergio Campailla, già professore ordinario di Letteratura italiana all'Università di Roma Tre, scrittore e saggista, è autore di numerosi romanzi e racconti, tra cui: "Il paradiso terrestre", "Domani domani", "Romanzo americano", "La Divina Truffa", "Divorati dal Dragone". Per Marsilio ha curato "Un'altra società. Carlo Michelstaedter e la cultura contemporanea", "La via della persuasione. Carlo Michelstaedter un secolo dopo" e il catalogo "Carlo Michelstaedter. Far di se stesso fiamma"; ha scritto "Il segreto di Nadia B. La musa di Michelstaedter tra scandalo e tragedia" e "Wanted. Benjamín Mendoza y Amor. Il pittore che attentò alla vita di Papa Paolo VI". Per Adelphi ha curato la pubblicazione delle opere di Carlo Michelstaedter.
INDICE DELL'OPERA – Prefazione - Gorizia e il ghetto - L'ambiente familiare - Gli anni allo Staatsgymnasium - Viva la vita - Vienna o Firenze? - Prime esperienze fiorentine - L'Istituto di Studi Superiori - I quattro eletti – Confessioni - Il teatro, che passione - La crisi del 1907 - Un incontro stellare: Nadia - Jolanda De Blasi - Progetti falliti - I misteri della Kabbalah - Lo spirito della tragedia - Tauglich! - Quell'altro affare - Il Padre-Sfinge - Una disgrazia a New York - La strada della persuasione - Cristo e Beethoven - Le inutili cure del Doktor Faustus - Innesto e incesto - Discorso al popolo - Si duo idem faciunt non est idem - Ultimi tentativi - Oltre il deserto, al mare – Sogni - Mamma mia - Itti e Senia - La lampada si spegne - Alle cinque della sera - Nota bibliografica - Ringraziamenti |