Altri orientalismi. L'India a Firenze 1860-1900 Stampa E-mail

Filipa Lowndes Vicente

Altri orientalismi
L'India a Firenze 1860-1900


Firenze University Press, pagg.VIII-361, € 22,90

 

vicente orientalismi  IL LIBRO – "Altri orientalismi" analizza varie forme di conoscenza sull'India, attraverso la circolazione di persone, idee, saperi, immagini e oggetti tra Firenze e Bombay. Nella seconda metà dell'Ottocento, Firenze divenne un importante centro di studi sull'India, che diede vita a esposizioni, musei, riviste e congressi internazionali. Prendendo spunto dal rapporto tra due indianisti, Angelo De Gubernatis, docente di sanscrito a Firenze, e il goanese José Gerson da Cunha, medico e storico a Bombay, questo libro svela un'India costruita a partire da luoghi diversi e animata da una molteplicità di voci. L'esperienza istituzionale, intellettuale ed espositiva dell'orientalismo fiorentino, seppur periferico, va ad arricchire il dibattito su conoscenza e potere coloniale che ha impegnato le scienze sociali e umane negli ultimi decenni.

  DAL TESTO – "Le mura del Rinascimento, che cinsero la città fino al XIX secolo, si ritrovano ancora in molte altre forme ed è difficile vedere al di là di quello spessore, di quell'eccesso visivo rinascimentale che mette in ombra gli altri volti della città. Quando ho iniziato a prestare maggiore attenzione alle relazioni tra Firenze e l'India, soltanto tre aspetti risultavano chiari: i mercanti fiorentini del XVI e XVII secolo, come Filippo Sassetti che scrisse su Goa e Cochin; il mausoleo in marmo della tomba di San Francisco Xavier, di manifattura fiorentina e commissionato da Cosimo de' Medici; e il caso di un giovane principe indiano che, durante gli anni Settanta dell'Ottocento, nel corso di un grand tour europeo, morì nella città di Firenze, dove il suo corpo fu cremato e le ceneri sparse nell'Arno nel corso di una cerimonia indù.
  "Forse il legame più noto tra Firenze e la città di Goa, già ampiamente studiato, era quello del mausoleo commissionato dal granduca di Toscana, Cosimo III de' Medici, il quale aveva una particolare devozione per San Francisco Xavier. Realizzata da Giovanni Battista Foggini, l'opera in marmo venne inviata a Velha Goa nel 1697 per andare a costituire la base del sarcofago in argento di manifattura indiana in cui era contenuto il venerando corpo dell'apostolo. Ad accompagnare il dono del più alto rappresentante del governo toscano fu Placido Francesco Ramponi (e Simone Fanciullacci), che, oltre ad averne curato la posa nella chiesa del Buon Gesù di Goa, scrisse una cronaca del suo viaggio. Cosimo III manifestò in seguito il desiderio di stabilire dei rapporti commerciali tra la Toscana e le Indie Orientali attraverso il Portogallo, ma il progetto non fu mai realizzato."

  L'AUTRICE – Filipa Lowndes Vicente è nata a Lisbona nel 1972. Dal 2009 è ricercatrice storica presso l'Istituto di Scienze Sociali dell'Università di Lisbona. Ha conseguito il Dottorato di ricerca presso l'Università di Londra nel 2000 (Dipartimento di Studi storici e culturali, Goldsmiths College), la laurea specialistica in Storia dell'arte contemporanea presso il Goldsmiths College (1995) e la laurea in Storia dell'arte presso la Facoltà di Scienze sociali e umane dell'Università di Londra (1994). La sua tesi di dottorato è stata pubblicata con il titolo "Viaggi ed esposizioni: D. Pedro V nell'Europa del XIX secolo" (Lisbona, 2003), che ha vinto il "Premio Victor de Sá per la storia contemporanea" nel 2004. Tra il 1994 e il 2009 ha vissuto in Inghilterra (Londra), Stati Uniti (Providence e New Haven), Italia (Firenze), e di nuovo in Inghilterra, dove nell'anno accademico 2008-2009 è stata ricercatrice presso il Dipartimento di Arte e Archeologia della School of Oriental e African Studies (SOAS) presso l'Università di Londra. Durante questo periodo, ha beneficiato del sostegno della FCT, attraverso borse di dottorato all'estero e post dottorato, nonché del sostegno di una sovvenzione della Fundação Oriente. La sua ricerca si concentra sulle modalità di produzione della conoscenza nel XIX e XX secolo: la costruzione e gli usi del passato; le intersezioni tra cultura visiva, materiale e scritta e colonialismo; la produzione intellettuale delle élite indiane nell'India coloniale portoghese e britannica; Orientalismo indiano, italiano e portoghese; i confronti e le traversate coloniali tra l'impero portoghese e l'impero britannico; la storia di collezioni, mostre e musei nel contesto coloniale; la mobilità e il movimento di persone, oggetti, idee e immagini; la storia della fotografia; la storia della conoscenza e dell'arte prodotta dalle donne.

  INDICE DELL'OPERA - Ringraziamenti – Introduzione (1. Firenze: il luogo dell'archivio - 2. Le storie di una fotografia (Bombay, 1885) - 3. Orientalismi e conoscenza coloniale) - Capitolo I. Firenze come centro di studi orientali (1. L'unificazione italiana e il ruolo di Angelo De Gubernatis - 2. Il Congresso del 1878: l'apogeo della Firenze orientalista - 3. Dialogo e conflitto: la partecipazione di orientalisti dell'Asia - 4. L'Esposizione Orientale (1878): donazioni dall'Italia e dall'India - 5. L'influenza classica nelle sculture di Gandhara - 6. L'India all'Esposizione Orientale - 7. Gerson da Cunha: il successo italiano dell'orientalista «orientale» - 8. «Lettere dall'India Contemporanea» nella Revue Internationale - 9. Carteggi tra Bombay e Firenze - 10. Il Congresso Internazionale degli Orientalisti a Roma (1899)) - Capitolo II. Orientalismo e conoscenza coloniale: De Gubernatis in India (1. La proiezione pubblica del viaggio (1885-1886) - 2. «Anche l'Italia vuole uscire di casa» - 3. Reinventare la tradizione dei mercanti rinascimentali - 4. Gli ambigui rapporti con la British India - 5. «Non ci sono che rovine»: De Gubernatis e l'India portoghese - 6. Gerson da Cunha anfitrione a Bombay - 7. De Gubernatis e gli orientalisti dell'India - 8. Il sanscrito come lingua comune - 9. Incontri e scontri tra Gerson da Cunha e De Gubernatis - 10. L'antropologo Paolo Mantegazza alla ricerca dell'«India selvaggia») - Capitolo III. Oggetti in viaggio: l'India esposta a Firenze (1. Il coinvolgimento degli indiani nel Museo Indiano - 2. La profanazione del sacro: collezionare l'India religiosa - 3. L'acquisizione di manoscritti sanscriti per la Biblioteca di Firenze - 4. La passione per l'esotico: oggetti europei nelle case indiane - 5. Una messinscena orientale per i sovrani dell'Italia unita - 6. Chi vuole il Museo Indiano? - 7. Il Museo Indiano nella guide turistiche di Firenze - 8. Il Museo Indiano di Bologna (1907) - 9. La collezione di pittura antica del Villino Vidya - 10. L'esposizione dell'«India britannica» a Parigi (1878) e a Londra (1886)) - Conclusioni - Appendice fotografica - Fonti e bibliografia - Indice dei nomi