Morale del giocattolo |
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Charles Baudelaire
DAL TESTO – "Tutti i fanciulli parlano ai loro giocattoli; i giocattoli diventano attori nel grande dramma della vita, ridotto dalla camera oscura del loro piccolo cervello. I fanciulli coi loro giochi testimoniano la propria grande facoltà d'astrazione e la loro alta potenza immaginativa. Giocano senza giocattoli. Non voglio parlare di quelle bambine che giocano alle signore, si fanno visite, si presentano i loro figli immaginari e parlano dei propri abiti. Le povere piccine imitano le loro mamme: preludono già alla loro immortale puerilità futura, e nessuna di loro, certo, finirà mia moglie. Ma la diligenza, l'eterno dramma della diligenza rappresentato con seggiole; la diligenza-seggiola, i cavalli-seggiole, i viaggiatori-seggiole; solo il postiglione è vivo! La muta resta immobile, e tuttavia egli divora con una rapidità ardente spazi fittizi. Quale semplicità di sceneggiatura! E non c'è da far arrossire della sua impotente immaginazione questo pubblico viziato che esige dai teatri una perfezione fisica e meccanica, e non concepisce che i drammi di Shakespeare possano rimaner belli con un apparato di una semplicità barbara?" L'AUTORE – Charles Baudelaire (Parigi 1821-67) poeta francese iniziatore di una nuova stagione lirica. La sua opera viene collocata fra le più alte espressioni della poesia di tutti i tempi. Autore di un'unica ma fondamentale raccolta, "I fiori del male" (1857), la sua originalità non fu compresa dai contemporanei, ma esercitò subito un'influenza notevolissima sul Parnasse e la scuola simbolista. Con lui si misurarono Verlaine, Mallarmé, Rimbaud e tutta la poesia europea fino al surrealismo. INDICE DELL'OPERA – Introduzione, di Giovanni Santambrogio - Nota biografica - Morale del giocattolo (Morale du joujou / Morale del giocattolo) – Appendice (Archeologia del giocattolo, di Giampaolo Dossena - Piccolo contributo alla storia dei giuochi, di Philippe Ariès - Il giocattolo come personaggio, di Gianni Rodari - Il gioco: un ponte verso la realtà, di Bruno Bettelheim - Il piccolo padrone, di Roland Barthes - Il paese dei balocchi, di Carlo Collodi) |