La coppa degli immortali Stampa E-mail

Arrigo Sacchi - Luigi Garlando

La coppa degli immortali
Milan 1989: la leggenda della squadra più forte di tutti i tempi raccontata da chi la inventò


Baldini+Castoldi, pagg.293, € 18,00

 

sacchi immortali  IL LIBRO – La Coppa dei Campioni vinta da Arrigo Sacchi nel 1989 è stato un evento che ha segnato il gioco del pallone, non solo nazionale. Come scrisse «L'Équipe» dopo la finale di Barcellona: «Il calcio non potrà più essere lo stesso». Fiutava bene. Quel Milan, che aveva rielaborato la lezione del grande Ajax con un pressing moderno, avrebbe fatto scuola nel mondo, avrebbe prodotto un'eco che dura ancora. Senza quel Milan non sarebbe nato il Barcellona di Guardiola e neppure l'Atalanta di Gasperini.
  Per l'Italia, in particolare, quel Milan fu l'innovazione di Fosbury, spaccò la storia: prima si saltava di pancia, poi di schiena. Prima vincevamo Coppe dei Campioni nel rispetto della tradizione difensiva, ora le vincevamo correndo in avanti, con o senza palla, attaccando sempre, anche al Bernabeu, cercando il pallone non per ripartire, rna per tenerlo. Mai visto. Una rivoluzione; Sacchi staccò il dito dal risultato e lo puntò verso la luna: pretese la bellezza.
  «Ho sempre pensato che il calcio non fosse un fatto solo difensivo o solo offensivo. Il calcio era saper fare tutto.» Nel calcio di Arrigo Sacchi conta lo spettacolo, non il risultato a ogni costo. Anche se ciò comporta rischiare qualcosa di più. Con questa filosofia e modo di intendere il football, il «profeta di Fusignano» è entrato nella Storia del gioco più bello del mondo e l'ha cambiata, introducendo princìpi e concetti mai visti prima, diventati scuola preziosa per i più illuminati fra i suoi successori. Così, l'allenatore più eretico di sempre – di recente nominato dalla prestigiosa rivista «France Football» primo fra gli italiani e fra i tre più grandi in assoluto, con Rinus Michels e Alex Ferguson – è riuscito a creare una squadra formidabile, passata alla Storia come quella degli «Immortali» e celebrata ufficialmente dall'Uefa come il migliore club di tutti i tempi. A trent'anni esatti dalla conquista della leggendaria Coppa dei Campioni del 1989, Sacchi racconta l'impresa che ha segnato il calcio moderno: dalla nebbia di Belgrado al 4 a 0 della finale di Barcellona, dai gol «fantasma» contro Stella Rossa e Werder Brema, al 5 a 0 al mitico Real Madrid a San Siro, vera epopea del «sacchismo». Episodi e testimonianze inediti, aneddoti gustosissimi, pagine preziose dei suoi Diari di quegli anni rimaste fino a oggi segrete e per la prima volta riprodotte integralmente: il tutto narrato grazie alla penna di Luigi Garlando, prima firma della «Gazzetta dello Sport» e autore bestseller.

  DAL TESTO – "Il calcio, nato come sport collettivo e offensivo, non potrà mai essere ridotto a espressione individuale. Eppure molti la pensano così. Acquistano giocatori per migliorare la squadra e invece la direzione è quella contraria: è la squadra che migliora il singolo.
  "Quando Baresi sollevò quella prima Coppa dei Campioni aveva già 29 anni. Nessuno in quel Milan ne aveva mai vinta una. Nessuno aveva vinto Palloni d'oro. Da noi Van Basten ne vinse tre, Gullit uno. Franco arrivò secondo. Un anno riempimmo il podio, ne piazzammo 5 tra i primi 10. È stato il Milan a migliorarli, a farli diventare grandi. Sono stati i valori, le idee, il lavoro.
  "A mia moglie ho già dettato l'epitaffio che voglio sulla mia tomba: «Ha passato la vita a migliorarsi e a migliorare gli altri».
  "In Italia invece si continua a pensare al calcio come a uno sport individuale. Lo dimostrano anche le riprese televisive, ridotte sempre al giocatore che porta la palla."

  GLI AUTORI – Luigi Garlando (Milano, 1962), giornalista e scrittore, è la firma di punta della «Gazzetta dello Sport». Appassionato di calcio, ha scritto libri di successo per ragazzi raccontando ai più giovani temi d'attualità, sociali e sportivi. È da sempre interista ma apprezza comunque il buon gioco e i campioni, ovunque essi siano. Tra i suoi libri "Per questo mi chiamo Giovanni" (2004), "Camilla che odiava la politica" (2008), "L'amore ai tempi di Pablito" (2009), "O Maé. Storia di judo e di camorra" (2014), "L'estate che conobbi il Che" (2015), con cui ha vinto il Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2017, "Io e il Papu" (2017), "Il mestiere più bello del mondo. Faccio il giornalista" (2018), "Quando la luna ero io" (2018).
  Arrigo Sacchi, nato nel 1946, deve al suo paese, oltre al soprannome (il «profeta di Fusignano») anche i primi rudimenti calcistici. Dopo aver allenato nelle serie minori, arriva al Parma e da lì, nel 1987, compie il grande salto verso il Milan, dove in sole quattro stagioni vincerà due Coppe dei Campioni, uno scudetto, una Supercoppa italiana, due Supercoppe Europee e due Coppe Intercontinentali. I successi in rossonero gli valgono la nomina a commissario tecnico della Nazionale che guiderà dal 1991 al 1996, conquistando un secondo posto ai Mondiali statunitensi del 1994. Nel 2000 abbandona l'allenamento e alterna l'attività di opinionista con incarichi da direttore tecnico. Dal 2010 al 2014 è stato coordinatore tecnico delle Nazionali giovanili. Nel 2017 è stato nominato dall'Uefa fra i 10 allenatori più influenti nell'evoluzione calcistica, e nel 2019 da «France Football» fra i 50 migliori di tutti i tempi (terzo assoluto e primo fra gli italiani).

  INDICE DELL'OPERA - La luna sopra il campanile, di Luigi Garlando - La finale / Atto primo - Il Real di Zagonari - Io, Baudo e la Carrà - In pressing sullo scudetto - Borghi o Rijkaard? - L'Europa si accorge di noi - Il maggiordomo di Colombo - Champagne, offre Van Basten - Il libro di Virdis - Una tigre nella nebbia - «Mister, il bambino trema...» - Il fischio del Trap - Ha ragione il Tasso - Gli incubi di Maldini - Nuovo Milan Paradiso - Giocare bene - La finale / Atto secondo - Miele e gioielli - Una lezione sprecata, di Arrigo Sacchi – Tabellini - Indice dei nomi