Esilio, memoria e libertà Stampa E-mail

Andrea Duranti

Esilio, memoria e libertà
Storia della diaspora iraniana


Stampa Alternativa / Nuovi Equilibri, pagg.427, € 23,00

 

duranti esilio  IL LIBRO – Prima monografia in lingua italiana a raccontare la storia della "diaspora iraniana" dal 1811 a oggi, "Esilio, memoria e libertà" offre al lettore una nuova chiave di lettura per comprendere le trasformazioni politiche di uno dei paesi più strategici del Medio Oriente, influenzate e guidate dalla comunità di esuli, studenti, diplomatici, operai e mercanti insediati in Europa, negli Stati Uniti e nella vicina Turchia. Dall'Inghilterra vittoriana alla Germania di Weimar, dalle proteste giovanili del '68 all'America di Trump, il libro ripercorre i passi degli iraniani in esilio, presentando una prospettiva completa e multidisciplinare della storia e della cultura della diaspora, che comprende oggi una vera e propria Exilliteratur.
  Il libro nasce da una lunga gestazione che affonda le radici nella stesura di una tesi di dottorato in "Storia, istituzioni e relazioni internazionali dell'Asia e dell'Africa moderna e contemporanea" discussa nel dicembre 2008 presso l'Università degli Studi di Cagliari, che ha costituito la base su cui si è sviluppata la versione definitiva del volume. Nel corso di quasi dieci anni, molto è cambiato nel settore degli studi storici e politologici sull'Iran, così come nella gestione politica e nell'immagine internazionale del paese, passato dai roboanti proclami antioccidentali del presidente Mahmud Ahmadinejad alla (pur fragile) storica distensione con gli Stati Uniti di Barack Obama sotto la presidenza del riformista Hassan Rouhani, riconfermato per un ulteriore quadriennio in seguito alle elezioni del 19 maggio 2017.

  DAL TESTO – "L'elemento forse più importante per la sopravvivenza del regime khomeinista non fu tuttavia né la repressione né il controllo sociale, bensì un evento "esterno" quale l'invasione irachena dell'Iran occidentale, iniziata con un attacco a sorpresa il 22 settembre del 1980 e durata fino all'armistizio dell'agosto del 1988, quando i due belligeranti, entrambi allo stremo, accettarono la risoluzione n. 598 dell'ONU sulla cessazione delle ostilità. Il conflitto fu scatenato più che per le effettive controversie di confine, per stornare, in entrambi i paesi, l'attenzione pubblica dalle disastrose condizioni economiche e sociali e per epurare componenti sgradite dell'opposizione (i curdi in Iraq, la sinistra e la gioventù povera in Iran). Fu finanziato e fomentato da Stati Uniti e Unione Sovietica, come rivelò in seguito il cosiddetto scandalo Iran-Contras, nella speranza delle due superpotenze che i due regimi si neutralizzassero a vicenda."

  L'AUTORE – Andrea Duranti (Cagliari, 1981) è Dottore di ricerca in Storia, istituzioni e relazioni internazionali dell'Asia e dell'Africa (Università di Cagliari) e ha pubblicato numerosi saggi e monografie sulla storia contemporanea del mondo islamico. È coautore della monografia "Il rosso e il nero e la rivoluzione della modernità" (Aracne editrice, 2007); ha curato l'edizione italiana del libro "Dinamite dello spirito. Martirio, Islam e nichilismo" (Aquilegia, 2007) dell'intellettuale irano-tedesco Navid Kermani.

  INDICE DELL'OPERA - Ringraziamenti - Introduzione: esilio, memoria e libertà - Parte I. La diaspora nell'era Qajar: studenti, mercanti, diplomatici e operai rivoluzionari – Prologo. Il velo di Maya e la rivelazione dell'Occidente - Capitolo 1. I primi studenti iraniani in Europa e la dar al-Fonun - Capitolo 2. Mercanti e operai lungo le vie carovaniere (2.1. L'Impero ottomano - 2.2. Il Caucaso e l'Asia centrale - 2.3. Lo strano caso della Repubblica sovietica di Gilan e la nascita del Partito comunista iraniano) - Capitolo 3. Diplomatici e massoni - Capitolo 4. La rivoluzione costituzionale (4.2. Le origini della rivolta – 4.3. Il coup del 1908 e la resistenza costituzionalista – 4.4. Dalla diaspora in Europa alla resistenza di Tabriz al secondo Majles) - Parte II. Fiori che crescono all'Inferno. La diaspora iraniana nella Germania guglielmina e nella Repubblica di Weimar - Capitolo 5. La diaspora iraniana nel Reich guglielmino (5.1. Gli studenti della diaspora, base sociale del "Comitato dei nazionalisti iraniani", e la politica orientale di Guglielmo II - 5.2. Il circolo di lettura di Berlino e la Kaviani Press) - Capitolo 6. Dalla fine della Prima guerra mondiale al colpo di Stato (6.1. L'"uomo forte" marcia su Teheran - 6.2. Il "Nuovo Ordine" di Reza Shah e i limiti di una modernizzazione mancata - 6.3. Fiori che crescono all'inferno: cronache di una modernizzazione mancata) - Capitolo 7. La diaspora nella Repubblica di Weimar (7.1. Gli esuli iraniani nella Germania di Weimar - 7.2. Attivismo ed editoria nella Repubblica di Weimar - 7.3. Taqi Arani e il "gruppo dei 53") - Parte III. Interludio: dall'abdicazione al colpo di Stato del 1953 - Capitolo 8. Una nazione a sovranità limitata: l'invasione anglo-sovietica del 1941 (8.1. L'occupazione militare e la Conferenza di Teheran - 8.2. Il mosaico persiano del potere e la formazione dei nuovi partiti politici - 8.3. Il Partito dell'Iran e l'alleanza con Mossadeq - 8.4. Il Tudeh - 8.5. Il colpo di Stato monarchico del 1949) - Capitolo 9. Il Fronte nazionale e il duplice colpo di Stato del 1953 – Parte IV. La diaspora studentesca come avanguardia politica rivoluzionaria: 1953-79 - Capitolo 10. Il contesto: anatomia di un autoritarismo (1953-77) (10.1. Reprimere e modernizzare: il nuovo regime e il rapporto con gli Stati Uniti - 10.2. La rinascita dell'opposizione studentesca - 10.3. L'Organizzazione degli studenti dell'Università di Teheran) - Capitolo 11. Le organizzazioni studentesche iraniane in Francia, Inghilterra e Germania e la nascita della Confederazione degli studenti iraniani in Europa (11.1. Il caso della Francia e l'idea di una federazione transnazionale - 11.2. Organizzazioni e pubblicazioni degli studenti iraniani in Inghilterra - 11.3. Il revival dello spirito di Weimar nella Repubblica federale tedesca e il Congresso di Heidelberg - 11.4. L'Iranian Students' Association in the United States e la politicizzazione degli studenti iraniani negli Stati Uniti - 11.5. La fondazione della Confederazione degli studenti iraniani / Unione Nazionale e il "Congresso dell'Unità") - Capitolo 12. La svolta del 1963: verso un nuovo paradigma (12.1. La rinascita dell'opposizione religiosa - 12.2. I "moti del 1963" e la radicalizzazione dell'opposizione - 12.3. Il Terzo fronte nazionale e la radicalizzazione della dissidenza dopo il 1963) - Capitolo 13. 1965-68: propaganda e partecipazione al movimento di contestazione giovanile - Capitolo 14. Gli anni del disincanto e la mobilitazione internazionale - Capitolo 15. Verso la rivoluzione (1975-79) - Parte V. La diaspora postrivoluzionaria - Capitolo 16. L'instaurazione della velayat-e faqih, il primo governo rivoluzionario e l'estromissione delle componenti laiche. La transizione dall'autoritarismo al totalitarismo - Capitolo 17. I Mujahedin-e khalq e il Consiglio nazionale della resistenza iraniana: delitto e castigo (17.1. Gli anni dell'apprendistato e la scelta dell'esilio - 17.2. Controversie e violazioni dei diritti umani - 17.3 Il ruolo dei Mujahedin-e khalq nella genesi della crisi diplomatica sul nucleare iraniano) - Capitolo 18. L'opposizione monarchica - Capitolo 19. I Feda'iyan-e Islam e il Tudeh - Capitolo 20. La controffensiva del regime: gli omicidi degli esuli in Europa - Capitolo 21. "Dalla pace del mare lontano": l'era della distensione, il sogno di democrazia dell'"onda verde", il Web 2.0 e il rischio di una nuova escalation (21.1. «Con l'Islam un nuovo inizio»: la Presidenza Obama e le primavere arabe" - 21.2. La creazione di uno spazio politico virtuale: la nascita del Weblogestan - 21.3. "Rivoluzione 2.0": le elezioni presidenziali iraniane del 2009 e l'"onda verde" - 21.4. «Make America Great Again». Donald Trump e la diaspora iraniana) – Appendice. L'altra diaspora: il caso Giappone - Bibliografia