Io, pacifista in trincea Stampa E-mail

Vincenzo D'Aquila

Io, pacifista in trincea
Un italoamericano nella Grande guerra


Donzelli Editore, pagg.XXIX-257, € 28,00

 

daquila pacifista  IL LIBRO – New York, 1915. Il giovane italoamericano Vincenzo D'Aquila scappa di casa per arruolarsi volontario nelle file dell'esercito italiano, pronto ad andare incontro «al mulino della morte per la grandezza della madrepatria». Arrivato a Napoli e poi trasferitosi a Palermo, sua città natale, viene iscritto nel 25° reggimento della brigata Bergamo e mandato in montagna a combattere in trincea insieme ai soldati semplici. Il suo entusiasmo si affievolisce però davanti alla cruda realtà del fronte e all'atrocità del conflitto. Subentra allora in lui una visione mistica che lo spinge a imbracciare il fucile, ma con la ferma volontà di non sparare neanche un colpo, per tutta la guerra. Questa è la sua «chimerica promessa»: piuttosto che uccidere un altro uomo morirà lui stesso, ma è fiducioso che Dio, la sua «invisibile guardia del corpo», lo proteggerà. Per la prima volta in versione italiana l'incredibile storia vera di un pacifista in trincea tra complicate strategie messe in atto per tener fede alla sua promessa e l'avversione dei suoi superiori che lo considerano un pazzo più che un profeta, tanto che sarà allontanato dal fronte e internato in alcuni ospedali psichiatrici. Sopravvissuto al conflitto, D'Aquila rientra negli Stati Uniti, dove anni dopo scrive il racconto della sua esperienza, pubblicato nel 1931 con il titolo Bodyguard Unseen. A true autobiography. Il libro, nonostante le critiche positive, cade presto nell'oblio. In Italia rimane inedito, probabilmente perché il fascismo non gradisce l'implicito inno alla pace che racchiude. Nato come sintesi introspettiva di una personale «odissea di guerra e pazzia», il racconto di D'Aquila costituisce oggi non solo un prezioso documento, utile agli storici e agli studiosi, ma anche un racconto avvincente di come sia possibile sopravvivere alla guerra, senza sparare un solo colpo.
  "Vincenzo D'Aquila – scrive, nella Prefazione, Emilio Franzina -, il giovane palermitano del Lower East Side di New York, classe 1892 e autore del libro di memorie sulla particolare esperienza «di guerra e pazzia» da lui fatta in Italia tra il 1915 e il 1918 che Claudio Staiti ha ora tradotto e curato con ammirevole impegno foRNendone una documentata introduzione, si potrebbe dire che riuscì a far parte di entrambe le schiere: come volontario entusiasta in un primo momento, ma poi, e più a lungo, come convinto assertore di idee pacifiste e non violente."

  DAL TESTO – "Ci facemmo lentamente strada, tra viuzze strette, verso gli edifici della caserma, che trovammo desolatamente vuoti (sebbene fosse tempo di partire). Quando ci presentammo e spiegammo quale fosse il nostro proposito ai pochi uomini seduti lì intorno, questi, sentendo le nostre motivazioni, ci risposero con una grossa e sonora risata. Non riuscivano proprio a cogliere il nostro punto di vista: a loro sembrava quasi impossibile che ci fossero persone così stupide da interrompere le proprie pacifiche occupazioni nel Nuovo mondo al semplice scopo di unirsi a questa follia nella quale il Vecchio continente si era cacciato, correndo il rischio quasi certo di tirare le cuoia. La loro partecipazione a questa guerra, quella sì che era un'altra faccenda: erano stati convocati e chiamati in servizio forzatamente e non c'era modo di uscirne se non con l'umorismo o con qualsiasi altro espediente riuscissero a trovare per evitare di essere spediti al fronte.
  "In tutta onestà, ci sentivamo parecchio in imbarazzo nell'essere accolti da domande, poste nel caratteristico ma, al tempo stesso, sconcio gergo militare, che esprimevano tutta la perplessità circa l'urgenza che ci aveva spinto a lasciare la placida terra di Cristoforo Colombo per ritrovarci tutti all'altro lato del mondo solo per unirci a questa scorribanda."

  L'AUTORE – Vincenzo D'Aquila (Palermo 1892-New York 1975) emigra da bambino negli Stati Uniti. Nel 1915 parte alla volta dell'Italia per partecipare alla Grande guerra. Tornato a New York nel 1918, lavora dapprima come esportatore di tabacco e poi come imprenditore nel settore dell'editoria. "Bodyguard Unseen. A true autobiography" è il suo unico libro.

  IL CURATORE - Claudio Staiti è dottorando di ricerca in Storia contemporanea all'Università di Messina e borsista del Centro universitario cattolico (Cuc) di Roma. Giornalista pubblicista, collabora con alcune testate, fra cui la «Gazzetta del Sud».

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Emilio Franzina – Introduzione, di Claudio Staiti - L'invisibile guardia del corpo. Un'autobiografia vera, di Vincenzo D'Aquila – Premessa - Parte prima. Quando iniziai a ragionare - 1. Versa altro sherry! - 2. La morte del milite ignoto - 3. Giocatori d'azzardo - 4. Vedi Napoli e poi muori - 5. Il primo cadavere - 6. Carne di cavallo - 7. Il paradiso delle donne - Parte seconda. Quando arrivai a una ragionevole conclusione - 1. La sicurezza prima di tutto! - 2. L'asino selvatico - 3. La chimerica promessa - 4. Tutti in cima tranne me - 5. Attraverso le lenti di un binocolo - 6. Una vacanza romana - 7. Croci di guerra e una messa - Parte terza. Quando misi in pratica il mio ragionamento - 1. Fuori dalle trincee entro Natale - 2. Lo sbaglio del dottore - 3. Cosa succede quando moriamo - 4. Il mio ritorno sulla terra - 5. «Mi deridano pure i forti e i potenti» - 6. Un mondo folle - 7. Solo un armistizio! – Note – Appendice - Indice dei nomi e dei luoghi