Nicola Montenz
L'eterna primavera Libertas Schulze-Boysen e l'«Orchestra rossa»
Archinto, pagg.250, € 18,00
IL LIBRO – Un'altra Germania viveva dentro il Terzo Reich, orgogliosa dei valori calpestati dal nazismo, disperata nel rivendicare la propria umanità a qualunque prezzo. Tra il 22 dicembre 1942 e la seconda metà del 1943, circa cinquanta civili tedeschi, condannati a morte dalla Corte marziale del Reich, furono giustiziati, meglio assassinati nella prigione di Berlin-Plötzensee. Tra loro, ufficiali, funzionari dei ministeri, medici, scrittori, scultori, accademici e moltissime donne, giovanissime e di età matura. Tutti "ariani". Colpevoli di aver svolto attività di resistenza, di informazione, di propagazione del dissenso, furono inquadrati dalla Gestapo in una rete spionistica filosovietica – costruita a tavolino durante le indagini, e mai realmente esistita –, denominata «Orchestra rossa»: un mito distorto da una contropropaganda che avrebbe trovato larga eco durante la Guerra fredda, amplificato da serie giornalistiche a puntate, paraletteratura e inaffidabili prodotti cinematografici. Fino all'inizio degli anni Novanta del '900, i nomi di Harro e Libertas Schulze-Boysen, di Arvid e Mildred Harnack, di Kurt ed Elisabeth Schumacher, sarebbero stati nascosti e vilipesi dalla menzogna nazista, ridotti al rango di «spie sovietiche» insieme a molti compagni di segreta resistenza, che avevano semplicemente sperato una fine rapida della guerra e un futuro migliore per i loro figli e la loro patria. L'eterna primavera: Libertas Schulze-Boysen e l'«Orchestra rossa» propone per la prima volta al pubblico italiano la ricostruzione di un occultamento della storia: le vicende fino ad oggi oscure o distorte di un vasto gruppo di amici – molti dei quali inseriti nell'establishment nazista – impegnati a restare umani fino all'ultimo: tutt'altro che l'organizzazione di «agenti del Cremlino» decisa a portare Stalin in Germania, come la Gestapo aveva sostenuto. Il ritratto dell'«Orchestra» tracciato da Nicola Montenz prende spunto dalla figura di Libertas, donna di fascino e doti artistiche notevolissime, che spaziavano dalla musica alla poesia e alla narrativa, moglie di una delle menti del gruppo berlinese, Harro Schulze-Boysen. Addetta stampa della Metro-Goldwyn-Mayer a diciannove anni, scrittrice indipendente a poco più di venti, critica cinematografica presso il ministero della Propaganda a ventotto, Libertas fu decapitata a ventinove, dopo essersi impegnata a lungo nella resistenza accanto al marito. Attorno agli Schulze-Boysen prendono forma i profili morali, artistici e intellettuali dei molti amici con cui la coppia condivise splendide giornate lungo i fiumi, i laghi e le coste del Brandeburgo, della Pomerania e della Prussia Orientale, destinate a volgersi in tragedia: artisti come lo scultore Kurt Schumacher, la danzatrice Oda Schottmüller, lo scrittore Günther Weisenborn, l'attrice Marta Wolter, che recitò per Brecht e Dudow. Accanto a loro, anche giovani madri i cui nomi non sono spesso ricordati dalle cronache – Hilde Coppi, Rose Schlösinger, Erika von Brockdorff - che pagarono con la vita e l'infamia postuma, perché donne, il coinvolgimento nell'attività di resistenza. In appendice al saggio, il monologo teatrale L'eterna primavera ricostruisce l'ultima ora di Libertas in uno spazio reale e mentale che oscilla tra le mura di una cella e i percorsi della memoria, in cui prendono forma il passato favoloso di una donna brillante, ma anche l'intimo dissidio di un percorso nel buio, del terrore quotidiano, dell'ansia di un destino segnato. Nelle tenebre dell'ultima sera, il 22 dicembre 1942, oscilla però anche una luce, con le ultime lettere di Libertas alla madre: la consapevolezza di aver agito rettamente e di poter restare per sempre immersa in una «eterna primavera», nella luce dei giusti, destinati a morire insieme a lei. Scritto per una voce femminile, come terzo pannello di un polittico scenico dedicato alla resistenza tedesca, il monologo intende diffondere attraverso la lingua del teatro il respiro etico che animò Libertas e coloro che condivisero il suo destino.
DAL TESTO – "Il suo contegno di fronte alla Corte marziale, i cui giudici cercarono forse di aiutarla, suggerendole una via per scagionarsi, e la replica al feroce procuratore Manfred Roeder, chiariscono molto bene con quale serietà Eva-Maria Buch avesse inteso il proprio ruolo all'interno del «gioco», e mostrano allo stesso tempo il rifiuto di ogni compromesso, che le sarebbe costato la testa. Quando infatti Roeder le domandò: «Ha ben sentito, adesso, la mostruosità di quel che i Suoi amici hanno compiuto. Se ne avesse avuto conoscenza prima, si sarebbe astenuta dal fare quel che ha fatto e avrebbe sporto denuncia?», Eva-Maria rispose: «Sporto denuncia? Se lo avessi fatto, allora sarei davvero miserabile e corrotta come Lei vuole farmi apparire». "Nel raggio d'azione di Schulze-Boysen, d'altronde, non finirono soltanto comunisti - per lo più giovani e spinti da un irriducibile desiderio di rivalsa a fronte delle angherie subite fino a quel momento - o soggetti animati da un sentimento religioso quasi sovrumano, come nel caso di Eva-Maria Buch, o anche di Cato Bontjes van Beek. Uomini all'apparenza normali, ancorché estremamente talentuosi, decisero di entrare nella «cucina del diavolo» e di mettere in gioco la propria vita semplicemente perché a tutti fossero garantite condizioni di vita accettabili, nel rispetto delle prerogative e delle peculiarità individuali. Il pianista Helmut Roloff, allievo a Lipsia di Robert Teichmüller (che aveva studiato con Liszt), proveniente dalla buona borghesia accademica (il padre era professore all'università di Glessen), non esitò a portare il proprio contributo, quando gli fu domanto."
L'AUTORE – Nicola Montenz, laurea in Letteratura greca e dottorato di ricerca in Filologia classica, è diplomato in Organo e composizione organistica. Per Archinto ha pubblicato "L'armonia delle tenebre: musica e politica nella Germania nazista", il saggio biografico "Parsifal e l'Incantatore: Ludwig e Richard Wagner", e la corrispondenza tra Gustav Mahler e Richard Strauss, "Il cammino parallelo. Lettere 1888-1911", oltre ad aver curato l'edizione commentata di numerosi classici greci.
INDICE DELL'OPERA - Libertas Schulze-Boysen e l'«Orchestra rossa» (I – II – III) - L'eterna primavera. Un monologo - Post scriptum – Note - Riferimenti bibliografici - Crediti fotografici - Indice dei nomi |